Riaperture dal 26 aprile: sindacati convocati dal Ministro. Unicobas e altri proclamano sciopero

da La Tecnica della Scuola

Sulla possibile riapertura di tutte le scuole a partire dal 26 aprile prossimo le posizioni non sono univoche.

Secondo i sindacati del comparto scuola l’espressione usata dal presidente Mario Draghi (“rischio ragionato”) “non basta a dare tranquillità e garanzie al personale e agli alunni, le cui condizioni relativamente al distanziamento sono rimaste immutate, nonostante le varianti del virus”.

I sindacati si chiedono: “Quali misure di sicurezza in più sono state nel frattempo approntate visto che in tutte zone di rischio, comprese arancione e gialla, debbono permanere tutte le precauzioni anticovid per scongiurare la diffusione del contagio?”
E proseguono: “Occorre a tal fine anzitutto aggiornare i protocolli di sicurezza, peraltro mai puntualmente applicati, che sono fermi all’estate del 2020; poi occorre attivare un’efficace azione di tracciamento, potenziare i trasporti (che sono il luogo dove le persone che frequentano la scuola corrono i rischi maggiori di contagio) e, soprattutto, occorre consentire che le scuole – supportate dagli uffici scolastici regionali, e non più costrette a seguire le discutibili decisioni delle Regioni, fin qui dimostratesi ampiamente non all’altezza – possano auto organizzarsi circa gli orari di ingresso e di uscita, la durata delle lezioni  e quant’altro occorra per garantire il lavoro e le lezioni in sicurezza”.

Molto netta, invece, la protesta di Usb, Unicobas e Cobas Sardegna che hanno proclamato uno sciopero generale della scuola per il 6 maggio “perché – scrive USB Scuola – in una condizione in cui la scuola dovrebbe essere al centro dell’attenzione di ogni membro del Governo e del Parlamento per consentire la frequenza in assoluta sicurezza del 100% degli studenti e dei lavoratori, si dà il via a riaperture propagandistiche, senza quelle condizioni che, come diciamo da un anno e più ormai, devono essere messe in atto immediatamente per garantire contemporaneamente il diritto alla salute e il diritto all’istruzione dal nido all’università”.

Sul versante politico va segnalata una dichiarazione di Francesco Boccia (PD) secondo cui “le riaperture graduali in base all’andamento dei contagi riteniamo siano state decise con il consueto rigore”.
“Nella scuola italiana – aggiunge Boccia – gli studenti, i genitori così come gli insegnanti e tutto il personale, attendono con ansia di conoscere le nuove misure di sicurezza per evitare il rischio di contagi da variante inglese. Sicuramente sarà stato predisposto un pacchetto immediato di interventi per salvaguardare la salute di tutti e proteggere la vita. Auspico, così come chiedono tanti sindaci e presidenti di provincia, che siano stati predisposti tamponi rapidi continui, un rigido distanziamento, l’igienizzazione continua e il tracciamento casi sospetti in tempo reale”.

Commenti positivi da parte del 5S Gianluca Vacca: “Finalmente arrivano segnali di speranza sulla possibilità di far ripartire diverse attività nelle prossime settimane. Per il M5S il ritorno in classe di studentesse e studenti rimane prioritario e ci aspettiamo, come ha detto anche la nostra sottosegretaria Floridia, che saranno garantite lezioni in presenza per tutti, a prescindere dal colore delle Regioni. Riaprire tutte le scuole non appena possibile è la direzione che il Parlamento ha individuato votando recentemente un’importante mozione e impegnando il Governo a perseguirla”.

Nella serata di domenica arriva anche la notizia che nella giornata di lunedì è in programma un incontro fra il ministro Bianchi e i sindacati: “Un segnale di grande sensibilità” commenta Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl Scuola, che aggiunge: “Domani ci sarà un tavolo per aggiornare il protocollo sulla sicurezza in vista della ripresa al 100%. Permangono le nostre preoccupazioni sulle condizioni delle attività didattiche in presenza; i dirigenti scolastici hanno sperimentato da tempo tutte le possibili soluzioni ma con la frequenza di tutti , specialmente nella secondaria , si rischia di produrre molti disagi. Speriamo di avere indicazioni certe sul tracciamento e sull’uso delle mascherine FFP2 come indicato dagli scienziati”.