Sei studenti delle superiori su dieci sono contrari al ritorno in presenza al cento per cento

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

La riapertura delle scuole superiori per tutti gli studenti contemporaneamente, per il momento, sembra rimandata. Dopo le forti resistenze mostrate da parte soprattutto di Regioni e presidi, principalmente per motivi organizzativi (distanziamento nelle classi, trasporti, ecc.), dal Governo arriva una parziale frenata: nel nuovo decreto anti-Covid dovrebbe essere prevista “solo” una presenza variabile tra il 60% e il 100% nelle zone gialle e arancioni (la quota la stabiliscono i singoli istituti), di almeno il 50% in quelle rosse. Nessun obbligo di apertura totale. Un approccio, questo, che incontrerebbe i favori anche degli studenti, come mostra un sondaggio effettuato dal portale Skuola.net su un campione di 1500 alunni delle superiori: la maggior parte – circa 6 su 10 – si sono infatti detti contrari se non del tutto (31%) quantomeno in parte (28%) al ritorno di massa in aula per concludere l’anno.

Alla base delle forti perplessità sulla ripresa definitiva della scuola ‘normale’ di un numero così ampio di ragazzi ci sono varie ragioni, su tutte la paura. Del contagio? Non proprio: per 1 su 3 il timore maggiore è che i professori decidano di sfruttare un’ipotetica finestra di lezioni in aula, tutti i giorni, per recuperare il terreno perduto nei mesi scorsi, caricando gli alunni di interrogazioni e verifiche a ripetizione.

Il 17%, invece, è preoccupato che riaprendo le scuole possa aumentare nuovamente la diffusione del virus, partendo proprio dalle classi e dai mezzi pubblici. Il 5% arriva addirittura ad affermare di non sentirsi pronto a tornare in mezzo alla gente dopo un periodo d’isolamento così lungo.

Ma la fetta più consistente (43%) ammette di essere spaventata da un po’ tutti questi aspetti. Preoccupazioni che non appaiono così infondate. Lo dimostra il dietrofront, per ora ipotetico ma quasi certo, del Governo. Lo confermano i racconti degli stessi ragazzi.

Sul fronte trasporti, ad esempio, tra chi frequenta quotidianamente bus, tram, metropolitane e treni per andare a scuola appena il 10% promuove il servizio in termini di rispetto del distanziamento sociale. Per il 45% ci sono spazi a sufficienza solo alcune volte, mentre per il restante 45% i mezzi pubblici sono costantemente pieni negli orari in cui vengono utilizzati.

Discorso simile per le distanze in classe, tra i banchi: con riferimento alla propria scuola, solo il 28% è sicuro che sia possibile garantire, con tutti gli studenti in presenza, la possibilità di essere distanziati l’uno dall’altro. Come detto, però, pur trattandosi di una minoranza (41%) c’è anche chi vedrebbe di buon occhio una ripresa generale della scuola.

La motivazione principale risiede soprattutto nella voglia di iniziare a riappropriarsi della vita pre-pandemia (è così per il 27%), seguita dal desiderio di rivedere finalmente tutti i compagni di classe e i professori (lo dice il 21%) o semplicemente dal fatto che la Dad nel loro caso non è riuscita a sostituire la didattica ordinaria (20%). Anche qui, comunque, la maggioranza (32%) chiama in ballo tutte quante queste ragioni. Avendo sofferto da ogni punto di vista la lunga “clausura”.