Giorgia e la Resistenza

Giorgia e la Resistenza

di Maurizio Tiriticco

Mi chiedo: Giorgia Meloni oggi, 25 aprile 2021, ricorrenza del 25 aprile 1945, giorno che segnò la sconfitta definitiva del nazifascismo nel nostro Paese e la nascita della nuova Italia, dichiaratamente antifascista, quell’Italia che il 2 giugno del 1946, con un referendum popolare, scelse la forma istituzionale repubblicana, oggi – riscrivo – 25 aprile 2021, Giorgia Meloni come celebra questa ricorrenza? Credo certamente che non possa celebrarla! Per Giorgia questa è una data funesta! Perché? Occorre andare un po’ indietro e chiederci: chi è Giorgia Meloni? Nasce a Roma, quartiere Garbatella, nel 1997, e ben presto diventa una convinta militante neofascista! Giovanissima, diviene allieva e pupilla di Giorgio Almirante, dirigente del Movimento Sociale Italiano, un partito dichiaratamente neofascista, che nella nostra Repubblica democratica poté nascere ed inviare anche deputati al Parlamento, liberamente eletti da parte degli Italiani.

Come non ricordare, invece, quale fine fecero i partiti democratici, quando il fascismo prese il potere ed instaurò la sua violenta dittatura? E’ noto che, in un Paese democratico, c’è posto anche per coloro che la democrazia la affosserebbero! Pertanto anche per coloro che, “ai tempi del Duce”, avevano distrutto la democrazia ed instaurato una violenta dittatura! E’ doveroso anche ricordare che negli anni della dittatura fascista, forse anche su sollecitazione della Germania di Hitler, ed esattamente il 14 luglio del 1938 (in quel giorno io compivo dieci anni), venne pubblicato il “Manifesto della razza”, purtroppo firmato anche da alcuni scienziati italiani. Era il documento costitutivo del fondamento ideologica e scientifico – si fa per dire – della politica razziale e razzista dell’Italia fascista. Seguì la pubblicazione della rivista antisemita “La difesa della razza”. Ne fu direttore fino al 1943 Telesio Interlandi; e vicedirettore il giovane Giorgio Almirante. Sì, proprio il padrino spirituale e politico di Giorgia!

Fino al 1943! Perché? Perché il 25 luglio di quell’anno il Re liquidò il governo fascista, imprigionò Mussolini ed ebbe così fine la dittatura fascista. Veniva restaurata la democrazia, ma la guerra, purtroppo continuava. Come dichiarò un laconico comunicato letto alla radio! Quella sera l’Eiar (Ente italiano audizioni radiofoniche) interruppe le trasmissioni e uno speaker, con voce fredda e stentorea, calma e glaciale, diffuse il seguente comunicato: “Sua Maestà il Re e Imperatore ha accettato le dimissioni dalla carica di Capo del Governo, Primo ministro, Segretario di Stato, di Sua Eccellenza il Cavaliere Benito Mussolini, e ha nominato Capo del Governo, Primo ministro, Segretario di Stato, il Cavaliere, Maresciallo d’Italia, Pietro Badoglio”. I titoli onorifici contavano ancora! Al comunicato, laconico quanto mai, seguì la lettura di due proclami del re e di Badoglio. Ricordo le ultime parole: “La guerra continua. L’Italia duramente colpita nelle sue Provincie invase, nelle sue città distrutte, mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni…”! La guerra continuava, sì, ma, sotto sotto, in gran segreto, si trattavano le condizioni dell’armistizio! Reso pubblico la sera dell’otto settembre! Quando l’intero Paese, la popolazione e l’esercito in guerra vennero lasciati al loro destino! E il Re… d’Italia e d’Albania e Imperatore d’Etiopia… questi i suoi titoli… e la sua corte fuggivano da Roma! Quale vergogna! Un re che abbandona e tradisce i suoi sudditi! E l’Italia intera – quella parte ancora non liberata – divenne preda della feroce dominazione nazista

In seguito, durante la “Repubblica Sociale Italiana”, con capitale a Salò, sul lago di Garda, nata ufficialmente il 23 settembre 1943, la cosiddetta “Repubblica di Salò”, alla quale ovviamente aveva aderito con entusiasmo, Giorgio Almirante si arruolò nella “Guardia Nazionale Repubblicana”. E il 30 aprile 1944 fu addirittura nominato capo gabinetto del Ministero della Cultura Popolare, presieduto da Fernando Mezzasoma. Dopo la guerra e la caduta del fascismo, Almirante, in forza della democrazia che aveva contribuito a distruggere, fu tra i più autorevoli e convinti fondatori del Movimento Sociale Italiano, di chiara ispirazione neofascista, tollerato e addirittura riconosciuto dalla nostra Repubblica democratica. Almirante fu anche tra i fondatori del Fronte della Gioventù, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano.

Ed al Fronte la nostra Giorgia Meloni aderisce nel 1992, a soli 15 anni, con convinto entusiasmo. Nel 1996 diviene responsabile nazionale di Azione Studentesca, il movimento studentesco di Alleanza Nazionale, che rappresenta anche al Forum delle associazioni studentesche istituito l’11 luglio 2002 dal Ministero dell’Istruzione (Ministro pro tempore Letizia Moratti). Il cursus honorum della nostra Giorgia si svolge rapidamente! E’ intelligente e capace. Entra in Parlamento. A soli 31 anni diventa Ministro per la Gioventù: e dura esattamente dall’ 8 maggio 2008 al 16 novembre 2011. E poi, e poi… giungiamo alla fondazione dei “Fratelli d’Italia”. Copio dal web: “Fratelli d’Italia è un partito politico italiano, guidato dal 2014 da Giorgia Meloni in qualità di Presidente. Fondato il 21 dicembre 2012, ha assunto nel 2014 la denominazione di Fratelli d’Italia filiazione di Alleanza Nazionale, mantenuta fino al 3 dicembre 2017. Attualmente Giorgia Meloni dirige dal 2014 il partito denominato Fratelli d’Italia, filiazione di Alleanza Nazionale”.

Cara Giorgia! Come festeggi questa giornata? Penso che ti pacerebbe molto festeggiare un’altra giornata, il 28 ottobre, anniversario della “marcia su Roma”, magari affacciata dallo “storico balcone” di Piazza Venezia, acclamata da una folla plaudente, ed osannante al grido di Duce Duce Duce Giorgia Giorgia Giorgia. Mah! E tra qualche tempo verrà un’altra data! Il due giugno! Un’altra festa! Festa di noi Italiani tutti che in quel giorno del lontano 1946 votammo per la Repubblica! Che farai in quel giorno? Festeggerai la Repubblica nata dalla Resistenza, anche se nel tuo cuore festeggeresti con calore ed ardore la Repubblica Sociale Italiana! Che, purtroppo per te, non c’è più!

Roma, Ricorrenza della Liberazione 2021