Le due spine per Bianchi: mancanza di locali e numerosità delle classi

da Tuttoscuola

Il ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi, in alcune dichiarazioni di questi giorni sul ritorno a scuola in sicurezza ha indicato due gravi ostacoli da rimuovere: la numerosità di molte classi che non assicurano il distanziamento anti contagio, e la mancanza di spazi per accogliere le classi pollaio divise. Si tratta di due ostacoli interdipendenti che il ritorno in classe in presenza (fino anche al 100%) da oggi, 26 aprile, ha fatto esplodere soprattutto negli istituti superiori che, come è noto, detengono lo spiacevole primato di molte classi (soprattutto nel primo anno di corso) con oltre 29 studenti.

Fino ad oggi l’alternanza del 50% di studenti in presenza a scuola o in DAD a casa aveva mascherato il problema della mancanza di aule (per metà vuote a giorni alterni), consentendo quasi sempre di rimediare alla numerosità delle classi.

Ora però, nel momento in cui la presenza di studenti delle superiori a scuola sarà totale, quasi tutti i problemi già emersi nella primavera scorsa, e non adeguatamente risolti in questi mesi, riaffioreranno prepotentemente.

Di fronte alla numerosità delle classi, come molti ricordano, erano state previste risorse per assumere il cosiddetto personale Covid (circa 60 mila docenti e 10 mila Ata) da utilizzare nelle classi sdoppiate, ma evidentemente non hanno coperto l’emergenza oppure non hanno operato in nuovi spazi creati per ospitare le classi sdoppiate grazie alla presenza al 50%.

Il fatto che il ministro Bianchi, in carica da metà febbraio, abbia rimarcato la permanenza dei due ostacoli dell’affollamento irrisolto delle classi e della mancanza di spazi alternativi (anche lui come il suo predecessore Azzolina ha parlato di lezioni all’aperto, nei cortili, nei musei) lascia chiaramente intendere che in tutto questo tempo non si è fatto molto per rimuoverli efficacemente.

Ma affrontiamo nel merito le spine che ora incalzano l’operato di Bianchi.