PNRR: i docenti avranno una carriera

print

da Tuttoscuola

Una novità importante, che dovrà però passare al vaglio dei sindacati, che in passato vi si sono sempre opposti, è quella costituita dal passaggio del PNRR in cui si profila uno sviluppo di carriera “per tutto il personale scolastico” legato non (o non solo) all’anzianità ma anche a un “sistema di formazione in servizio obbligatoria” basato su “un impianto di moduli formativi che consentono l’acquisizione di crediti formativi professionali spendibili per l’avanzamento della carriera, secondo un sistema meritocratico di valorizzazione e attraverso forme di erogazione che trovano luogo di elezione in una Scuola di Alta Formazione”.

Più avanti il PNRR aggiunge che “Per favorire in concreto la formazione continua e l’aggiornamento occorre un sistema di incentivi che si fondi sull’idea di una progressione di carriera dell’insegnante basata sulla misurazione del rendimento e sulla disponibilità di incrementarlo passando attraverso percorsi di autovalutazione, valutazione e recupero personalizzato delle competenze”.

Tempi serrati per un’operazione rivoluzionaria: “Il processo normativo sarà avviato nel 2021 e concluso nel 2022”. La riforma “mira a costruire un sistema di formazione di qualità per il personale della scuola in linea con un continuo sviluppo professionale e di carriera, attraverso l’istituzione di un organismo qualificato deputato alle linee di indirizzo della formazione del personale scolastico in linea con gli standard europei, alla selezione e al coordinamento delle iniziative formative, collegandole alle progressioni di carriera, come previsto nella riforma relativa al reclutamento”.

Determinante è il ruolo della ‘Scuola di Alta Formazione’, definita come “Agenzia del Ministero dell’istruzione”, che avrà “una struttura leggera e sarà dotata di un comitato tecnico-scientifico di elevato profilo professionale (Presidenti di INDIRE, INVALSI, Accademia dei Lincei, rappresentanti OCSE e UNESCO, Coordinatore dei Dipartimenti universitari di pedagogia che partecipano in ragione del loro incarico e senza oneri ulteriori)” e farà capo dal punto di vista amministrativo al Ministero, Dipartimento per il sistema educativo di istruzione formazione.

Si specifica inoltre che “la Scuola svolgerà funzioni di indirizzo e coordinamento dell’attività formativa per tutto il personale scolastico. Saranno coinvolti, non solo Indire e Invalsi ma anche Università italiane e straniere”. Grande spazio è riservato allo sviluppo delle competenze digitali del personale scolastico e per la Didattica digitale integrata.

Infine, si precisa che “la promulgazione della legge è prevista nel 2022 e la piena attuazione della riforma avverrà entro il 2025”. Nessun accenno ai sindacati, neppure un “sentiti”. Ma c’è da scommettere che saranno loro a farsi sentire su una materia, come quella della carriera e dei relativi aspetti retributivi, sulla quale essi da sempre rivendicano la propria esclusiva competenza negoziale.