Nuovo anno con le classi pollaio

da ItaliaOggi

Marco Nobilio
Anche nel prossimo anno scolastico le classi saranno formate secondo le vecchie regole. E cioè secondo i parametri dettati dal decreto del presidente della repubblica 81/2009: da un minimo di 18 alunni fino a un massimo di 26 alunni nella scuola dell’infanzia; da 15 a 26 alunni nella primaria; da 18 a 27 alle medie; da 25 a 30 alle superiori. Resta ferma anche la possibilità di derogare il numero massimo fino a un 10% in più. È quanto si evince dalla nuova circolare sugli organici predisposta dal ministero dell’istruzione, che dovrebbe essere emanata nei prossimi giorni. E previsto, comunque, un incremento di posti nell’organico di diritto, nell’ordine di 5mila unità di docenti di sostegno e di 1000 posti di potenziamento nella scuola dell’infanzia.

I posti di sostegno in organico di diritto al 1° settembre prossimo, dunque, raggiungeranno quota 106.179 e i posti di potenziamento, complessivamente e per tutti gli ordini e gradi di scuola, si attesteranno nell’ordine di 50.502 unità. Va detto subito, peraltro, che l’incremento previsto dell’organico del sostegno previsto per il prossimo triennio è pari a 25mila unità: 5mila in più dal prossimo anno, 11mila dal 1° settembre 2022 e altri 9mila dall’anno scolastico 2023/2024. Resta confermato il taglio di 486 posti di insegnante tecno pratico e di 164 docenti laureati nei percorsi di istruzione professionale. Dunque, nonostante la pandemia in corso, il governo non ha ritenuto di introdurre disposizioni speciali per ridurre il numero di alunni per classe.

Sarà possibile qualche scostamento dai parametri solo se nelle scuole di riferimento vi sarà un numero sufficiente di docenti di potenziamento. Fermo restando, però, che in presenza di spezzoni, i dirigenti scolastici dovranno assegnarli ai docenti di potenziamento astenendosi dal nominare supplenti. Sempre che il docente di potenziamento disponibile in organico insegni la stessa materia a cui è imputato lo spezzone. L’amministrazione scolastica, inoltre, ha raccomandato agli uffici periferici di operare sugli organici in modo tale da assorbire il più alto numero di spezzoni possibile. Anche attraverso un aumento del numero di ore di insegnamento settimanale da assegnare ai singoli docenti delle secondarie.

Dunque, in deroga al limite massimo di 18 ore settimanali previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro. Lo spostamento in avanti del limite massimo che, però non dovrebbe eccedere le 20 ore, sarà finalizzato, oltre che ad assicurare sulle cattedre il maggior numero di docenti di ruolo, anche per limitare al minimo gli esuberi. Ciò anche tramite il consueto assemblaggio di spezzoni su cattedre ubicate in scuole diverse tramite la costituzione di cattedre orario esterne.

Dirigenti scolastici: l’amministrazione centrale ha raccomandato di disporre l’accorpamento delle classi qualora, all’esito dell’acquisizione delle iscrizioni, dovesse risultare che il numero degli alunni sia inferiore a quello previsto. E tale numero sia insufficiente a giustificare la costituzione di due classi. Per contemperare la necessità di rispettare i parametri di legge e, al tempo, stesso, limitare il fenomeno delle classi pollaio, il ministero ha ricordato ai dirigenti scolastici che saranno possibili sdoppiamenti. Ma solo se ciò non comporterà incrementi di organico.

Pertanto, in presenza di docenti di potenziamento in numero utile a coprire l’intero orario delle lezioni, i dirigenti potranno sdoppiare la classe numerosa assegnando la metà degli alunni agli insegnanti «curriculari» e l’altra metà ai docenti di potenziamento. Per quanto concerne l’imputazione dei posti di potenziamento alle classi di concorso e alle tipologie di posto, eventuali modifiche potranno essere disposte dall’ufficio scolastico solo se ciò non determinerà situazioni di esubero. Per esempio, se dovesse verificarsi il pensionamento di un docente della stessa disciplina e della stessa scuola del docente di potenziamento. In quel caso, il docente di potenziamento potrà essere assorbito sulla cattedra lasciata libera dal pensionamento e il posto di potenziamento potrà essere imputato ad altra classe di concorso o tipologia di posto. Fermo restando che i docenti di potenziamento dovranno assorbire gli spezzoni presenti in organico, con conseguente riduzione delle ore di potenziamento in senso stretto. Confermati anche i quadri orari. Nella scuola dell’infanzia, l’orario ordinario, anche il prossimo anno, sarà di 40 ore settimanali elevabili al 50 ore o riducibile a 25 su richiesta delle famiglie.

Nelle scuole primaria l’orario ordinario delle lezioni resta fissato a 27 ore e il tempo pieno a 40 ore settimanali. In presenza di richieste sufficienti a costituire almeno una classe, sarà possibile autorizzare la riduzione a 24 ore. Nelle secondarie di I grado l’orario ordinario rimane fissato a 30 ore, elevabile nel tempo prolungato a 36 o anche fino a 40. Confermati anche gli orari delle superiori e la possibilità di assegnare per continuità didattica anche cattedre con più di 18 ore.