Distrazioni, voti bassi e prof impreparati: 6 studenti su 10 «bocciano» la Dad

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da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Tanti i fattori che portano la maggioranza degli studenti a dare un giudizio negativo della didattica a distanza. Appena 1 alunno su 10 promuove la preparazione tecnologica dei docenti; solo per la metà hanno saputo organizzare lezioni stimolanti. Anche la casa, però, nasconde delle insidie. Così l’attenzione e il rendimento crollano. Per non parlare dei ‘danni’ psicologici, che aprono le porte a comportamenti errati. L’indagine condotta dal portale Skuola.net con l’Associazione Nazionale Di.Te., su 10 mila studenti di età compresa tra gli 11 e i 19 anni

I risultati
La didattica a distanza piace agli studenti? Decisamente no. A pensarla così è il 62% dei 10.000 ragazzi – tra gli 11 e i 19 anni – intervistati tramite un sondaggio promosso dal portale Skuola.net e dall’Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, GAP, cyberbullismo). Una ‘sentenza’ che, dopo oltre un anno di lezioni online, è quasi definitiva. Le cause vanno rintracciate in un mix di fattori e su cui sarà necessario riflettere alla riapertura definitiva degli istituti. Magari partendo già ora, con il rientro pressoché totale in aula degli alunni di elementari e medie e tra il 70% e il 100% – nelle zone gialle e arancioni – di quelli delle superiori, giusto in tempo per l’ultimo mese di scuola. La Dad non convince soprattutto perché gli studenti sembrano aver perso la motivazione a seguire le lezioni, complici anche docenti che non sono riusciti a organizzare lezioni stimolanti: lo dice quasi la metà degli intervistati (48,6%). Un aspetto che ha avuto una conseguenza quasi scontata: un calo del rendimento rispetto a quello che si raggiungerebbe in presenza, percepito come “nettamente” o “leggermente” peggiorato dal 28,7% degli studenti.

Le distrazioni continue
Ma forse la ‘bocciatura’ della Dad è anche il frutto delle tante distrazioni che, stando lontani da occhi indiscreti, tanti ragazzi si sono concessi autonomamente, specialmente attraverso gli strumenti di messaging: il 58% dei ragazzi, ad esempio, ha dichiarato che ha usato app come WhatsApp e/o simili per avere scambi con i compagni o con gli amici, durante le lezioni. Ma la mancanza di concentrazione e attenzione non è sempre “colpa” dei ragazzi. Ci si mettono anche condizioni strutturali: tanti studenti, infatti, raccontano di non essere riusciti a seguire la scuola online perché distratti (58%) o interrotti (51,4%) da altre persone presenti in casa. Inoltre, il 15% degli intervistati ha raccontato di non poter mai o quasi mai contare su uno spazio privato per seguire la Dad. E poi ci sono le interruzioni dovute ai problemi di connessione: ci si è imbattuto più di una volta il 36,8% del campione, “spesso” o “sempre” il 32,3%.

Il ruolo dei docenti
Un contributo, però, viene anche dalla carenza di adattamento dei docenti al nuovo modo di fare lezione: solo il 9,1% degli studenti intervistati ritiene che tutti (o quasi) i docenti sappiano davvero fare lezione in Dad, a cui si aggiunge un 23,5% che perlomeno salva la maggioranza ma ne boccia comunque più di uno.. “Non possiamo bocciare la Dad a priori: laddove si è abbastanza fortunati da avere a disposizione insegnanti preparati, connettività, spazi adeguati a casa, un gruppo classe disciplinato l’apprendimento a casa può funzionare addirittura meglio di quello in presenza – commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – tuttavia per 3 studenti su 10 che affermano di aver ottenuto un rendimento scolastico migliore, ce ne sono altrettanti che sono peggiorati. I dati, inoltre, dimostrano che, al di là dei voti scolastici, i danni che stanno subendo i giovani nella loro crescita sono profondi e non vanno ignorati. Bene quindi l’impegno del Governo finalizzato al rientro in classe, sperando che la percentuale possa crescere sempre di più sulla base dell’andamento dei contagi e delle effettive possibilità degli istituti».