Scuola estiva solo per i fragili

da ItaliaOggi

Alessandra Ricciardi

Dal prolungamento dell’anno scolastico, annunciato dal premier Mario Draghi nel suo discorso di insediamento, si passa a mini corsi di 30 ore per gli studenti più svantaggiati da farsi durante le vacanze. Il piano per la scuola estiva del ministro dell’istruzione, Patrizio Bianchi – che oggi al Senato illustrerà le Linee programmatiche del suo dicastero – ha preso forma con la pubblicazione ieri del manuale per partecipare al bando per l’accesso ai 320 milioni dei Pon. Per consentire la realizzazione del piano, nato per fare recuperare i decadimenti dell’apprendimento e della socialità provocati da un anno di pandemia e di ricorso alla Dad, piuttosto esteso soprattutto in alcune regioni, il ministero dell’istruzione ha attivato 3 linee di finanziamento. La prima contiene i 150 milioni di euro stanziati con l’articolo 31, comma 6, del decreto-legge 41/2021. La seconda linea è di 320 milioni di euro e deriva dal Programma operativo nazionale (Pon) , 2014-2020. Infine, la terza linea di finanziamento contiene i 40 milioni previsti dal decreto 2 marzo 2021, n. 48 (ex lege 440/1997). Micro interventi e non per tutti, che fanno a pugni con una situazione di perdita degli apprendimenti che ha riguardato «anche gli studenti più bravi», come ha detto Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, a ItaliaOggi in un’intervista del 23 marzo scorso. Alla luce delle ultime ricerche, afferma Gavosto, si può dire che quello che sta per concludersi «è stato un anno perso o quasi. È la peggiore emergenza educativa di sempre».

I 150 milioni saranno destinati a supportare le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado, compresa l’infanzia, nello sviluppo di attività volte a potenziare l’offerta formativa extracurricolare, il miglioramento delle competenze di base, il consolidamento delle discipline, la promozione di attività per il recupero della socialità, della proattività, della vita di gruppo degli studenti nel periodo che intercorre tra la fine delle lezioni dell’anno scolastico 2020/2021 e l’inizio di quelle dell’anno scolastico 2021/2022 e a seguire. Le risorse saranno ripartite considerando la popolazione studentesca, in media si calcolano che andranno 18 mila euro a istituzione. Le attività potranno essere progettate e realizzate con soggetti esterni alla scuola.

I 320 milioni di euro del Pon saranno invece destinati alle scuole statali e le scuole paritarie non commerciali, precisa il bando, del I e del II ciclo di istruzione, ma anche ai centri per gli adulti: tutti vi potranno accedere candidandosi con progetti di durata biennale. Le relative risorse saranno rese disponibili per circa il 70% alle regioni cosiddette in ritardo di sviluppo (e dunque Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), per circa il 10% alle regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna) e per il rimanente 20% alle altre regioni (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia-Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto).

Il Bando raccomanda il coinvolgimento «nelle attività didattiche e formative degli studenti in condizioni di particolari fragilità, favorendone l’inclusione e la partecipazione attiva». La fragilità è da intendersi in termini sociali ed economici, ma anche di apprendimento, tanto che uno degli indicatori per aggiudicarsi i fondi saranno i risultati dei test Invalsi, che però sono ancora in corso di svolgimento per quest’anno, e che daranno un punteggio di 30 su 100. Ai tassi di dispersione registrati andranno 25 punti, lo status economico della famiglia peserà per altri 25 punti.

Il massimale è previsto in 60 mila euro a istituzione fino a 600 iscritti, fino a 100 mila oltre i 600 studenti. Si stima un corso medio per 20 alunni per 30 ore, tre al giorno per dieci giorni. Il costo orario per gli esperti che lavoreranno al progetto sarà di 70 euro, per i tutor sarà di 30. Le scuole potranno rivolgersi anche a enti esterni per l’erogazione del servizio. Individuate le aree tematiche, lingua italiana e cittadinanza attiva, e gli obiettivi, dalla riduzione della dispersione scolastica e formativa al miglioramento delle competenze chiave, all’innalzamento del livello di studio anche per gli adulti.