Scontro sulle cattedre scoperte: la partita sul tavolo di Draghi

da la Repubblica

di Corrado Zunino

ROMA — La questione è che sul tema centrale della scuola — l’arruolamento dei docenti sempre al centro della scena perché da una vita non lo si risolve — il ministro Patrizio Bianchi non riesce ad andare avanti. Il problema atavico porta diritto alle cattedre scoperte, ai precari, e lega i due anni pandemici con la ripartenza «tutti in classe» del prossimo settembre. Bianchi ha detto una cosa chiara alla Camera, due pomeriggi fa: «Stiamo ragionando con il ministero delle Finanze per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone », intendeva i precari della scuola, i supplenti storici, «all’interno di una visione stabile per far partire la macchina di un’assunzione regolare e continua».

Parlava del Patto con i precari che, peraltro, Bianchi teorizza dalla scorsa estate, a voce e sui libri. È il passaggio necessario per arrivare, quindi, ai concorsi «ordinati e annuali ». Per ora deve ragionare sull’assunzione di 60 mila docenti senza cattedra da fare sulla base dell’anzianità di insegnamento e dei titoli conseguiti. È un’idea, questa, maturata la scorsa Pasqua. Doveva diventare un decreto entro aprile, ma a un mese dalla fine della scuola non matura. È un corso-concorso che offre la possibilità ad abilitati e no di entrare in classe per un anno, farsi valutare per una stagione scolastica con un rigore fin qui sconosciuto e sottoporsi a un controllo finale — un esame orale e scritto? — a giugno 2022. Un percorso obbligato visto che, dopo l’infinita pandemia, il Decreto Brunetta sui concorsi pubblici ha imposto un nuovo rallentamento ai due bandi ordinari: siamo alla quarta riunione di tecnici al ministero dell’Istruzione sul tema e si andrà alla quinta. Ecco, per avere i docenti in cattedra a fine agosto, altra promessa di Bianchi, le chiamate dovrebbero chiudersi a fine giugno, che è dopodomani.

Ma il professor Bianchi, l’ex rettore, non riesce a chiudere il suo atto più importante. Lucia Azzolina, ora portavoce alla Camera dei Cinque Stelle, si è piazzata di traverso: ha messo a tacere le voci dialoganti del movimento e ha portato la sottosegretaria all’Istruzione, Barbara Floridia, a scagliare l’alabarda sul Patto con i precari: «È una sanatoria, noi vogliamo in cattedra i migliori».

Sul Patto sono d’accordo il Pd, Forza Italia con Valentina Aprea, la Lega che ha ridotto le sue pulsioni «dentro tutti i precari». Italia Viva è pronta ad accettare una stabilizzazione «con un percorso rigoroso». L’asticella dell’ex ministra dell’Istruzione, però, non si sposta e il titolare in carica deve portare la questione direttamente al premier Draghi.

Alessandro Fusacchia, deputato di Facciamo Eco, ambientalisti che hanno votato la fiducia al governo, chiama «subito una riunione di maggioranza ». E il sottosegretario leghista Rossano Sasso spiega: «La vicenda precari è salita al livello del Consiglio dei ministri. Salvini mi chiede aggiornamenti quotidiani ed è pronto a difendere la stabilizzazione dei supplenti come ha fatto con riaperture dei ristoranti e coprifuoco». Il Mef, tra l’altro, ha fatto notare a Bianchi che ci sono soldi per assumere docenti o dai due concorsi o da questa stabilizzazione per titoli. Non per entrambi i percorsi.