La fine di una tragedia

La fine di una tragedia

di Maurizio Tiriticco

8 MAGGIO! Un giorno come un altro, oggi! Ma per menonagenario è vivissimo il ricordo di quel lontano 8 maggio 1945: la tanto attesa fine di quella terribile seconda guerra mondiale! E a pochi giorni da quel 25 aprile, la definitiva liberazione del nostro Paese dalla feroce occupazione nazista.

Ricordo quei giorni… terribili e festosi! Il 27 aprile gli Alleati si avvicinano a Milano e Benito Mussolini viene catturato dai partigiani mentre sta cercando di fuggire in Svizzera insieme all’amante Claretta Petacci e una borsa piena di… non si è mai saputo con certezza di cosa. Il 28 aprile gli altri esponenti di spicco della Repubblica Sociale italiana (meglio nota come Repubblica di Salò), tra cui Alessandro Pavolini e Francesco Maria Barracu, vengono portati a Dongo e fucilati. Mussolini e Claretta Petacci, invece, dopo la cattura, sono fucilati a Giulino di Mezzegra. I corpi vengono trasportati a Milano e nella notte sono espostiinsieme ai cadaveri di altri 18 gerarchi fascisti in Piazzale Loreto. Nello stesso luogo dove il 10 agosto del 1944 erano stati fucilati ed esposti al pubblico i corpi di quindici partigiani. Purtroppo, nella tragica guerra scatenata dalla follia di due dittatori, sangue chiama sangue!

Nei giorni successivi le forze tedesche a Berlino si arrendono in via definitiva: il 2 maggio termina la Battaglia di Berlino. E il generale Helmuth Weidling, comandante dell’area difensiva di Berlino, consegna senza condizioni la città al Generale dell’Armata Rossa Vasilij Čujkov. Lo stesso giorno gli ufficiali al comando delle due armate a nord di Berlino, il Generale Kurt von Tippelskirch, comandante della 21ª armata e il Generale Hasso von Manteuffel, comandante della 3ª armata Panzer, si arrendono agli Alleati.

Ma che accade in Germania? Alle ore 15,15 circa del 30 aprile, Adolph Hitler, mentre infuria la fase conclusiva dellacosiddetta “battaglia di Berlino”, rendendosi conto che tutto è ormai perduto, si suicida nel bunker della Cancelleria assieme a sua moglie Eva Braun, che aveva sposato nella notte tra il 28 e il 29 aprile. Nel suo testamento nomina l’ammiraglio Karl Dönitz nuovo Reichspräsident e Joseph Goebbels nuovo Cancelliere del Reich. Goebbels si suicida il 1º maggio. Lutz Graf Schwerin von Krosigk, che era stato nel governo di Hitler Ministro delle finanze fin dal 1933,viene chiamato dal Presidente Dönitz a succedergli. Von Krosigk tuttavia rifiuta di ricoprire la carica di Cancelliere della Germania, assumendo la qualifica di Primo Ministro. Dönitz quindi assume contemporaneamente la carica di Reichspräsident e quella di Reichskanzler. Ma la battaglia incalza nelle strade di Berlino. Alle ore 22.50 del 30 aprile i sergenti sovietici Meliton Kantaria e Michail Egorovconquistano il Palazzo del Reichstag e innalzano sul tetto la bandiera della Vittoria dell’Armata Rossa. Una celebre foto immortala quel gesto!

Nei giorni successivi le forze tedesche stanziate nella Germania nordoccidentale, in Danimarca e nei Paesi Bassi si arrendono. Il 4 maggio il Feldmaresciallo britannico Bernard Law Montgomery riceve dai Generali Hans-Georg von Friedeburg e Hans Kinzel la resa incondizionata di tutte le forze stanziate in Olanda, nella Germania nord-occidentale e in Danimarca, comprese le forze navali. Anche in Italia le forze tedesche si arrendono in via definitiva. Il 1º maggio il generale delle SS Karl Wolff e il comandante in capo della 10ª armata tedesca, Generale Heinrich von Vietinghoff, dopo lunghi negoziati segreti e non autorizzati con gli Alleati, ordinano a tutte le forze tedesche in Italia di cessare le ostilità e firmano un documento di resa incondizionata.

Ma i tedeschi disponevano anche di forze navali. Il 5 maggio l’ammiraglio Dönitz ordina a tutti gli U-Boot di cessare le operazioni offensive e di tornare alle loro basi. Alle 14:30 il Generale Hermann Foertsch comunica la resa di tutte le forze comprese tra le montagne della Boemia e il fiume Inn al Generale statunitense Jacob L. Devers, comandante del 6º gruppo. Alle 16:00 il Generale Johannes Blaskowitz, comandante in capo in Olanda, si arrende al Generale canadese Charles Foulkes nella piccola città olandese di Wageningen alla presenza del Principe Bernhard (facente funzioni di comandante in capo delle forze interne olandesi). A Dresda avviene l’incredibile! Martin Mutschmann comunica che sta per essere lanciata un’offensiva tedesca in larga scala sul fronte orientale. Ma due giorni dopo viene catturato dalle forze sovietiche mentre, in realtà, cerca di fuggire.

Il 6 maggio alle 18:00 il Generale Hermann Niehoff,comandante della città-fortezza di Breslavia, circondato e assediato da mesi, si arrende ai sovietici. Un’ora e mezza dopo la caduta della fortezza di Breslavia, il Generale Alfred Jodl giunge a Reims e, seguendo le istruzioni di Dönitz,offre la resa di tutte le forze tedesche che combattevano contro gli Alleati in occidente. Eisenhower pretende invece la resa incondizionata di tutte le forze tedesche, comunicando a Jodl che, in caso contrario, avrebbe ordinato la chiusura delle linee occidentali ai soldati tedeschi, costringendoli ad arrendersi ai sovietici. Jodlinforma Dönitz della richiesta di Eisenhower. Poco dopo la mezzanotte Dönitz invia un messaggio a Jodl autorizzandocosì la completa e totale resa di tutte le forze tedesche.

Alle 02:41 della mattina del 7 maggio 1945 il generale Alfred Jodl firma nei quartieri generali Alleati di Reims in Francia i documenti di resa della Germania. Viene deciso che la cessazione delle attività belliche tedesche deve avvenire alle 23:01 dell’8 maggio 1945. Il giorno successivo il feldmaresciallo Wilhelm Keitel ed altri rappresentanti dell’alto comando giungono a Berlino dove firmano un documento simile, alla presenza del maresciallo Georgij Žukov, arrendendosi esplicitamente alle forze sovietiche. La cerimonia della firma avviene in una villa, in cui era stato posto il Comando Sovietico, nella periferia orientale di Berlino, nel quartiere di Karlshorst, divenuto decenni dopo l’attuale museo russo-tedesco.

Siamo ormai alla fine della guerra in Europa. La resa definitiva viene firmata il 7 maggio a Reims tra la Germania e gli anglo-americani, ma, per volere di Stalin, viene firmata una seconda resa a Berlino nella tarda sera dell’8 maggio. Ma a Mosca è già il 9 maggio! Pertanto, mentre gli Stati Uniti dichiarano l’8 maggio il giorno della vittoria in Europa, nell’Unione Sovietica la resa della Germania avviene il 9 maggio. Quindi l’anniversario della vittoria viene proclamato il 9 maggio.

Purtroppo la seconda guerra mondiale non è finita! Continua in estremo Oriente contro il Giappone. Ma questa è un’altra storia.