Tornano le bocciature. I presidi: “Terremo conto delle difficoltà, ma non sarà un tutti ammessi”

da la Repubblica

Ilaria Venturi

La circolare è arrivata ieri. E ripristina ufficialmente quello che già si sapeva: quest’anno le scuole potranno bocciare e rimandare, ovvero assegnare agli studenti materie da recuperare. Anche – novità di quest’anno – l’educazione civica. Ma come? Con un occhio di riguardo alle difficoltà che hanno avuto i ragazzi in questo secondo anno di pandemia, sia in Dad che in presenza.

L’anno scorso ci fu la promozione per tutti. Quest’anno non sarà più garantita. Il destino scolastico degli studenti torna nelle mani dei consigli di classe. E l’orientamento è quello di bocciare, se necessario. “Come si è sempre fatto, pur tenendo conto del contesto” ripetono i presidi. Il discorso riguarda le superiori, mentre i bambini della primaria avranno la novità dei giudizi in pagella, non più i numeri.

La circolare a firma del capo dipartimento Stefano Versari invita a una valutazione che rifletta “la complessità del processo di apprendimento maturato nel contesto dell’attuale emergenza epidemiologica”. E si ribadisce che “il processo valutativo sul raggiungimento degli obiettivi di apprendimento avverrà in considerazione delle peculiarità delle attività didattiche realizzate, anche in modalità a distanza, e tenendo debito conto delle difficoltà incontrate dagli alunni e dagli studenti con riferimento all’intero anno scolastico”.

L’unica deroga potrà essere quella che riguarda il numero di giorni di frequenza. Gli studenti che non siano riusciti a seguire le lezioni a distanza a causa di difficoltà di connessione o più in generale per problemi legati al Covid potranno comunque essere ammessi alla classe successiva se hanno la sufficienza in tutte le materie.

Racconta Anna Maria Savarese, vicepreside all’istituto tecnico-professionale Belluzzi di Bologna, un istituto da 1600 ragazzi: “Una nostra studentessa è rimasta bloccata in Germania per lungo tempo a causa del covid, non potevamo farle avere una connessione e la strumentazione per collegarsi a distanza. Ma è molto brava, ha tutti voti alti: ecco in questo caso chiederò una deroga”. Ma far passare tutti, proprio no. Nei tecnici e professionali soprattutto al primo e secondo anno le percentuali dei bocciati superano il 20%. “Non credo che quest’anno cambierà molto, anche se terremo conto di tutte le difficoltà. Ma l’ottica rimane sempre quella: capire se uno studente ha le potenzialità per recuperare e andare avanti o se è meglio fermarlo”.

“Io sono dell’avviso di far valere il problema delle assenze solo se ci sono situazioni negative di profitto – spiega Nicoletta Puggioni, preside dell’istituto Devilla a Sassari – ed è ovvio che non si boccerà tenendo conto solo delle medie matematiche dei voti. Un criterio sarà anche quello di vedere chi si è impegnato nel recupero di quanto perduto lo scorso anno. Le difficoltà sono nei ragazzi che hanno sofferto di crisi d’ansia e di panico, casi che abbiamo avuto in tutte le classi. Un fenomeno del genere in 15 anni che sono preside non lo avevo mai visto. Questo è il contesto di cui dovremo tenere conto in fase di valutazione, alle famiglie ho chiesto certificazioni mediche che attestino queste sofferenze dovute all’emergenza pandemica”.

Insomma, in sede di scrutini molti dirigenti chiederanno di usare criteri “elastici”, ma non “per chi ne ha approfittato”. “Quale vantaggio può avere uno studente a passare all’anno successivo senza averne le competenze? – ragiona Nicoletta Puggioni – l’anno scorso la decisione di non bocciare è stato un danno per i ragazzi”. Lo pensano in molti dirigenti e professori.

“La ripetenza punitiva non serve a nulla” osserva Gabriella Benzi, preside dell’istituto comprensivo di Govone, in provincia di Cuneo. Il tema delle bocciature, residuale alle medie, comunque si pone. “I ragazzi hanno patito molto, cercheremo di capire il percorso di maturazione e le criticità legate alla connettività, visto che in alcune nostre zone non c’è la fibra, ma devono essere i consigli di classe a valutare il percorso dei tre anni. Nostra responsabilità è mandarli attrezzati alle superiori e nel valutarli rimane il buon senso e la conoscenza che abbiamo di ciascun alunno”.

Antonello Giannelli, voce dell’Anp, non si aspetta una valanga di ricorsi in caso di bocciature. “L’anno scorso la didattica a distanza è stata improvvisata, quest’anno era già rodata e ha funzionato. Il metro di valutazione sarà quello di prima della pandemia, tenendo ovviamente conto dell’emergenza vissuta anche quest’anno. Insomma, nessuna scusa: chi non ha studiato, rischia. “Non si tratta di essere più o meno severi – spiega Alessandra Francucci dell’associazione dirigenti scolastici – in questi giorni non faccio altro che incontrare famiglie con figli in difficoltà. Saremo molto comprensivi, ma non sarà una promozione per tutti”.

Gli studenti? Il 56% è d’accordo: no ai tutti.ammessi

Ma i ragazzi che dicono? Li ha interpellati Skuola.net con un sondaggio effettuato da fine marzo su 2.500 alunni di scuole medie e superiori. Il 56% è d’accordo sul ritorno delle bocciature. Mentre è il 44% chi si oppone. È soprattutto la valorizzazione dell’impegno l’aspetto che spinge così tanti ragazzi a schierarsi a favore di veri scrutini di fine anno. Per oltre due terzi di loro (68%), infatti, chi aveva voglia di studiare ha continuato a farlo anche a distanza e, quindi, “non sarebbe giusto se venisse riservato lo stesso trattamento indistintamente a tutti”. Ancora più duro il 16%, secondo cui “fermare” gli alunni più in difficoltà potrebbe essere quasi un bene, per aiutarli a recuperare le lacune accumulate. Mentre per circa 1 su 10 sarebbe un errore promuovere tutti perché la Dad, quest’anno, non ha inciso così profondamente sul rendimento rispetto a dodici mesi fa.