Patto per la scuola in stand by: precari, aumento degli stipendi e mobilità gli scogli da superare

da Tuttoscuola

“Supplemento di istruttoria” sul “Patto per la scuola” da sottoscrivere con i sindacati: slitta ancora la firma. Ben tre sarebbe gli scogli da superare: precariato, aumento degli stipendi e mobilità dei docenti. Il testo del Patto per la Scuola è stato comunque definito nelle sue parti essenziali, ma  dovrà essere sottoposto direttamente al premier, Mario Draghi. Proprio dal presidente del Consiglio avremo dunque la prima formula del nuovo reclutamento, che riguarderà nell’immediato anche la stabilizzazione dei precari. Saltano le tempistiche: pensare di farcela per settembre sarebbe infatti davvero surreale.

Secondo quanto riporta IlSole24Ore, il primo scoglio sarebbe il maxi piano di assunzioni e stabilizzazioni di almeno 60mila (se non più) insegnanti precari allo studio dell’Istruzione, da realizzare, secondo quanto scritto nella bozza di patto, “anche attraverso una procedura urgente e transitoria di reclutamento a tempo indeterminato”. L’intenzione del Ministero dell’Istruzione sarebbe quella di far leva su un insieme di strumenti, ordinari e straordinari, con lo scopo di coprire quante più possibili delle oltre 100mila cattedre oggi libere e disponibili. Ma i costi sarebbero elevati, senza contare che una nuova sanatoria dovrebbe superare il vaglio dell’Ue che da anni ha acceso un faro sulla gestione italiana del precariato scolastico.

Il secondo ostacolo da superare sarebbe poi quello relativo agli aumenti. Nella bozza del Patto per la scuola si parla infatti di “efficaci politiche salariali del personale, con il prossimo rinnovo del contratto, richiedendo lo stanziamento di risorse aggiuntive”, ma oggi con i fondi a disposizione, gli aumenti previsti per gli oltre 800mila insegnanti, precari inclusi, oscillano intorno ai 90 euro lordi mensili (50-55 euro netti). Il governo Conte si era prefissato di arrivare a un aumento di 100 euro.

Terzo ostacolo, l’agevolazione della mobilità dei docenti. Oggi il vincolo è di 5 o 3 anni, ma si vorrebbe passare a 3 per tutti.