Corsi di sostegno, i posti del VI ciclo Tfa di specializzazione in base alle cattedre vacanti: lo dice il Consiglio di Stato

da La Tecnica della Scuola

Sulle selezioni per entrare a far parte degli ultimi corsi di specializzazione di sostegno, il Consiglio di Stato ha dato ragione a chi ha fatto ricorso: nel decidere la quantità di posti da assegnare ai singoli corsi di specializzazione, per i giudici di Palazzo Spada c’è stata una grave sperequazione nella distribuzione locale. Del resto, laddove i posti disponibili erano migliaia, le Università hanno organizzato corsi per poche centinaia di persone. Mentre, al contrario, nelle province dove non c’era un alto numero di posti vacanti di sostegno, soprattutto al Sud, gli atenei hanno allestito corsi specializzanti con migliaia di posti. A questo punto, appurati gli errori commessi in occasione dell’ultimo Tfa sostegno, il Consiglio di Stato ha stabilito, con la sentenza n. 3655/21 del 10 maggio, che in occasione del prossimo Tfa, il VI, specializzante gli atenei dovranno rispettare il fabbisogno territoriale di docenti di sostegno nella determinazione dei posti da mettere a bando. L’offerta formativa va adattata quindi alle necessità territoriali, non viceversa.

La sentenza

È lo stesso organo superiore di giustizia a fare degli esempi clamorosi: in Piemonte, scrive il Consiglio di Stato, “il fabbisogno di insegnanti da specializzare nel 2018 ammontava a 4.657 posti, ma nell’ultimo ciclo di TFA sono stati autorizzati solo 200 posti. In Emilia-Romagna il fabbisogno di insegnanti da specializzare ammontava a 4.860 posti (oggi sono diventati 6.000), ma nell’ultimo ciclo di TFA ne sono stati autorizzati solo 320”.

In pratica, “per ammissione della stessa amministrazione resistente è mancata la necessaria preventiva consultazione tra le Università e gli Uffici scolastici regionali in merito ai fabbisogni di personale da specializzare per le attività didattiche di sostegno”.

Le reazioni

A sottolineare l’orientamento dei giudici sono stati anche il professor Aurelio Tommasetti, responsabile del Dipartimento Università della Lega, e il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Scuola dello stesso partito

“Il Consiglio di Stato, con, ha accolto l’appello di quattro docenti del Piemonte e dell’Emilia-Romagna, non ammessi ai corsi di sostegno a causa della sperequazione territoriale dei posti autorizzati rispetto al reale fabbisogno espresso, ammettendoli a partecipare in sovrannumero. La sentenza evidenzia la sperequazione contra legem tra posti di sostegno e offerta formativa a danno dei docenti delle due regioni, portando anche esempi contrari degli ambiti territoriali di Calabria e Sicilia”.

Per la Lega è stato quindi procurato “un danno a disabili, scuole e a quei docenti che non hanno potuto frequentare il corso di formazione nella propria regione”.

Oltre a chiedere di allestire i nuovi Tfa sostegno sulla base delle “reali necessità in termini di fabbisogno di posti”, Tommasetti e Pittoni rivendicano pure la necessità di “migliorare la qualità della formazione dei docenti di sostegno alla luce del nuovo strumento organizzativo-didattico del Piano Educativo Individualizzato, dei mutamenti sociali nell’ultimo periodo e della legge di riforma dello sport, che allarga la partecipazione dei disabili ai gruppi civili e militari dello Stato”.

A commentare la sentenza è stato anche l’Anief, che aveva sollecitato il Consiglio di Stato perché si esprimesse sulla vicenda. “La sentenza definitiva del Consiglio di Stato – dichiara Marcello Pacifico, leader del sidnacato che ha prodotto il ricorso – è di fondamentale importanza perché sia assicurato su tutto il territorio nazionale un numero di specializzazioni adeguato al reale fabbisogno e che non si tenga soltanto conto, come nei casi denunciati dal nostro sindacato, delle esigenze organizzative degli atenei. Tanto più che oggi sappiamo essere possibile attivare e svolgere i corsi anche per via telematica, superando così le difficoltà strutturali delle università”.

Il sindacato “provvederà adesso a diffidare i rettori degli atenei interessati affinché pongano immediato rimedio a questa situazione attivando tutti i posti necessari sin dal prossimo ciclo di TFA Sostegno, che peraltro sarà l’ultimo del triennio di specializzazioni in corso”.