Con la Dad al 90% degli studenti mancano le risate con i compagni

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Ai giovani in Dad è mancato soprattutto ridere coi compagni di scuola (89%) e la loro vicinanza fisica (68%). Ben il 15,8% segnala di non avere un computer adeguato per seguire le lezioni, il 32,2% che a casa ha problemi di connessione e per questo ha saltato lezioni. Ma il Pc non serve ai ragazzi solo per seguire le lezioni a distanza: l’85,6% segnala che lo usa per combattere la noia, e il 77,9 % che lo utilizza per rimanere al passo con il programma scolastico. Internet diventa però, per le nuove generazioni, anche il luogo grazie al quale si tengono informati, come segnala l’86% degli studenti e studentesse che hanno risposto al sondaggio. E’ quanto emerge dal sondaggio sulla scuola al tempo del Covid effettuato su oltre 20mila studenti di 92 province e 1470 Comuni d’Italia che verrà presentato oggi, alle 15, nell’Università degli studi Internazionali di Roma (Unint).

Il non essere fisicamente in classe a volte aiuta: il 40,1% dice che l’interrogazione diventa più facile perché non si sentono i commenti dei compagni, il 45,2% che è più facile anche perché gli altri non si accorgono del proprio imbarazzo. Ma nel 42,7% dei casi la motivazione allo studio è diminuita, nel 37,4% è rimasta costante e nel 20% è aumentata.

Il rendimento è segnalato come peggiorato nel 18,6% dei casi, è rimasto inalterato per il 51,4% ed è migliorato per il 30% degli studenti.

Tra le condizioni di vantaggio della Dad, l’aspetto più gradito è non doversi spostare per lunghi tragitti per arrivare a scuola (80,9%) e l’avere più tempo a disposizione (69,2%). Tuttavia moltissimi segnalano che ci si annoia (57%).

Tante anche le curiosità rivelate dal sondaggio: chi al mattino si lava ma poi resta in pigiama per seguire le lezioni è il 48,4%, mentre chi si lava e si veste come nel pre pandemia è il 44,4%: tra questi ultimi è maggiore il numero degli studenti (48,2%) rispetto a quello delle studentesse (42,2%), forse a testimoniare che in tempi di pandemia per le ragazze si allenta la pressione sociale connessa ai modelli estetici di riferimento, e si gode di una maggiore zona di comfort.