Privacy, stop ai dati sui bimbi in quarantena

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da Il Sole 24 Ore

di Pietro Alessio Palumbo

La scuola che dà seguito a una richiesta di informazioni sul numero dei casi di bambini in isolamento o quarantena per Covid-19 ne può violare gravemente la riservatezza. Con il provvedimento 157/2021 il Garante Privacy ha risposto in questi termini a una richiesta di parere su una istanza di accesso civico formulata ad alcune scuole da un comitato costituito da famiglie, professionisti della scuola e studenti attivi nella società civile, con l’obiettivo di rendere piena trasparenza sullo stato di diffusione del Covid-19 nelle scuole.

Niente da fare per l’Autorità: i bambini potrebbero essere identificabili anche solo indirettamente. E ciò è tanto più probabile con riguardo ai bambini iscritti negli istituti dei comuni molto piccoli, dove anche la comunicazione di dati in forma aggregata è inutile ai fini della tutela dalla identificabilità. Per il Garante, le informazioni riferite a persone fisiche, identificate o identificabili, che hanno contratto il virus Covid-19 rientrano nella definizione di dati sulla salute per i quali va in ogni caso escluso l’accesso civico.

Nel caso esaminato, poi, le informazioni richieste sono particolarmente delicate essendo riferite a minorenni. Un’eventuale ostensione di questi dati personali, unita al particolare regime di pubblicità dell’accesso civico, può essere fonte di rischi molto gravi per gli alunni interessati, determinando possibili ripercussioni negative sul piano personale, sociale e relazionale.