Vacanze studio all’estero più difficili con Covid e Brexit

da Il Sole 24 Ore

di Maria Piera Ceci

Ultimi giorni di scuola, tempo di pensare alle vacanze. E spesso per gli studenti è tempo di pensare a come migliorare la conoscenza della lingua inglese, ormai diventata così importante, anche in vista dell’iscrizione all’università, all’estero o anche in Italia per i corsi che vengono tenuti il lingua. Per tante famiglie è consuetudine mandare i propri figli a studiare d’estate nei Paesi anglo-sassoni. Nel 2019, quindi in tempi preCovid, sono stati 110mila gli studenti italiani che hanno fatto l’esperienza di una vacanza studio all’estero, fra viaggi individuali e gruppi guidati. L’Italia è il primo mercato per le vacanze studio per il Regno Unito e per gli Stati Uniti.

Ma quest’anno un’impresa non semplice, a causa della Brexit e del Covid. «Il nostro riscontro anche quest’anno è di un grande interesse» – racconta a Tutti a scuola, su Radio 24, Vittorio De Paola, referente per l’Italia della Cambridge Assessment English, istituto specializzato nelle certificazioni linguistiche (qui il podcast https://bit.ly/2SFYLv4 ).

Covid e Brexit hanno regalato agli studenti anche questa difficoltà.
«L’Italia è un Paese che negli anni ha organizzato tante esperienze di studio all’estero. La pandemia però ha avuto un impatto anche sui viaggi studio. In particolare per la Gran Bretagna restano al momento le restrizioni: ci sono regole che vanno rispettate in base al Paese di provenienza. Il governo inglese ha diramato delle linee guida che prevedono per gli italiani quarantena e doppio tampone. Bisogna informarsi con attenzione presso le strutture ricettive. Molti college si sono attrezzati».

La quarantena di fatto rende impossibile la classica vacanza studio di due settimane, anche se quest’anno molte associazioni si stanno organizzando con offerte diverse: soggiorni linguistici in Italia con insegnanti madrelingua, crociere rivolte ai ragazzi con annesso pacchetto di lezioni di inglese.
«Il consiglio è di informarsi bene prima di decidere di partire, ma soprattutto di considerare il viaggio studio come un momento che rientra in un percorso più strutturato. Non basta andare all’estero per 15 giorni per imparare l’inglese. Bisogna iniziare da piccoli, procedere step by step e frequentare corsi di lingua tutto l’anno. Il viaggio deve diventare un momento per allenare quanto imparato».

Restrizioni Covid, ma anche la Brexit ha complicato le cose.
«La Brexit ha reso più articolato l’accesso nel Regno Unito anche per motivi di studio. E’ stato introdotto un sistema a punti per ottenere il visto. Nello specifico bisogna ottenere 70 punti, 10 dei quali vanno raggiunti dimostrando una competenza linguistica B2, che va attestata con una certificazione linguistica riconosciuta».