Bilancio di un anno che si avvia alla conclusione

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Bilancio di un anno che si avvia alla conclusione

di Cettina Calì

Le lezioni stanno per concludersi e guardando all’anno scolastico che sta per finire possiamo riscontrare che è stato caratterizzato da notevoli sfide. Infatti il mondo della scuola ricorderà il  2020/2021, oltre che  per la pandemia e per  la ripresa dei lavori complessa,  delicata e faticosa, anche per le notevoli novità con le quali la classe docente si è dovuta confrontare. Novità  che hanno avuto notevoli riflessi sia sull’organizzazione del lavoro degli stessi  insegnanti che sulla gestione delle normali attività didattiche con gli alunni.

In breve ricordiamo:

  • La legge n.92 del 20 agosto 2019 ha introdotto l’Educazione Civica, attraverso lo studio di tre nuclei tematici principali (Costituzione, Sviluppo Sostenibile e Cittadinanza Digitale), obbligatoria in tutti gli ordini di scuola, a partire dall’anno scolastico 2020/2021. Con il successivo decreto n.35 del 22 giugno 2020, inoltre,  sono state pubblicate le Linee Guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica lasciando, tuttavia, la piena autonomia alle istituzioni scolastiche per la definizione del proprio curriculo, dei relativi traguardi di apprendimento, in linea con le Indicazioni Nazionali. L’obiettivo della nuova Educazione Civica, che ha modificato   l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” (Legge 169/2008), è stato quello di promuovere delle attività per contribuire alla formazione dei cittadini responsabili, attivi e partecipi alla vita civica, culturale e sociale della comunità nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri.
  • La nuova valutazione nella Scuola primaria dove i giudizi descrittivi hanno sostituito i voti numerici, su base decimale,  nell’impianto della valutazione periodica e finale per ciascuna delle discipline previste dalle Indicazioni Nazionali per il curriculo, inclusa l’Educazione civica. La nuova valutazione, declinata con quattro livelli,  ha permesso di rappresentare, in maniera chiara e trasparente, i processi cognitivi e meta-cognitivi, emotivi, sociali e relazionali attraverso cui si manifesta l’apprendimento e la competenza negli alunni. “L’ottica è quella della valutazione per l’apprendimento, che ha carattere formativo poiché le informazioni rilevate sono utilizzate anche per adattare l’insegnamento ai bisogni educativi concreti degli alunni e ai loro stili di apprendimento, modificando le attività in funzione di ciò che è stato osservato e a partire da ciò che può essere valorizzato”. 
  • I quattro modelli nazionali  del Piano Educativo individualizzato (PEI), per gli alunni e le alunne con disabilità, che  vanno elaborati  ed approvati dal Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione (GLO), secondo la prospettiva bio-psico-sociale dell’ICF dell’OMS, con particolare  riguardo all’indicazione dei facilitatori da attivare e delle barriere da rimuovere, al fine di  superare la parcellizzazione dei singoli interventi (sanitari,  assistenziali, scolastici) e costruire, in tal modo,  l’interazione programmata dei servizi di sostegno al disabile, garantendo “un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovendo opportunità di apprendimento continuo per tutti”. Si è passati, quindi,  dal concetto di “persona con handicap” a quello di “persona con disabilità”: da un modello medico si è passati ad un modello sociale, la cura medica include l’integrazione sociale, l’aiuto professionale si fonda sulla responsabilità individuale e collettiva, il “prendersi cura” diviene garanzia per  il pieno riconoscimento dei diritti umani. L’apprendimento inclusivo, pertanto, deve essere il  frutto di adeguate scelte organizzative e di lavoro di squadra. Ma ciò porta indubbiamente lo spunto per un’ulteriore riflessione sulla necessità di garantire a tutti gli alunni, ed in modo particolare a quelli più fragili, la continuità del percorso formativo.

 “La Continuità nasce dall’esigenza primaria di garantire il diritto del bambino/ragazzo a un percorso formativo organico e completo[… ] a livello psicologico, pedagogico e didattico. La sua attuazione contribuirà a costituire l’identità del singolo individuo” (D.M 4/3/91).

In quest’ottica la  continuità nasce dall’esigenza di creare unità, intesa come collegialità, corresponsabilità e condivisione; linearità come prosecuzione dei percorsi e delle esperienze; organicità come coerenza progettuale e metodologica.

Ecco perché risulterebbe fondamentale  mantenere lo stesso insegnante di sostegno, in un’ottica di continuità e non di frammentarietà del percorso di studi,  nell’interesse dell’alunno con disabilità, al fine di non comprometterne ulteriormente il percorso formativo già avviato, evitando il continuo cambio delle figure di riferimento.

Per garantire continuità bisognerebbe affrontare, una volta per tutte ed in maniera definitiva, la problematica del reclutamento dei docenti. In piena pandemia, infatti,  è stata avvita una procedura di reclutamento che sembrava avesse previsto circa 70.000 assunzioni. Da un’indagine condotta dalla CISL Scuola sembrerebbe che per “quanto riguarda il sostegno, si parte da poco meno di 20.000 posti (rimasti dalle assunzioni dello scorso anno) a cui si devono aggiungere i 5.000 posti consolidati in organico di diritto dalla legge di bilancio per il 2021 e 1.880 per possibili pensionamenti. Inoltre, la CISL Scuola fa notare come 20.645 titolari su sostegno hanno presentato domanda di trasferimento e di questi 12.337 hanno chiesto trasferimento su posto comune. Tenuto conto che storicamente i trasferimenti da posto sostegno a comune si aggirano sui 4.500/5.000 unità annue, si può stimare che vi siano al momento circa 31.000 posti vacanti utilizzabili per assunzioni in ruolo. 

Complessivamente, dunque, 46.600 posti residuati dalle assunzioni dello scorso anno a cui si devono aggiungere circa 32.900 possibili pensionamenti e i 1.000 posti di ampliamento organico potenziato della scuola dell’infanzia per un totale di 80.400 posti vacanti.

Su posto comune, si parla di 46.600 posti residuati dalle assunzioni dello scorso anno a cui si devono aggiungere circa 32.900 possibili pensionamenti e i 1.000 posti di ampliamento organico potenziato della scuola dell’infanzia per un totale di 80.400 posti vacanti.

Su sostegno, con circa 22.000 docenti specializzati fra tutti gli ordini di scuola in GPS (fonte Cisl Scuola), comprendendo anche coloro che non hanno raggiunto le tre annualità di servizio, non si riescono a coprire tutti i posti disponibili. E mantenendo il vincolo dei 36 mesi si riducono ulteriormente le possibilità di assunzione.

Su posto comune, non ci saranno problemi per la scuola dell’infanzia (dove esistono ancora corpose GaE e GPS di I fascia); per la scuola Primaria, nella maggioranza dei casi si dovrà ricorrere alle GPS I fascia (ove troveremo aspiranti con laurea in SFP e aspiranti con Diploma Magistrale escluse dal ruolo). 

Sugli oltre 60.000 posti delle secondarie possiamo contare su: 746 docenti in GaE, 3.500 nei concorsi residui (2016 e 2018), fino a 32.000 da concorso straordinario (triennale), quindi con la possibilità di coprire in totale circa 36.200 posti.

Una volta utilizzate le graduatorie concorsuali e le GaE residue, resteranno, presumibilmente, oltre 30000 posti da coprire con GPS. Alla luce di quanto prevede oggi il decreto, ovvero che per le assunzioni ci si debba limitare agli aspiranti in I fascia e con più di 36 mesi di servizio, si potranno assumere solo 4197 docenti”.

Il rischio sembrerebbe quello di iniziare l’anno scolastico 2021/2022 con una marea di posti scoperti, destinati a rimanere tali per settimane o addirittura mesi.

Ecco perchè bisogna con estrema urgenza affrontare il problema delle cattedre vacanti, al fine di andare incontro sia alle aspettative dei docenti che in questo lungo ed interminabile periodo hanno prestato il loro onorato contributo all’interno delle nostre scuole e che da anni attendono un giusto riconoscimento per il lavoro svolto, sia per   accrescere l’efficacia e la qualità del servizio e garantire a tutti gli alunni pari dignità, come sancito dall’art. 3 della Costituzione.  Sarebbe, inoltre, il caso di chiedersi se tutti i concorsi, che secondo alcuni permettono di selezionare i migliori, siano veramente tali. Numerosi sono i contenzioni in corso al termine delle procedure concorsuali già concluse. È ora di ridare centralità alla scuola e nuovo senso e nuove prospettive al reclutamento dei docenti all’interno del nostro sistema scolastico.