Gli anziani dopo il Covid

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I diritti

Gli anziani dopo il Covid

Franco Buccino

LA REPUBBLICA ed. Napoli 7 giugno 2020

Al tempo della pandemia, secondo un diffuso luogo comune, stiamo cambiando le nostre abitudini. Ci si dimentica di dire che siamo pronti a riprenderle, soprattutto le cattive abitudini. È il tempo di parlare, di confessarsi e di confrontarsi. È il tempo del cambiamento. Prima che altri decidano per noi, per noi anziani. Che ci releghino nel solito ruolo.

Comincio io. Impegnato da dodici anni nel mondo del volontariato, soprattutto verso gli anziani, mi sono ritrovato dentro la pandemia già con un bagaglio di idee e di convinzioni “in movimento”. Di pari passo con l’evoluzione della mia associazione, l’Auser, e di tutto il Terzo Settore, che è sfociata  nella più compiuta Riforma, ancora in corso di attuazione.

Ho iniziato l’apprendistato nel volontariato, pensando che gli anziani si dividono in due categorie: quelli che hanno bisogno di assistenza, cure, compagnia; e quelli per i quali occorre fare promozione. Dalla ginnastica al tempo libero, dai viaggi alle iniziative culturali. Questa rigida divisione tra chi ha bisogno di protezione e chi desidera promozione sociale, non ha retto molto: presto mi sono convinto, ci siamo convinti, che promozione e protezione sono per tutti. Per esempio: in campo sanitario, non solo cure per chi ha bisogno, ma prevenzione per tutti; in campo culturale, l’apprendimento permanente è un diritto di tutti. È in questa chiave che abbiamo sviluppato le teorie più avanzate: dall’invecchiamento attivo al servizio civico di comunità, dalla casa domotica al cohousing, dall’autogestione degli spazi anziani alla cittadinanza attiva.

Ha cominciato a prender piede la convinzione che gli anziani, nella società, non sono un peso ma una risorsa. Una sorta di rivoluzione culturale, che la pandemia ha messo in discussione, ma che non è riuscita ad abbattere. Anzi, in piena pandemia, mentre morivano di covid soprattutto gli anziani, spesso da soli, senza neppure il conforto di figli e nipoti, ci è capitato, a noi anziani, di pensare a questa grande categoria, la più grande per fasce d’età, come a una sola grande famiglia, senza differenze tra uomo e donna, tra ricco e povero, tra istruito e ignorante, tra autosufficiente e invalido.

Una grande idea di democrazia, di solidarietà generazionale, un qualcosa che sarebbe il caso di continuare a sperimentare e praticare anche quando il covid sarà debellato.  Un terzo, definitivo, passo avanti. Per gli anziani: non solo protezione o promozione, non solo protezione e promozione per tutti, ma protezione e promozione per “tutti insieme”. Non ci sono solo la nascita e la morte che ci rendono tutti uguali. E che non dipendono da noi. C’è la scuola pubblica, la sanità per tutti. la Costituzione. Pensiamo anche a una vecchiaia con gli stessi diritti, almeno con gli stessi diritti fondamentali. A un’alleanza e a una solidarietà tra anziani. Una forza straordinaria a servizio della comunità.