«Il ritorno alla normalità non dovrà disperdere le innovazioni didattiche»

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da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

«I vaccini oggi sono l’unico elemento di successo contro il Covid-19. Quando sarà conclusa, mi auguro a settembre-ottobre, la campagna vaccinale e la gran parte di docenti e studenti sarà vaccinata – spiega Antonello Giannelli, Presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi – potremo tornare alla scuola in presenza e in continuità senza più vincoli, mascherine e distanziamento. Attenzione, però. Il ritorno alla normalità non dovrà disperdere le innovazioni didattiche e organizzative rese necessarie dalla pandemia. Penso ai cospicui investimenti in tecnologia, e alla Ddi (la didattica digitale integrata, ndr) che potrà completare le lezioni tradizionali con contenuti on line.

In che senso?

Ad esempio, una percentuale di insegnamenti, scelti dagli studenti, potrebbe essere seguita da remoto, permettendo loro di personalizzare il proprio curriculum, come avviene all’estero, rendendolo meno rigido, tarato sui loro interessi. Ecco io ritengo che su 30 ore settimanali, 3 potrebbero essere scelte tra un menù di alternative, e seguite a distanza nel pomeriggio.

Insomma, una didattica più compartecipata?

Sì. Ciò implica un’opera di aggiornamento formidabile e capillare dei docenti, da fare senza forzature, e un ripensamento delle lezioni, già ora poco attrattive per gli alunni.

Cominciando con tutti i prof in cattedra a inizio lezione…

Certo. Il sistema dei concorsi centralizzati ha dimostrato di non saper soddisfare le esigenze di scuole e ragazzi. Per evitare l’annoso problema delle cattedre scoperte al primo settembre dobbiamo innovare anche qui attribuendo, nel rispetto della Costituzione, poteri assunzionali agli istituti. Si tratta di rimodulare le selezioni in funzione dei fabbisogni delle scuole, valorizzando il ruolo del Comitato di valutazione, come accade in fase di immissione in ruolo degli insegnanti. Occorre potenziare l’autonomia scolastica e la dirigenza. In questi mesi, lo abbiamo visto tutti, le scuole si sono rette grazie al duro lavoro dei dirigenti, ai quali vanno attribuite più libertà operative, un miglioramento della retribuzione e delle condizioni lavorative.

Come recuperare gli apprendimenti persi?

Il Piano estate è solo un primo passo e non si esaurisce con i corsi estivi, le risorse vanno oltre luglio-agosto e aiuteranno la ripartenza. A mio avviso, il recupero va contestualizzato, serve una valutazione oggettiva delle eventuali carenze accumulate. A questo potrebbe pensare l’Invalsi e poi, una volta somministrati i test ed elaborati i risultati, ciascuna scuola, in autonomia, potrà predisporre piani di recupero andando a colmare le carenze degli studenti, soprattutto di quelli più fragili».