Maturità e accesso ai corsi universitari, per il Tar Lazio con la matita non si può imbrogliare con la penna sì

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da Il Sole 24 Ore

di Pietro Alessio Palumbo

A esami di maturità in corso e in vista dei test d’ingresso ai corsi e alle specializzazioni universitarie si pone il consueto problema delle pratiche di cheating da parte di studenti e candidati. Problema spinoso che investe le commissioni d’esame e gli staff di vigilanza. Con la sentenza 4559/2021 il Tar del Lazio si è occupato della vicenda di un aspirante ad una specializzazione di area sanitaria il quale per aver introdotto in aula una “matita” si era visto annullare la prova d’ingresso con allontanamento dalla sede d’esame.

La matita non può nascondere informazioni
Il Tar capitolino ha chiarito che una matita è un oggetto idoneo unicamente a imprimere su un foglio le cognizioni teoriche possedute dall’esaminando. In quanto tale è sostanzialmente priva della capacità diconservazione, archiviazione e memorizzazione di qualsivoglia dato introdotto all’esterno. Di conseguenza non è utile a trasferire cognizioni ed elementi teorici o pratici.

La matita è priva di capacità ricettiva e conservativa che invero solo un dispositivo informatico o elettronico può possedere.

L’anima (solo) scrivente della matita
Come è noto una matita è carente di “anima” informatica essendo costituita da un’“anima” esclusivamente scrivente: una mina fatta di polveri di grafite e argilla inserita in una “scorza” di materiale legnoso o affine. La mina, a ben vedere, è saldamente inglobata ossia incorporata all’involucro. E non è estraibile in modo da consentire l’eventuale (e fraudolenta) sua sostituzione con materiale hardware per la memorizzazione di dati.

Perchè la penna no
Altro, ma pur sempre in via ipotetica, è a dirsi quanto ad una penna, rileva il Tar romano. La penna notoriamente è scomponibile in una cannuccia e in un supporto plastico esterno. Astrattamente tali caratteristiche ne rendono immaginabile l’impiego quale custodia di microcomponenti hardware ovvero microchip atti all’immagazzinamento e allo storage di dati e informazioni. Vanno perciò sempre e solo utilizzate penne messe a disposizione da parte della commissione.