Urgente adeguare la legge 107/2010 per riconoscere i diritti delle persone sordocieche

Urgente adeguare la legge 107/2010 per riconoscere i diritti delle persone sordocieche
Vita del 26/06/2021

La Lega del Filo d’Oro e l’Unione italiana ciechi e ipovedenti in occasione della IV Giornata Nazionale delle persone sordocieche chiedono un urgente adeguamento della legge 107/2010 per la sua piena attuazione e per riconoscere alle persone sordocieche i loro diritti.
In occasione della IV Giornata Nazionale delle persone sordocieche del 27 giugno, la Lega del Filo d’Oro e l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti tornano a chiedere modifiche urgenti alla Legge 107/2010 “Misure per il riconoscimento dei diritti alle persone sordocieche”. Sebbene infatti in Italia la sordocecità sia stata riconosciuta nel 2010, il testo di legge presenta incongruenze che assottigliano il numero dei sordociechi che possono essere riconosciuti tali. In Italia, una persona si può definire sordocieca se alla minorazione visiva – che può essere insorta durante tutto l’arco della vita – si aggiunge anche una disabilità uditiva purché la minorazione sia congenita o, se acquisita, sia insorta durante l’età evolutiva e sia tale da aver compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato. Di conseguenza, per la legge, non possono essere considerate sordocieche le persone che, pur non vedenti, siano diventate sorde dopo il dodicesimo anno di età, o coloro che, nati senza alcuna minorazione sensoriale, siano stati colpiti da sordocecità in età successiva ai 12 anni, lasciando quindi in un limbo normativo – e di conseguenza in un limbo di diritti – moltissime persone.

Secondo uno studio condotto dall’ISTAT in collaborazione con la Lega del Filo d’Oro, si stima che in Italia le persone affette da problematiche legate sia alla vista che all’udito siano 189mila. Di esse, circa 108mila sono di fatto confinate in casa, non essendo in grado di provvedere autonomamente a se stesse a causa di altre gravi forme di disabilità che si aggiungono ai problemi di vista e udito. Circa la metà circa delle persone sordocieche (il 51,7% del totale) presenta anche una disabilità motoria, per 4 disabili su 10 si riscontrano danni permanenti legati ad insufficienza mentale, mentre disturbi del comportamento e malattie mentali riguardano quasi un terzo dei sordociechi (il 32,5% dei casi).

Grazie alla Legge 107/2010, la sordocecità è stata riconosciuta come disabilità specifica unica. Eppure tale legge oggi appare inadeguata al fine di una tutela giuridica collettiva che includa tutte le persone con disabilità aggiuntive. È dunque necessario e urgente renderla più attuale, adattandola a un contesto sociale in evoluzione in cui i moderni strumenti di comunicazione e di conoscenza devono garantire un processo inclusivo, dando la possibilità a tutte le persone sordocieche di realizzare sé stesse e di accedere al mondo del lavoro

Per Rossano Bartoli, Presidente della Lega del Filo d’Oro, «per garantire pari opportunità alle persone con disabilità visive ed uditive nell’educazione, nell’accesso ai servizi, all’istruzione ed alla formazione occorre proseguire nel percorso del riconoscimento dei loro diritti. Risulta essenziale fare chiarezza sull’applicazione della legge 107/2010 e promuovere un coordinamento efficace fra il livello centrale e le regioni per superare le discrasie operative e soprattutto far in modo che siano riconosciute sordocieche le persone affette da una minorazione totale o parziale combinata della vista e dell’udito, sia congenita che acquisita, che comporta difficoltà nell’orientamento e nella mobilità, nonché nell’accesso all’informazione e alla comunicazione».

«La sordocecità è solo la punta di un iceberg che riguarda le disabilità plurime e complesse che affliggono oggi migliaia e migliaia di cittadini che attendono risposte specifiche, efficaci e innovative», aggiunge il Presidente di Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti Mario Barbuto. «Come UICI siamo impegnati per realizzare modelli di educazione e formazione dedicati, con attività di supporto, sostegno e accoglienza estesi anche alle famiglie. Ma dobbiamo oggi compiere un ulteriore e significativo passo in avanti che guardi alle necessità delle persone sordocieche anche oltre l’età scolare o giovanile, per accompagnarle in età adulta. Per queste ragioni riteniamo importante la creazione di idonee strutture di accoglienza che sappiano sostenere le persone sordocieche in un’ottica di lungo periodo, affinché possano individuare e costruire il loro progetto di vita, in autonomia e dignità. Le risorse attese con il PNRR e gli adeguamenti legislativi e normativi che sono divenuti una urgenza imprescindibile, saranno gli elementi fondamentali del nostro impegno accanto alle persone con pluridisabilità e in particolare con sordocecità».