Da Avatar e Comics una spinta all’inclusione

Da Avatar e Comics una spinta all’inclusione vera degli studenti con disabilità
Il Sole 24 Ore del 01/07/2021

Nello stato di emergenza dovuto alla pandemia anche la scuola ha faticato a esser un punto di riferimento per i ragazzi con disabilità. A seguito del DPCM del 3 novembre 2020 e del successivo DPCM del 2 marzo 2021, due note ministeriali hanno richiamato la garanzia alla frequenza in presenza per gli alunni con disabilità, nell’ambito del coinvolgimento di un gruppo di alunni della classe, per assicurare l’inclusione. Come docente di ruolo e specializzato per le attività di sostegno, ho riflettuto su quali potessero essere stati i motivi dell’increscioso ritorno, de facto, alle classi differenziali o alle scuole speciali generatosi quest’anno scolastico in molte realtà. Un momento particolarmente fragile ha smascherato un gap attuativo in merito a differenziazione didattica e a uso inclusivo della tecnologia digitale. 

Abitudine spesso consolidata è guardare agli alunni come tutti uguali. All’interno delle classi, a ben guardare, la complessità si inserisce come una costante, ricca di sfumature e sfaccettature, in merito a modalità di apprendimento, stili cognitivi, motivazioni, interessi e gestione delle emozioni. La differenziazione didattica viene a candidarsi come risposta pratico-operativa percorribile per raggiungere tutti e ciascuno. Essa rappresenterebbe un’alternativa reale alle modalità tradizionali di gestione della classe. Come sottolinea Carol A. Tomlinson, la differenziazione didattica è un potente moltiplicatore di equità, un volano efficace di accoglienza e inclusione che declina le migliori conquiste in campo pedagogico e didattico. 

Una spinta al rinnovamento didattico, in questo senso, potrebbe derivare proprio dall’esperienza fatta con la Dad. La versatilità didattica offerta dalle tecnologie digitali risponde in maniera funzionale, infatti, ai diversi stili di apprendimento, incrementando la motivazione e l’attenzione degli alunni. Un approccio pedagogico differenziato viene, quindi, a restituire al digitale il valore inclusivo, nell’ottica di un riadattamento della didattica, incontrando non solo le diversità e bisogni di ogni singolo alunno ma apprezzandone la ricchezza.

A sostegno di questa convinzione si inserisce una buona prassi educativa messa in campo in una classe di scuola primaria a me affidata come docente contitolare e specializzato, in un anno scolastico che ha visto l’alternarsi di periodi di didattica a distanza (Dad) a periodi di didattica digitale integrata (Ddi) e didattica in presenza. Nel progetto “DAD e Inclusione” la proposta di lavorare alla costruzione di Avatar – disegni divertenti rappresentativi di noi stessi e quindi originali, unici, diversi rispetto all’altro – è nata dalla scelta di voler accompagnare gli alunni alla riflessione – in modalità ludica- sulla unicità che caratterizza ciascuno di noi, curando l’ascolto e l’attenzione all’altro, soprattutto a sostegno delle fragilità. 

L’approccio al digitale nella costruzione degli Avatar prima e nelle realizzazione dei “Comics dell’Amicizia” poi – dove gli Avatar digitali degli alunni interagivano tra loro a supporto di una narrazione educativa ed inclusiva – si è scoperto funzionale a restituire alla didattica valore e forza. La realizzazione degli Avatar e dei Comics digitali si è rivelata utile a differenziare contenuti e abilità, modulando attività secondo processi diversi e realizzando attività a cui tutti hanno potuto partecipare, con forti ricadute sui vissuti di autoefficacia, stima di sé, sviluppo di abilità sociali, problem solving ed educazione alla reciprocità. 

Le tecnologie digitali possono costituire un nuovo modo – in una avvincente prospettiva – di fare scuola, a distanza e non solo, dove tutti gli alunni partecipano attivamente al percorso di apprendimento sperimentando il successo creativo, la cooperazione e la condivisione. L’esperienza della Dad è stata un po’ un ponte tra due mondi: il mondo della didattica digitale – che abbiamo sempre avuto a disposizione – e una didattica di stampo tradizionale – che ha mostrato alcuni suoi limiti ancora una volta. Il mondo digitale potrebbe rivelarsi un’enorme risorsa per le scuole in questo periodo di pandemia, protocolli e restrizioni.
L’approccio pedagogico differenziato, restituendo al digitale quel valore inclusivo che porta a incontrare le diversità e i bisogni di ogni singolo alunno apprezzandone la ricchezza, spinge a interrogare la scuola su un possibile – e necessario -rinnovamento didattico.

di Marianna D’Alessio