Rientro a settembre in sicurezza solo con docenti e studenti vaccinati, ma la scuola non può avere i dati

da La Tecnica della Scuola

Sul tema del rientro a settembre si stanno accavallando ipotesi e soluzioni diverse.
Si parla di didattica mista, in parte in presenza e in parte a distanza, ma in molti nutrono dubbi sul fatto che i docenti possano rientrare tutti in classe dal momento che più di 200mila fra docenti e altri operatori non sono ancora vaccinati.
Stando alle ultime notizie sembra che il Comitato Tecnico Scientifico sia intenzionato a precisare che in classe si potranno evitare mascherine e distanziamento nel caso in cui tutto il personale sia vaccinato.

Ma è proprio questo il punto debole dell’intera operazione.
Come abbiamo avuto modo di segnalare più volte l’Amministrazione scolastica non ha alcun titolo per conoscere la situazione vaccinale dei propri dipendenti e quindi non si comprende come si potrebbe limitare o ridurre in qualche misura l’uso di mascherine e distanziamento.

La soluzione potrebbe arrivare forse da una disposizione di legge che renda lecito il trattamento di alcuni dati personali da parte della Pubblica Amministrazione, come emerge anche da una proposta di Matteo Renzi.
Per esempio, nel caso delle vaccinazioni degli alunni, la scuola è titolata a conoscere le diverse situazioni individuali perché c’è una norma che lo prevede espressamente (si tratta del decreto legge 73 del 2017).
Non è quindi da escludere che, per superare questa difficoltà, il Governo possa adottare un provvedimento (un decreto legge si può approvare in tempi rapidi) che consenta alle Istituzioni scolastiche di conoscere la posizione vaccinale degli studenti e del personale.
Ma non sarà facile procedere in questa direzione perché c’è già qualcuno che parla di possibile incostituzionalità di una norma del genere.