Sōsuke Natsukawa, Il gatto che voleva salvare i libri

Sōsuke Natsukawa sogna libri da leggere

di Antonio Stanca

Sōsuke Natsukawa è uno scrittore e medico giapponese. E’ nato a Osaka nel 1978, si è laureato all’Università di Shinshu e svolge la sua attività professionale a Nagano, nella regione di Chūbu. Tra il 2009 e il 2015 ha esordito nella narrativa con un romanzo di quattro volumi che in Italia è ancora inedito. S’intitola Kamisama no Karute ed ha avuto molto successo, è stato anche trasposto in un film. Nel 2017 ha scritto il secondo romanzo, Il gatto che voleva salvare i libri, che recentemente è comparso allegato al “Corriere della Sera”. La traduzione è di Bruno Forzan.

   La prima opera del Natsukawa era stata di carattere autobiografico, aveva detto della sua vita, del suo lavoro, dei suoi rapporti individuali e sociali, ricavandone un’ampia e articolata narrazione fatta di tante situazioni, di tanti personaggi. La seconda si era mossa tra la realtà e l’invenzione, era stata una favola che si proponeva importanti significati. Aveva trattato di un tema quanto mai attuale, quello della crisi dei buoni libri, della lettura, delle cause del problema e dei modi, della possibilità di risolverlo.

   Protagonista è Rintarō Natsuki, un ragazzo delle scuole superiori, che dopo la morte prematura dei genitori è stato col nonno e dopo la morte di questi, che per molti anni aveva gestito una piccola libreria dell’usato in un quartiere periferico della città, è rimasto solo e vive tra la libreria, che ha ereditato, e la scuola. Dalla libreria ricava qualche piccolo guadagno, che appena gli consente di andare avanti. I tempi sono diventati difficili, i libri non si vendono, non si leggono, altri interessi, altri gusti sono sopravvenuti, finita è la stagione durante la quale la “Libreria Natsuki” aveva rappresentato un punto di riferimento, un richiamo, un ritrovo per gli intellettuali del posto, gli appassionati di letteratura, di lettura, di cultura.

  Rintarō è un ragazzo piuttosto timido, preferisce la solitudine alla compagnia, la riflessione all’azione e questo gli fa amare il modesto, silenzioso ambiente della libreria e non quello rumoroso della scuola, lo porta ad assentarsi ed a rimanere per intere giornate solo nella libreria a leggere o a fare ordine. Per cercare di distoglierlo, di smuoverlo, di farlo tornare a scuola, di farlo partecipare della vita dei compagni, va a trovarlo, quasi ogni giorno, la compagna e rappresentante di classe Sayo. Ma inutili sono risultati finora i suoi tentativi. Anzi è successo che i due si siano trovati coinvolti in situazioni per loro nuove, impreviste, completamente staccate dalla realtà e proprie dei sogni. Come nei sogni si troveranno a vivere Rintarō e Sayo, più di una volta succederà poiché quattro saranno i labirinti nei quali li porterà un gatto parlante che è comparso improvvisamente e che ha intenzione di servirsi di loro per compiere un’impresa importante, salvare i buoni libri dall’assalto dei tempi e farli di nuovo amare, leggere, farli usare per la conoscenza, l’istruzione, la formazione. Il gatto porterà i ragazzi nei labirinti e li farà confrontare con le situazioni che oggi hanno portato alla crisi della cultura, in particolare di quella letteraria, umanistica, e naturalmente dei libri che vi sono connessi, della loro lettura, del loro valore, della loro funzione. Li farà capaci di superare gli ostacoli che si frappongono ad un recupero della lettura. Farà da loro indicare le vie per una ripresa di quanto era valso nel passato. Ma una volta conclusa, l’operazione rivelerà i suoi caratteri puramente immaginari, fantastici e la realtà tornerà a vincere su ogni intenzione, su ogni proposito diverso. Anche Rintarō dovrà riconoscere che erano stati soltanto dei sogni. Tornerà, quindi, a stare nella sua libreria, ad accettare che sia poco frequentata, che di libri se ne vendano pochi, che ancor meno se ne leggano e che la sua e la vita degli altri rimangano ognuna al proprio posto.

   E’ triste quale conclusione poiché quell’animosità, quel coraggio che avevano fatto sognare i due ragazzi, quell’aspirazione, quella fiducia che li avevano mossi ad immaginare un mondo diverso, a crederlo possibile, si vedono costrette ad arrendersi ad altre regole, altre leggi.

   Ha tentato Natsukawa di superare l’ostacolo, di fermare il tempo, ce l’aveva fatta ma era stato un sogno!