L’affondo di Giannelli contro i docenti no vax: “Chi si rifiuta non insegni”. Sasso: “Ddl Ronzulli è illiberale”

da OrizzonteScuola

Di redazione

“Qualora non si riuscisse a ottenere la vaccinazione, si potrebbe valutare una forma di obbligo, che deve valere per tutti coloro che sono a contatto con l’utenza. Dunque per i non vaccinati non si avrebbe l’accesso a un determinato tipo di attività”.

Così Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, a Rainews 24. Per Giannelli bisogna dunque valutare una forma di obbligo per riaprire le scuole in sicurezza, nel caso anche negare l’insegnamento in presenza.

“È chiaro che per riprendere in totale sicurezza, per fare a meno del distanziamento, mi rifaccio al parere del Cts, servirebbe o la totalità dei vaccinati o la quasi totalità secondo percentuali che lo stesso Cts dovrebbe precisare. Quindi, qualora non si riuscisse in tempi molto rapidi ad ottenere questa vaccinazione è chiaro che si dovrebbe valutare l’introduzione di una forma di obbligo, che dovrebbe valere per tutti coloro che sono a contatto con l’utenza. Si tratta di una misura di tutela di salute collettiva e non di tutela salute privata”.

“Credo che sia possibile che il numero di 200mila non vaccinati nel personale scolastico sia sovrastimato. Ricordiamo che da un certo momento in poi le vaccinazioni nei confronti del personale scolastico sono state fermate e si è proceduto solo per fasce di età, quindi è possibile che ci siano tra questi 200mila molti docenti o comunque personale scolastico che si è vaccinato senza dichiarare la sua qualifica perché non veniva più richiesta dato che si procedeva soltanto per fasce di età – ha aggiunto Giannelli – Per fare una stima precisa servirebbe un lavoro di pulizia sulle banche dati sulle anagrafi vaccinali regionali che dovrebbero essere incrociate con
 quella dei dipendenti del ministero dell’Istruzione. Se non si fa questa operazione credo stiamo parlando di una cifra un po’ aleatoria”.

“E poi non registro sinceramente da parte del personale scolastico una particolare ritrosia alla vaccinazione e quindi credo che il fatto che vi sia ancora chi si deve vaccinare dipenda da altre cause, per esempio la pubblicità negativa che vi è stata su AstraZeneca potrebbe aver rallentato le operazioni“, ha aggiunto Giannelli.

Duro, invece, il sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, sul disegno di legge Ronzulli che prevede il pugno duro contro i docenti no vax: “Agli insegnanti ed al personale educativo ed Ata dovremmo solo dire grazie per quello che hanno fatto negli ultimi 18 mesi, anche andando aldilà degli obblighi previsti dal proprio CCNL. Trovo il ddl Ronzulli assolutamente 1) Inutile ed inopportuno, poiché a Settembre il 90% dei lavoratori della scuola sarà vaccinato. 2) Illiberale, perché non si può imporre un trattamento sanitario obbligatorio per lo più sperimentale 3) Discriminatorio, perché in riferimento ai lavoratori viola l’art.3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Bisogna sensibilizzare, informare, accompagnare ai vaccini”.

Chiedono un’opera di sensibilizzazione le deputati di Fratelli d’Italia, Paola Frassinetti, vicepresidente della commissione Cultura della Camera e responsabile dipartimento istruzione, ed Ella Bucalo, responsabile Scuola: “Occorre una campagna divulgativa seria al di là di ogni ideologia e senza imposizioni. Se l’85% del personale scolastico è vaccinato significa che stiamo parlando di persone che hanno il senso delle istituzioni e che non meritano attacchi scomposti invocando metodi che non sono contemplati dalla Costituzione. Vanno evitate campagne divulgative atte a creare solo inutili allarmismi e soluzioni inattuabili. Per garantire un regolare avvio del prossimo anno scolastico e per scongiurare la DAD, che come è noto mina la preparazione dei nostri studenti, vanno garantiti interventi strutturali che assicurerebbero una scuola in presenza e in sicurezza degna di questo nome. Incentivare la riduzione del numero di alunni per classe, individuare nuovi spazi, fornire mascherine omologate, installare impianti di areazione, migliorare il sistema dei trasporti pubblici: queste sono le cose da mettere in atto con urgenza per non ripetere gli errori dello scorso che hanno causato disagi a studenti, famiglie e docenti.” 

Anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, a Tgcom 24, è per un’azione di convincimento. “Serve una forma di obbligo per i docenti che non si sono ancora vaccinati contro Covid? In realtà, sono 215mila gli insegnanti non vaccinati contro Covid. In numero assoluto sembra altissimo, mentre invece è una percentuale bassa rispetto al totale del corpo docente e localizzata in alcune regioni. Credo che una moral suasion sia necessaria in quelle regioni che altrimenti avrebbero seri problemi nella didattica. Ma il 15% di non vaccinati non sarà molto diverso dalla popolazione generale, dove credo che il 15%” delle persone vaccinabili “non si vaccinerà. Dobbiamo fare un’azione di convincimento che può essere fatta anche con piccole cose”. 

“Il consiglio che do ai docenti è di vaccinarsi – ha aggiunto – Il punto più importante è che devono farlo per loro stessi. Soprattutto gli insegnanti andranno nelle scuole dove sotto i 12 anni il vaccino non esiste ancora e quindi la circolazione virale in quelle classi e il rischio potrà essere più alto. E il docente di 50 anni che si prende il virus” e non è protetto dal vaccino “rischia” maggiormente “di andare in terapia intensiva. Il mio consiglio dunque è: vaccinatevi per voi stessi, prima ancora che per gli altri”.

A favore dell’obbligo vaccinale anche Silvio Garattini, dell’istituto Mario Negri:  “Un nodo molto importante è quello della scuola: bisogna fare in modo che studenti, professori e personale scolastico siano vaccinati” contro Covid. “Perché non vogliamo che la scuola subisca ancora dei ritardi. Sarebbe molto grave. Non è un obbligo. Vedrei bene una legge che dica che per entrare a scuola bisogna essere vaccinati. Un po’ come è stato fatto per le vaccinazioni di base qualche anno fa. Questo per tutti, studenti e personale“.

Siamo ancora indietro, tutto sommato – spiega – Se vogliamo arrivare ad andare a scuola ai primi di settembre, dobbiamo vaccinare entro agosto oppure finirà che già cominciamo a perdere il primo mese praticamente. E abbiamo già perso tanto, troppo tempo con la scuola“.

Ecco perché Garattini chiama in causa uno strumento legislativo sul modello della legge Lorenzin, che ha legato l’accesso di bambini e ragazzi ad asili e scuole all’essere in regola con le vaccinazioni di routine. Che lo si chiami obbligo o meno, all’atto pratico l’effetto sarebbe vincolante. Con la legge Lorenzin “si è detto: se vuoi andare a scuola devi essere vaccinato perché non ci sei soltanto tu e la tua libertà finisce quando ledi quella degli altri. Se non ti vaccini rischi di contagiare gli altri, soprattutto quelli che per ragioni mediche non si possono vaccinare“.