Piano Scuola e trasporti Il Governo prepara il rientro

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da Il Sole 24 Ore

di Marco Ludovico

La svolta di Mario Draghi sull’avvio dell’anno scolastico è in vista per domani. Se si conferma la convocazione del Consiglio dei Ministri, si profila un provvedimento su istruzione e trasporti. Indispensabile per garantire e dare attuazione alle dichiarazioni dell’esecutivo e di tutta la politica: «La scuola deve partire in presenza, basta Dad (didattica a distanza, n.d.r.)». Non tutti sanno, peraltro, come la didattica a distanza non abbia per ora una previsione normativa per il ritorno in classe a settembre. In teoria, dunque, non sarebbe proprio possibile. Molti però temono il suo rinnovo. Ma il nodo e lo snodo più delicato resta l’obbligo vaccinale. Con due profili: il personale scolastico e gli studenti. Per i docenti la misura è possibile. Bisognerà vedere la decisione finale in Cdm. Molto più delicata la decisione per i ragazzi. Al momento appare improbabile. Sulla fascia giovanile ci sono divisioni sull’utilità dei vaccini e gli eventuali rischi, spesso non dichiarati. Intanto ieri a Palermo è morta la bambina di undici anni ricoverata all’ospedale Di Cristina: era stata intubata dopo aver contratto il coronavirus con la variante Delta. La piccola era affetta da una malattia metabolica rara, contagiata dalla sorella maggiore di ritorno dalla Spagna.

Sull’obbligo e le altre misure per la scuola le fonti ufficiali non confermano l’orientamento ma gli indizi sono molti. Alla riunione ieri con i sindacati di docenti e dirigenti, il ministro Patrizio Bianchi ha reso noto: giovedì in Conferenza Stato Regioni sarà condiviso il Piano Scuola 2021/2022. Non sono emersi i contenuti ma la coincidenza con la riunione a palazzo Chigi fa immaginare una convergenza ormai segnata. Certo, l’obbligo vaccinale vede contrario il leader della Lega Matteo Salvini. Bisognerà vedere nel caso come viene configurato dalle norme. Nell’incontro all’Istruzione la cifra del 228mila docenti senza vaccino sollevata dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo è stata messa in dubbio: i segnali da diverse Regioni – alcune, peraltro, ha detto il ministro, annoverano il 100% dei docenti vaccinati, e il dato medio è dell’85,5% – raccontano di molti insegnanti con il vaccino fatto in via autonoma, non registrati dunque nel piano iniziale dove erano in priorità di categoria. Se insomma l’obbligo sopraggiunto riguardasse una quota di docenti minoritaria lo scoglio politico potrebbe essere superato. Le criticità più pesanti e ancora non risolte in via ufficiale riguardano le modalità di presenza in classe. Esclusa l’ipotesi improbabile di una classe studentesca tutta vaccinata, ieri non sono stati sciolti i dubbi su distanziamenti e mascherine.

Diventa così probabile una presenza in classe tutti con i dispositivi di protezione in volto (chirurgiche, non FFP2). Soprattutto nelle cosiddette «classi pollaio» numerose soprattutto nella secondaria superiore. Ieri mattina all’Istruzione in un’altra riunione un rappresentante del commissario Figliuolo ha annunciato che nelle classi con uno studente sordo saranno consegnate mascherine trasparenti per tutti i ragazzi, i docenti e il personale a contatto con il non udente.

I dirigenti scolastici continuano a chiedere di introdurre l’obbligo dei vaccini per il personale docente e anche, se possibile, per gli studenti. «Resta comunque la necessità urgente di certezze e di riferimenti – sottolinea Mario Rusconi (Anp) – la ripresa dell’anno scolastico coinvolge gli istituti e le famiglie, tutti in una fase di incertezza e apprensione». E il tema dei trasporti locali in sicurezza, risolto con scarso successo nell’anno ormai concluso, rischia di accentuare le difficoltà scolastiche o ridimensionare l’efficacia delle soluzioni.