Escono furenti dal primo incontro tecnico del mattino sull’aggiornamento del protocollo di sicurezza per la riapertura delle scuole, di fatto una fumata nera anche perchĂ© è assente il rappresentante del Cts dal quale attendevano chiarimenti su distanziamento, vaccinati e l’obbligo di mascherine nelle aule. E le cose non migliorano nel pomeriggio quando al ministro Patrizio Bianchi presidi e sindacati pongono tutte le questioni irrisolte. Non basta dire vaccini: e gli spazi, i trasporti, il numero ridotto di alunni per classi, il tracciamento dei contagi? E ancora tanti interrogativi aperti, uno per tutti: se c’è un contagiato tutta la classe, anche se una buona parte vaccinata, andrĂ in quarantena, dunque tornerĂ a fare lezione da casa? La scuola rimane uno dei temini sul quale non accenna a placarsi la tensione nel governo e nella maggioranza. Il suo mondo intanto si ribella, reclama regole certe per evitare la Dad, non si accontenta delle intenzioni, esige fatti sul “ritorno in presenza” piĂ¹ volte assicurato dal ministro. Non ci sono dubbi sulla necessitĂ del ritorno tra i banchi. Solo che ad oggi la sensazione di professori, presidi e genitori – che manifesteranno il 20 settembre con il comitato PrioritĂ alla scuola – è di essere ancora su una barca in balìa del virus e delle sue varianti, nonostante i vaccini.
Bianchi s’impegna e riferire all’esecutivo, non tutto è di sua competenza, e si prepara domani a presentare il piano di rientro in classe alle Regioni. Piano che conterrĂ alcuni punti fermi: studenti e insegnanti tornano in presenza a settembre, anche dove non sarĂ possibile il distanziamento. Mentre sul fronte delle vaccinazioni a docenti e bidelli ci sarĂ una “forte raccomandazione”, quindi – almeno per ora – nessun obbligo. In attesa che aumentino i vaccinati, ad oggi l’85,5% a livello nazionale, con grandi differenze regionali.
Resta alta l’attenzione anche ai trasporti, affinchĂ© le agevolazioni per gli studenti rientrino tra le prioritĂ . Sembra inevitabile perĂ² il ricorso allo scaglionamento degli orari per l’inizio delle lezioni, come lo scorso anno. L’obbligo sui vaccini attraverso un decreto è legato all’andamento della campagna vaccinale. Bianchi ieri ha fatto un video-appello (“vaccinarsi è un atto di responsabilitĂ collettiva”), i sottosegretari all’Istruzione Lega e 5 Stelle frenano sull’obbligo, mentre l’obiettivo sui ragazzi over 12 è di arrivare al 60% i primi di settembre.
Ma torniamo ai nodi da sciogliere. “Abbiamo bisogno di risposte certe e non sottoscriveremo accordi di facciata, chiediamo chiarezza soprattutto al Cts: non saranno i dirigenti scolastici a trasformarsi in virologi” tuona Lena Gissi della Cisl scuola. E così Francesco Sinopoli della Flc-Cgil che avverte: “No agli spot, il governo investa sulla scuola. Invece sul fronte delle risorse dobbiamo registrare un chiaro disinvestimento.
Basti pensare che per sul 2020/2021 per l’organico aggiuntivo erano previsti un miliardo e 850 milioni di euro, mentre per il prossimo anno sono previsti solo 350 milioni”. Per i sindacati rimane troppo vago il parere del Cts sulle misure sanitarie. “Ăˆ il governo che deve decidere, si assuma le proprie responsabilitĂ – spiega Pino Turi della Uil – Per adesso i nodi strutturali non sono stati risolti”. Il capo dei presidi Antonello Giannelli, dell’Anp, osserva: “Se dobbiamo continuare a praticare il distanziamento la dad è inevitabile, la vaccinazione è la strada per evitarlo”.