Dal Dl Sostegni bis convertito, 60 milioni di euro alle paritarie

da Il Sole 24 Ore

di Amedeo Di Filippo

L’articolo 58 del Dl 73/2021 appena convertito destina più di 400 milioni di euro alle scuole, comprese le paritarie, alle quali però impone di pubblicare una serie di dati e informazioni già disponibili nei siti degli enti locali, gestori di numerose scuole dell’infanzia.

Le risorse
Il comma 4 istituisce il «Fondo per l’emergenza epidemiologica da Covid-19 per l’anno scolastico 2021/2022», con 350 milioni di euro da destinare a misure di contenimento del rischio epidemiologico presso le scuole statali. La novità introdotta in sede di conversione è che queste risorse possono essere destinate alle seguenti finalità: acquisto di servizi professionali, di formazione e di assistenza tecnica per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per la didattica a distanza e per l’assistenza medico-sanitaria e psicologica, servizi di lavanderia e di rimozione e smaltimento di rifiuti; acquisto di dispositivi di protezione e per l’igiene; interventi in favore della didattica degli studenti con disabilità, disturbi specifici e altri bisogni educativi speciali; interventi utili a potenziare la didattica, anche a distanza; acquisto e utilizzo di strumenti editoriali e didattici innovativi; adattamento degli spazi interni ed esterni e delle loro dotazioni.

Ancora, il ministero provvede, entro il 31 luglio, al monitoraggio delle spese e con propria ordinanza adotta, anche in deroga alle disposizioni vigenti, misure volte ad autorizzare i dirigenti degli Usr ad attivare incarichi temporanei di personale docente fino al prossimo 30 dicembre finalizzati al recupero degli apprendimenti e incarichi temporanei di personale Ata per finalità connesse all’emergenza epidemiologica. In ultimo, il comma 4-septies istituisce un ulteriore fondo di 6 milioni di euro destinati alle scuole che necessitano di completare l’acquisizione degli arredi scolastici.

Le paritarie
Il comma 5 destina alle scuole dell’infanzia e alle scuole primarie e secondarie paritarie un contributo di 60 milioni di euro, di cui 10 a favore delle prime, rinviando ad apposito Dm il riparto tra gli Usr in proporzione al numero degli iscritti.

In questo caso la novità inserita in sede di conversione è che queste risorse sono erogate a condizione che le scuole paritarie pubblichino nel proprio sito internet: a) l’organizzazione interna, con particolare riferimento all’articolazione degli uffici e all’organigramma; b) le informazioni relative ai titolari di incarichi di collaborazione o consulenza; c) il conto annuale del personale e delle relative spese sostenute; d) i dati relativi al personale in servizio con contratto di lavoro non a tempo indeterminato; e) i documenti e gli allegati del bilancio preventivo e del conto consuntivo; f) le informazioni relative ai beni immobili e agli atti di gestione del patrimonio.

La mancata osservanza degli obblighi comporta la revoca del contributo. Si tratta di obblighi che hanno fondamento se applicati alle scuole paritarie private, non soggette alle regole del Dlgs 33/2013, non se riferiti agli Enti locali titolari della gestione di numerose scuole dell’infanzia, come tali “paritarie” e facenti parte del sistema nazionale di istruzione. Il decreto trasparenza infatti impone a tutte le Pa di pubblicare nella sezione “Amministrazione trasparente” tutte le informazioni richieste dal comma 5.

È lecito dunque presumere che il precetto non debba valere per gli Enti locali, soggetti alla normativa anticorruzione e per la trasparenza, ai quali quindi il contributo deve essere erogato dagli Usr non appena il ministero ne avrà stabilito il riparto.

Il tavolo
È opportuno segnalare l’ulteriore novità introdotta dal comma 4-sexies che istituisce presso ciascuna prefettura un “tavolo di coordinamento” per la definizione del più idoneo raccordo tra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, in funzione della disponibilità di mezzi di trasporto utilizzabili, volto ad agevolare la frequenza scolastica anche in considerazione del carico derivante dal rientro in classe di tutti gli studenti.

Al tavolo, presieduto dal prefetto, partecipano il presidente della Provincia o il sindaco della Città metropolitana, gli altri sindaci interessati, i dirigenti degli ambiti territoriali dell’istruzione, i rappresentanti del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, delle regioni, delle province autonome e delle aziende di Tpl.

All’esito dei lavori il prefetto redige un documento operativo sulla base del quale le amministrazioni coinvolte adottano le misure di rispettiva competenza, la cui attuazione è monitorata dal tavolo stesso. Nel caso in cui le misure non siano adottate il prefetto ne dà comunicazione al presidente della regione, che adotta ordinanze volte a garantirne l’applicazione per i settori della scuola e dei trasporti pubblici locali. Le scuole modulano di conseguenza il piano di lavoro del personale Ata, gli orari delle attività didattiche e degli uffici amministrativi.