Slitta alla prossima settimana la presentazione del Piano Scuola. Obiettivo principale è il rientro «in presenza»

da Il Sole 24 Ore

di Marco Ludovico

Rientro a scuola tutti tra i banchi. «In presenza» come si dice in un gergo burocratico ormai di uso corrente. Lo vuole il presidente del Consiglio Mario Draghi. Lo ribadisce il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Lo rilancia il titolare della Salute Roberto Speranza. Risolta in sede di governo la questione giustizia, la scuola e i trasporti locali, pezzo essenziale del sistema istruzione, sono la nuova scommessa politica.

Ieri Speranza al Senato è stato diretto: «La questione scuola è prioritaria. Sono fiducioso che la prossima settimana sarà quella giusta per un intervento organico su un rientro in presenza e in sicurezza». Speranza non nasconde l’auspicio di una larga diffusione del vaccino tra gli studenti. «Come noto l’Ema (Agenzia europea per i medicinali) e l’Aifa (agenzia italiana del farmaco) hanno provveduto ad approvare» i vaccini anti-Covid anche per la fascia d’età tra 12-19. Una scelta con due «ragioni fondamentali: da una parte questa vaccinazione protegge chi riceve il vaccino, perché anche in questa fascia, purtroppo, ci sono casi di persone che contraggono il virus e ne derivano una situazione di gravità, come il caso della undicenne di Palermo che ha perso la vita. In più – sottolinea Speranza – chi si vaccina non protegge solo se stesso ma aiuta la protezione di tutti gli altri e una vaccinazione dentro quella fascia generazione potrà favorire la riduzione della circolazione del virus».

Si vedrà come l’esecutivo vorrà trattare la questione vaccino per gli studenti, obbligo improbabile, e per i docenti, obbligo non così improbabile, se non possibile, nella definizione del provvedimento d’urgenza annunciato ed essenziale per garantire una ripresa delle lezioni al meglio. Nelle intenzione di governo, dunque, tutti in classe.

Sulla scuola, Speranza ha sottolineato: «L’arma è quella delle vaccinazioni, siamo al 58% di seconde dosi, dobbiamo continuare e insistere su questo terreno. Vogliamo lavorare perchè i nostri figli possano tornare a scuola in presenza e in sicurezza e utilizzeremo tutti gli strumenti possibili. Nel personale scolastico l’85% ha ricevuto almeno una dose, noi vogliamo che questa cifra cresca in maniera significativa».

Sul green pass, profilo che dovrebbe coinvolgere quantomeno i trasporti nei provvedimenti in arrivo del governo, non c’è unanimità. Soprattutto tra le Regioni, spinte a chiedere anche maggiori dosi di vaccino.

Slitta poi alla prossima settimana la presentazione del piano Bianchi sulla riapertura delle scuole a Regioni, Comuni e province, anche se il testo è pronto. Si attende la decisione sull’obbligo dei vaccini agli insegnanti e sulla gestione dei trasporti locali, che saranno in cabina di regia e in cdm la la prossima settimana.

Nel piano del ministro Bianchi per il momento non si fa cenno all’obbligo, ma solo alla necessità che «il personale docente e non docente, su tutto il territorio nazionale, assicuri piena partecipazione alla campagna di vaccinazioni. Resta il vincolo delle mascherine anche in aula al di sopra dei 6 anni, ma non del distanziamento, che non permetterebbe una presenza al 100% degli studenti. Non saranno necessari, come ha evidenziato anche il Cts, test diagnostici o screening preliminari di accesso e si dovrà individuare anche quest’anno un referente Covid».