L’odio verso le donne

L’odio verso le donne…

di Maurizio Tiriticco

… ha origini antiche! Per cui non dobbiamo sorprenderci di quanto accade in queste ore alle donne afgane! Perseguitate, torturate, violentate, schiavizzate dai maschietti talibani! O sorprenderci della condizione della donna nel mondo arabo! Che forse non è torturata fisicamente, ma… lasciamo andare! E’ doveroso ricordare che questo benedetto – si fa per dire – maschietto l’ha fatta sempre franca fin dai tempi più remoti! Nella Bibbia, testo fondante delle religioni monoteiste, Dio è maschio, ovviamente, e crea Adamo, maschietto come lui. Solo in seconda battuta, ed al fine di dargli un po’ di compagnia, crea la donna, ma da una sua costola! Per cui, la poverina, non ha nulla di originale! Una sorta di fotocopia in 3D! E chi è che induce Adamo, buono ed ingenuo perché diretto figlio del Buon Padre Dio? Eva! La peccatrice! Che non solo coglie il frutto proibito, ma lo offre a quel cretinetti di Adamo, Di qui la condanna divina! Per cui,tutte le nostre millenarie sofferenze hanno origine in una mela rubata!

Ne consegue che tutta l’apologistica cristiana non è da meno! Leggiamo! «Ogni donna dovrebbe camminare come Eva nel lutto e nella penitenza, di modo che con la veste della penitenza essa possa espiare pienamente ciò che le deriva da Eva, l’ignominia, del primo peccato, e l’odio insito in lei, causa dell’umana perdizione. Non sai che anche tu sei Eva? La condanna di Dio verso il tuo sesso permane ancora oggi. La tua colpa rimane ancora. Tu sei la porta del Demonio! Tu hai mangiato dell’albero proibito! Tu per prima hai disobbedito alla legge divina! Tu hai convinto Adamo, perché il Demonio non era coraggioso abbastanza per attaccarlo! Tu hai distrutto l’immagine di Dio, l’uomo! A causa di ciò che hai fatto, il Figlio di Dio è dovuto morire!». L’autore è Tertulliano, apologista cristiano, in “De cultu feminarum”, I, 1.

E come non ricordare come per secoli e secoli la stregoneria sia stata considerata appannaggio delle donne? Quante sono state giustiziate – che bei falò – perché accusate di stregoneria? Copio dal web. “La caccia alle streghe si è diffusa a livello mondiale in società geograficamente, culturalmente e temporalmente molto diverse e questo ha fatto nascere l’interesse dell’antropologia per studiarne cause e circostanze, trovandovi legami comuni legati al tentativo di spiegare avvenimenti umani come malattia e morte, disgrazie o carestie. Spesso la strega e lo stregone sono stati associati all’idea del male, ma si è superata un’interpretazione monocausale che è apparsa come riduttiva. Il primo accenno storico si ha nel II millennio a.C., quando il Codice di Hammurabi condanna non la magia, ma i danni che i maghi e gli stregoni possono generare.Nella Grecia classica, attorno al 338 a.C., si ebbe il caso di Teoride di Lemno che fu giustiziata insieme con i suoi figli perché accusata di avere scagliato incantesimi. Nel cristianesimo delle origini non vi furono persecuzioni organizzate come tali nei confronti di streghe o stregoni, e l’uccisione di Ipazia, nel 415, matematica ed erede della tradizione scientifica greca, ma ritenuta capace di arti magiche da una folla inferocita, fu un caso isolato. Il Canon Episcopi definì la credenza popolare un frutto di superstizione. Le streghe, per la Chiesa cattolica, non esistono; tuttavia questa non fu sempre la posizione dominante e a lungo in Europa e in vari paesi del mondo si verificò il fenomeno della caccia alle streghe”.

Nell’immaginario popolare la strega viene rappresentata solitamente come donna molto vecchia e di brutto aspetto; appartiene perlopiù alle classi sociali inferiori anche se non mancò qualche caso di nobildonna, come ad esempio Sidonia von Borcke: una tedesca, nata a Strzmiele nel 1548 e morta a Stettino nel 1620, processata e giustiziata per stregoneria. E come non ricordare il processo alle streghe di Salem, una contea di Essex, Massachusetts, che si svolse alla fine del ‘600 nelle colonie britanniche del Nordamerica! E bene ricordare che in effetti il sostantivo strega è tipicamente femminile, che non ha il suo corrispettivo maschile! Non esiste lo strego! Ma, semmai lo stregone, che suscita più curiosità ed ilarità che paura.

E’ bene chiudere queste riflessioni ricordando che la donna ha avuto anche i suoi corrispettivi divini, di cui la mitologia greco-romana è ricca. Ricordiamo ad esempio Cibele, una divinità anatolica, venerata come Grande Madre Idea, dal monte Ida presso Troia, dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici. Era anche una divinità ambivalente, perché simboleggiava la forza creatrice e quella distruttrice della Natura. Il centro principale del suo culto era il santuario di Pessinunte, in Frigia. Per non dire infine del ricco panteon grecoromano, in cui gli dei, pur vivendo nell’Olimpo, non solo ne discendono molto spesso, ma vivono emozioni e ambizioni, gioie e dolori per nulla dissimili da quelle umane.

Ma infine vinse la religione monoteista, anzi vinserole tre religioni monoteiste, l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Ma questa è tutta un’altra storia!