Certificato verde per l’ingresso a scuola:ok del Garante, controlli tutti i giorni

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

La grande scommessa del governo Draghi per il ritorno in classe al 100% in presenza partirà ufficialmente oggi. Con l’avvio dei corsi di recupero per gli studenti che hanno accumulato un “debito” e, per tutti gli altri, con la terza e ultima fase del piano estate voluto dal ministro Patrizio Bianchi come “ponte” tra il vecchio e il nuovo anno. Per prendere servizio tutto il personale scolastico dovrà essere munito di green pass, come chiarito da una conferenza di servizio tra il ministero dell’Istruzione e i dirigenti scolastici. L’appuntamento odierno, nei fatti, costituirà anche un test sulle procedure di verifica della certificazione verde: in attesa della piattaforma digitale (il sistema Sidi implementato per l’occasione), che ha incassato ieri il via libera del Garante privacy, si procederà manualmente con pattuglie di “verificatori” delegati dai presidi all’ingresso degli istituti. E un assist in vista del 13 settembre – quando in dieci regioni ripartiranno le lezioni – è arrivato intanto dalle regioni che hanno approvato un piano per uno screening sulla popolazione scolastica di elementari e medie: verranno sottoposti a tamponi rapidi salivari 54mila studenti ogni 15 giorni appartenenti a 1-3 istituti sentinella per ognuna delle 107 province italiane.

La campagna di test salivari
La proposta dei governatori parte dalle esperienze-pilota dei mesi scorsi. Il suggerimento è quello di limitarsi alla platea di studenti (primaria e seconda di I grado) per cui il vaccino non è ancora disponibile o lo è limitatamente (dai 12 anni in su). Dei 4,2 milioni di alunni tra i 6 e i 14 anni ne vanno testati 54mila ogni 15 giorni. Ma per riuscirci – chiarisce il documento – è bene invitarne almeno 91mila. In una prima fase il prelievo si farà a scuola; poi i genitori verranno invitati a farlo a casa. In caso di positività servirà un test molecolare per la conferma e si procederà poi al tracciamento dei contatti. In tutto serviranno 130mila kit al mese.

Ok del Garante al green pass
Gira e rigira il tema cruciale resta il green pass obbligatorio da oggi. Sarà compito dei dirigenti scolastici controllarlo. E sempre a loro toccherà comminare le sanzioni in caso di violazione (assenza ingiusticata e dal quinto giorno sospensione dal servizio e dallo stipendio). Per facilitare il loro lavoro è in arrivo (forse già domani) il Dpcm che introduce la piattaforma digitale per le verifiche “autorizzata” ieri dall’Authority della privacy, con alcuni paletti: il check andrà fatto quotidianamente, prima dell’ingresso a scuola e limitatamente al personale in servizio quel giorno. I “controllori” potranno interrogare la banca dati solo sui “loro” prof o Ata (per i dirigenti scolastici saranno gli Uffici scolastici regionali a verificare la certificazione verde, ndr) e resterà traccia per un anno (in appositi log) delle operazioni di verifica.

I chiarimenti ai presidi
Si parte dagli ultimi numeri forniti dalla struttura del commissario Figliuolo: alla scorsa settimana il personale scolastico senza vaccino era circa il 10% del totale, pari a oltre 138mila persone. Da oggi, senza green pass, «non si prende servizio», ha ricordato ieri il capo dipartimento all’Istruzione, Stefano Versari, incontrando on line i 7mila presidi, assieme al collega Jacopo Greco (Risorse Umane e finanziarie). Per professori e personale tecnico-amministrativo (Ata) “esente” da certificato verde (per ragioni mediche, e con idonea documentazione) non è previsto il tampone ogni 48 ore (necessario invece per ottenere, in assenza di vaccinazione, il green pass). Costoro, quindi, oggi ricompresi negli oltre 138mila senza vaccino, possono accedere a scuola senza altri adempimenti (per loro, come per gli studenti, si sta ragionando su screening periodici).

Altro tema delicato è il personale esterno alle scuole, ad esempio gli addetti ai servizi mensa. Per gli “esterni”, è l’indicazione data dal ministero dell’Istruzione, il decreto legge 111 non obbliga ad avere la certificazione verde per entrare negli istituti. «Le scuole però – è stato poi aggiunto – possono fare una valutazione del rischio, come fatto lo scorso anno per assicurare il massimo della sicurezza, prevedendo per chi entra a scuola la verifica del QrCode». Una posizione, quest’ultima, che ha lasciato perplessi i dirigenti scolastici: «Tale indicazione, a oggi, confligge con l’inesistenza di norme che estendano quanto imposto al personale scolastico ad altre categorie di cittadini», ha subito osservato l’Anp, l’Associazione nazionale presidi, che ha mostrato dubbi anche «sull’asserita sufficienza, ai fini della loro risoluzione in caso di regolarizzazione da parte del titolare sospeso per mancata esibizione del green pass, dell’inserimento, nei contratti di supplenza, di una clausola di risoluzione espressa mentre resta insoluto il problema della mancata individuazione del termine del contratto stesso». Nessun dubbio ha lasciato invece la questione Dad: «È una extrema ratio – ha ribadito l’Istruzione -. E i genitori non possono chiedere le lezioni online in caso di mancata vaccinazione di un minore».