Inizia un nuovo anno

Inizia un nuovo anno (*)

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Fine di un’altra estate, il treno rimasto vuoto si prepara a riempirsi di nuovo. È il momento della ripresa.
Se per gli alunni la scuola inizia a metà settembre, per i docenti l’avvio delle attività corrisponde al primo giorno dello stesso mese, da quella data inizia il nuovo anno scolastico e il personale trasferito nelle nuove sedi deve prendere servizio, recandosi presso le rispettive segreterie assegnate.

Il primo di settembre il treno della scienza riprende la sua corsa, ci sono tante facce nuove, felici, alcune al primo incarico o perché hanno superato un concorso o perché sono stati individuati nelle graduatorie ad esaurimento e si avviano verso la loro prima sede di servizio.
Ci sono poi i docenti che hanno ottenuto il trasferimento, magari provenienti da fuori regione, dove per anni hanno prestato servizio e, infine, quelli in assegnazione provvisoria che per un anno soltanto potranno lavorare nella sede assegnata, in quanto la loro cattedra di titolarità rimane sempre quella originaria, che di solito è molto più distante di quella ottenuta.

I vagoni del treno sprizzano di felicità, ogni nuovo viaggiatore ha avuto un posto di lavoro migliore di quello di partenza e poi c’è il senso del viaggio, dell’esplorazione e questo anima i cuori e le menti.
Per i reduci dell’anno precedente, la tristezza di non incontrare più tanti amici e compagni di viaggio con i quali, per anni, si è condivisa questa esperienza, per alcuni si aggiunge anche il fatto di aver perso la persona amata o semplicemente desiderata.

Il treno corre veloce, è un nuovo anno tutto da vivere, l’aria di settembre rende la vita gioiosa, il cielo è sereno, il mare è calmo, i colori sotto la luce del sole sono vivi, la natura ancora è rigogliosa e si mostra nella sua piena bellezza.
Anche i passeggeri sono in piena forma, i loro corpi abbronzati e riposati sono molto lontani dalla stanchezza e dai visi pallidi degli ultimi viaggi di fine anno.
Ester è bellissima, i suoi occhi azzurri risaltano sulla sua pelle liscia e abbronzata, il suo corpo, dopo un’estate di mare, sole e nuotate è statuario.
Alberto ha passato l’estate a dedicarsi ai suoi sport preferiti, il suo corpo allenato non passa inosservato, è calmo e sereno, Carola è ormai un ricordo e Roberta l’ha sentita, ma non vista, per tutta l’estate.
Marco e Angelica, invece, si sono frequentati, su invito di lui entrambi, per Ferragosto, hanno visitato un santuario Mariano, posto su un alto colle che domina il mare.
È stata un’esperienza bellissima sia per la scalata, ma anche perché condividevano insieme questo percorso devozionale per Maria, la madre di Dio.
Laura ha fatto domanda per essere distaccata presso gli uffici dell’USR, lei sperava di essere assegnata all’ufficio periferico della sua città ma, temporaneamente, invece, deve prestare servizio presso gli uffici centrali regionali.
Ora non veste più abiti ampi, ma vestiti che valorizzano il suo bellissimo corpo, così bello da fare invidia anche ad Ester.
Il treno corre e va avanti, senza fermarsi, i primi posti sono già occupati e i passeggeri cominciano ad incontrarsi, conoscersi, relazionarsi, è iniziato un nuovo anno.
Gli amici di Ester si ritrovano nel primo vagone, il viaggio continua, si dialoga, si conversa del più e del meno, Alessandro racconta della bella estate passata con sua figlia, che ha imparato a nuotare. Umberto ha trascorso le sue vacanze estive a scrivere un nuovo libro che regala agli amici, scherzando, mentre scrive la dedica con una raffinata penna stilografica.

Nunzio racconta delle sue esperienze di direttore di orchestra nei vari concerti estivi dove è stato invitato, in particolare in Russia, dove è rimasto profondamente colpito dalle donne che vivono in quel paese.
Roberto ride con Ester, i due sono inseparabili, lei lo adora, è la sua metà. A lui può confidare e raccontare tutto, anche le cose che in fondo non racconterebbe neanche a sé stessa.

Maria è entusiasta dei nuovi ibridi di rose ottenuti, la sua estate è stata impegnata nella lettura, nella sua bellissima villa di famiglia, immersa nella campagna.
Ester è felice, ha passato dei bei momenti con la famiglia, ha la sensazione che i rapporti con il marito siano tornati quelli di un tempo e questo le dà speranza che finalmente la sua dannazione possa essere finita. Ha passato l’estate a dipingere e si sente serena. I ricordi del cubano hanno ispirato dei capolavori, ma non sente più il desiderio che sentiva un tempo, si sente libera, finalmente lontana dal vuoto che la opprimeva.

Si parte ma, si sa, il viaggio porta sempre verso mete inaspettate, il treno della scienza ha ripreso la sua corsa, l’estate è alla fine e la scuola sta per iniziare.

(*) dal “Treno della scienza, un viaggio senza fine” di Bruno Lorenzo Castrovinci, capitolo 26, Armenio Editore, Maggio 2021