9 settembre 1943

9 settembre 1943

di Maurizio Tiriticco

E dopo l’8 settembre di quel terribile anno 1943 venne, ovviamente, il 9 settembre! La vita ai tempi di guerra era già molto dura anche per chi non era al fronte e doveva combattere con le restrizioni alimentari e i bombardamenti aerei anglo-americani. Ciascuno di noi aveva una “tessera annonaria”, un foglio di carta nominativo con tanti tagliandi, relativi ai diversi cibi, pane, pasta, olio, ecc. Ed il negoziante, fornaio, macellaio, norcino, tagliava il tagliando e ti vendeva quella razione di cibo previsto dalla tessera, non un grammo di più, non un grammo di meno.Ciascuno di noi aveva diritto solo alla sua personale razione quotidiana, ovviamente insufficiente per una dieta normale, soprattutto per un ragazzo come me, allora dodicenne e sempre affamato! Ovviamente siamo in Italia… anche allora… e fioriva la borsa nera e, chi poteva, comprava a prezzi assurdi tutti gli alimentari che voleva. Le pasticcerie erano più o meno vuote! Si vendeva solo castagnaccio! Ed io ne andavo pazzo! I bar – o meglio i caffè, perché bar era un sostantivo inglese (anche se proveniva dal latino barra, il bancone di pietra delle vendite alimentari, ed io avviato agli studi classici, lo sapevo) – ti servivano solo birre o aranciate. Il caffè era un ricordo dell’anteguerra. Allora cominciammo a bere i suoi succedanei: caffè d’orzo, di segale, di malto, di cicoria, di fichi e addirittura di carciofi. Ma che sapore avevano queste miscele? Difficile dirlo anche perché venivano preparate sempre in modo diverso e con percentuali di surrogati differenti. Ricordo che, però, tra gli alimentari non scarseggiavano le patate! Ed in ciascuna famiglia… pentoloni di patate lesse!!! A cui attingere, quando eri spinto dai morsi della fame!

Ma tutte questi disagi erano sempre il meno, confronto ai bombardamenti aerei. Le città industriali del nord e quelle portuali venivano bombardate pressoché quotidianamente. Roma godeva un certo privilegio, stante la presenza del Vaticano, ma il bombardamento del 19 luglio del 1943 distrusse un intero quartiere, quello di San Lorenzo, dove si trovava il più grande scalo ferroviario della città. E fuuna grande gioia per i borsari neri! I prezzi degli alimentari salirono alle stelle.

Ma il peggio venne dopo quelle due famigerate date, il 25 luglio e l’8 settembre 1943! Alla fame si aggiunse l’occupazione tedesca! I fatti sono noti: Re Pippettofece fuori Mussolini, con l’inganno: lo fece arrestare dai carabinieri dopo averlo convocato per un colloquio a Villa Savoia, a Roma. il 25 luglio 1943. Ma questore, dopo aver tradito Il Duce, che gli aveva “regalato” le corone di Re di Albania e di Imperatore d’Etiopia, tradì pure il suo “amato popolo”!!! Quando l’otto settembre, dopo aver comunicato l’armistizio, fuggì da Roma, raggiunse Pescara e di lì, con la corvetta Baionetta, Brindisi, che era già stata liberata dagli angloamericani. Era il 9 settembre! Felici il Re Pippetto e la sua corte! E noi tutti, i suoi cosiddetti “fedeli sudditi”, abbandonati nelle mani dei tedeschi! E gli anglo-americani, i Liberatori, lo accolsero con tutti gli onori! Aveva tradito l’alleato tedesco, aveva tradito il suo amato popolo ed era pronto a tradire anche i suoi liberatori!

Che sapevano bene del primo suo grande tradimento! Quando in quel 28 ottobre del 1922, messo alle strette da un’accozzaglia di fascisti piovuti a Roma da tutte le parti d’Italia, sollecitati dal loro capo, quel Benito Mussolini che qualche anno dopo sarebbe diventato il loro Duce, ordinò ai suoi generali, pronti a difendere la capitale, di non far nulla. Ecco come andarono le cose. In vista dell’arrivo a Roma di migliaia di esaltati e fanatici scamiciati… beh, scamiciati proprio no, perché tutti indossavano camicie assolutamente nere, alle 6 del mattino del 28 ottobre il governo dichiarò, giustamente e correttamente, lo stato d’assedio: il che significava che a Roma, la capitale del Regno d’Italia, non si poteva entrare. Anche a costo di sparare!

Ma il re si rifiutò di controfirmarlo! Un fatto gravissimo! Un re che sconferma una decisione del suo legittimo governo, a suo tempo votato dallo stesso Parlamento! Un re che si pone contro il suo governo e che di fatto appoggia manipoli di ribelli! Allora il Presidente del Consiglio, Luigi Facta, sconfermato dal re, non poté fare altro che dimettersi. Ed avemmo un intero Paese senza governo ed assolutamente fuori controllo. Così, mentre le camicie nere entravano nella capitale, minacciando di occupare i ministeri e tutti i centri di potere, Mussolini fu convocato dal re. Quale assurdità! Un ribelle, invece di essere combattuto viene accolto! Mussolini giunge a Roma in treno, bello comodo in vagone letto, il 30 ottobre. Sale al Quirinale! Un ribelle accolto con tutti gli onori! Ed il re gli conferisce ufficialmente l’incarico di formare un nuovo governo di coalizione.Ebbe così inizio quella che Mussolini volle chiamare l’Era Fascista! E noi bambini sui compiti di scuola dovevamo sempre indicare due date, quella dell’Era Cristiana e quella dell’Era Fascista! Che tristezza…