Ricordando la Ostia di ieri

Ricordando la Ostia di ieri

di Maurizio Tiriticco

Luca Monaco su “la Repubblica” del 9 settembre u. s. scrive un pezzo dal titolo: “Benvenuti alla Stazione ferroviaria Tiburtina, tra discariche e disagi, lo scalo della vergogna che piace alla sindaca, che non vede, non sente, ma parla e, a volte, straparla”. Sul medesimo quotidiano Valentina Lupia e Carlo Andrea Tortorelli scrivono un pezzo dal titolo “Odissea Roma-Lido, mancano i treni, soppresse tre fermate”. Mi chiedo: che cosa sta succedendo? Non posso più raggiungere la mia Ostia, dove ho trascorso gli anni della mia adolescenza? Esattamente, dagli ultimi mesi del 1938 fino al 24 settembre del 1943. Anni che in genere – almeno si dice – sono i più belli della vita. 24 settembre ’43! Una data che mai potrò dimenticare! Quando in quel giorno il comando tedesco ordinò alla popolazione di Ostia di abbandonare la città in 24 ore!!! I tedeschi volevano avere tutta la costa libera contro il pericolo di sbarchi anglo-americani! Quel che successe in quel terribile frangente l’ho scritto ampiamente nel mio “Balilla Moschettiere”, reperibile sul web.

Ma facciamo un po’ di storia. Ricorro alla Enciclopedia Treccani. “Ostia è in origine il plurale della voce ostium, porta, imboccatura del fiume. Ostia ha dunque significato anzitutto “le bocche del Tevere”: Ostia Tiberina o, in senso assoluto, le foci, Ostia. Questo plurale subì però in genere l’attrazione delle voci femminili urbs o colonia che le si aggiungevano; cosicché, per indicare la città nell’uso corrente, si trova più spesso usata la voce Ostia al singolare femminile. La fondazione di Ostia si fa concordemente risalire ad Anco Marzio, il quarto re di Roma. Ciò avvenne nel 634 a.C., su un castrum difensivo sorto per controllare l’accesso a Roma dal Mar Tirreno e dal Tevere, oltre che per difenderla dalle incursioni dell’antica capitale rivale, Veio. Sembra in contrasto il solo Polibio che, pur non facendo il nome del fondatore, lascia verosimilmente sottintendere quello di Numa Pompilio, successore di Romolo”. Comunque questa Ostia, o meglio quello che resta della città antica, oggi a circa 5 chilometri dal mare, non è la Ostia di oggi.

Torniamo a noi! Mussolini, una volta al potere, volle fortemente che Roma ritrovasse il suo sbocco sul mare, come al tempo dei Cesari. E si adoperò per ricostruire una nuova Ostia sul mare – allora un semplice villaggio di pescatori – nonché ripopolarla. E vi inviò come primo nucleo di abitanti dei cittadini dell’Emilia-Romagna. E Via dei Romagnoli è la strada che collega Osta antica con la nuova Ostia. Più tardi Mussolini fece costruire la prima autostrada italiana che portava dalla città al mare di Ostia; e l’ultimo tratto dell’autostrada corre parallelamente alla Via dei Romagnoli.

Era il febbraio del 1924 ed il presidente della SEFI, che doveva costruire la Roma-Lido, ricevette l’avviso che il Capo del Governo, Benito Mussolini, si sarebbe recato ad Ostia in treno alle ore 10.00 del 10 agosto 1924. Avevano 6 mesi per completare la linea. Il 10 agosto era tutto pronto. O quasi. Mancavano infatti da completare alcuni impianti tra cui il doppio binario; ed il materiale rotabile non era stato ancora completamente consegnato, per cui si ricorse a mezzi delle Ferrovie dello Stato. Il treno era composto da una locomotiva a vapore Gr 910.045 e da quattro vetture, un bagagliaio ed una carrozza panoramica, destinata alle autorità maggiori. Sia la carrozza panoramica che la locomotiva furono noleggiate dalle Ferrovie dello Stato. Il macchinista era Curzio Romani, il fuochista Nello Marrpese. Fino a quel momento la linea era costata circa 81.200.000 lire (dell’epoca) pari al 292% del costo preventivato. Alle 9 e 45 giunge l’onorevole Mussolini in automobile. Due fischi secchi della locomotiva e il primo treno prende il via verso il mare. Passa accanto ai Mercati Generali, supera la Basilica di San Paolo, scorre lungo la valle del Tevere fino alla Magliana dove la folla applaude il passaggio.

Il convoglio segue la via Ostiense e raggiunge Ostia antica alle 10 e 40, salutato dalle note della Marcia reale e dagli applausi degli abitanti del borgo, guidati dal segretario politico Armando Armuzzi, un romagnolo che aveva guidato i cinquecento ravennati alla bonifica dello stagno del 1884. Dopo il discorso di Mussolini, il treno riparte e arriva finalmente al mare alle 11 e due minuti. Il 10 agosto è una data importante per il sempre più grande borgo marittimo, non solo per l’inaugurazione della ferrovia che avrebbe cambiato per sempre la storia di Ostia; perché nello stesso giorno si tenne la cerimonia di posa della prima pietra del nuovo edificio comunale. Sia la stazione che la prima pietra del nuovo edificio furono benedetti dal Cardinale Vincenzo Vannutelli, vescovo di Ostia e decano del Sacro Collegio. Le autorità si recarono infine nello stabilimento balneare Roma,dove la SEFI offrì un banchetto. Il giorno dopo la Roma-Lido iniziò il servizio viaggiatori.

La ferrovia Roma-Lido compie 85 anni di attività ed i tecnici stimano che nella sua storia sia stata utilizzata da circa due miliardi di passeggeri, poco meno della metà degli abitanti del pianeta, e che abbia fatto tre milioni e mezzo di corse. Tra il 1943 e il 1944 la ferrovia subì danni ingenti con la distruzione della stazione di Ostia e di parte di quella di Porta San Paolo. I convogli si salvarono perché furono nascosti nelle gallerie della linea B del metrò in costruzione. Il servizio riprese con le locomotive a vapore a settembre del 1944 e con la trazione elettrica la vigilia di Natale del 1945. Nel 1948 iniziò il potenziamento: la linea venne prolungata e fu aperta la stazione di Stella Polare. L’anno dopo i treni arrivarono a Castelfusano, mentre nel 1960 la ferrovia raggiunse la lunghezza attuale. Lo stesso anno aprì Tor di Valle. Nel 1951 intanto venne aperta la nuova stazione di Lido Centro in posizione diversa rispetto alla vecchia. Nel 1971 aprì la stazione di Casal Bernocchi. Il potenziamento riprende alla fine degli anni 90 con l’apertura della stazione di Lido Nord, nel 2000, e la copertura di parte della linea nei pressi di Acilia così come il parziale rinnovo del materiale rotabile, visto che sino agli anni Ottanta i treni erano quelli del 1924.

La ferrovia è lunga 28 km e 791 metri ed ha 13 stazioni. Oggi il tempo di percorrenza tra le stazioni di Piramide e Colombo è di 37 minuti con 171 corse tra Roma, il Lido e viceversa. Ogni giorno la utilizzano 90mila viaggiatori. La frequenza nell’ora di punta è di 8 minuti. Negli ultimi anni,per renderla simile ad una metropolitana, sono stati impiegati sei supertreni Caf climatizzati e le Frecce del Mare, treni ristrutturati provenienti dalla metro A che hanno mandato in pensione i vagoni degli anni Cinquanta. La linea è una ferrovia regionale (di competenza della Regione Lazio) gestita dalla società MetRo Metropolitana di Roma, di proprietà comunale.

Il mio mare è sempre più vicino!