Stop alla lezione frontale, largo alla didattica per competenze e al digitale: la ‘rivoluzione’ di Bianchi

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da OrizzonteScuola

Di Fabrizio De Angelis

Quella di quest’anno “è una scuola che deve ripensarsi ed essere più consapevole di se stessa” e che deve “farci sentire un Paese”, ha detto il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi pochi giorni fa in merito al nuovo anno scolastico. In realtà il quadro di come la scuola debba ripensarsi il Ministro lo ha impresso nell’atto di indirizzo reso pubblico il 16 settembre.

Stop alla lezione frontale

In altre occasioni il Ministro aveva proposto un cambio di passo sulle metodologie didattiche. Adesso, il tutto si trova nero su bianco: “È prioritario continuare a promuovere la sperimentazione e la diffusione capillare in tutte le scuole di nuove metodologie didattiche, orientate al superamento del modello di insegnamento tradizionale di stampo trasmissivo, incentrato sulla lezione frontale“.

Largo alla didattica per competenze

Bianchi però ha già una traccia precisa, ovvero quello della didattica per competenze, tanto discussa negli ultimi anni, “necessario favorire lo sviluppo di una didattica per competenze, di tipo collaborativo ed esperienziale, per consentire una maggiore personalizzazione dei processi di apprendimento degli studenti, in considerazione delle loro specifiche esigenze“.

Secondo Bianchi bisogna essere molto precisi per arrivare all’obiettivo, e dunque, a suo modo di vedere, “occorrerà valorizzare ogni strumento, a partire dai materiali didattici tradizionali e dei libri di testo, rispetto ai quali costituirà impegno specifico del Ministero fornire alle scuole indicazioni e strumenti diretti a favorire le migliori scelte adozionali e l’individuazione delle più efficaci metodologie per la costruzione di materiali didattici”.

Dunque, in base a quanto si legge, Bianchi vuole fornire delle vere e proprie linee di indirizzo, destinate per i docenti affinché possano impiegare tali “consigli” per le lezioni da svolgere in classe.

Già alcuni sindacati, come la Gilda, non piace molto questa formula pensata dal Ministro: “Affermare che la lezione frontale debba essere superata in favore di nuovi approcci significa entrare a gamba tesa su un terreno che non è affatto di competenza del ministro dell’Istruzione ma che spetta ai docenti. Soltanto a loro deve essere affidato il compito di decidere, in base agli specifici contesti in cui operano, quali metodologie e strumenti didattici utilizzare, nel pieno rispetto della libertà di insegnamento che l’articolo 33 della Costituzione assegna loro”, dice Rino di Meglio, coordinatore nazionale Gilda degli insegnanti.

Il digitale a scuola

Infine il digitale: non è un mistero che Bianchi voglia superare l’immagine della Dad in piena pandemia e svoltare verso nuovi orizzonti: “In futuro – spiega Patrizio Bianchi partecipando al videoforum de La Stampa, “30 minuti al Massimo” – ci sarà ancora la dad, ma non quella abbiamo conosciuto in questi mesi: sarà una didattica di avvicinamento. Abbiamo investito molto sulla parte digitale“.

E in effetti, l’atto di indirizzo spiega: “Particolare attenzione sarà dedicata all’integrazione nella didattica delle tecnologie digitali, necessarie per favorire l’adesione ad approcci metodologici e pratiche di insegnamento innovative“.

Come previsto nel PNRR, continua Bianchi sull’atto di indirizzo, “il Ministero intende sostenere lo sviluppo della didattica digitale e realizzare un sistema multidimensionale di formazione continua del personale scolastico, attraverso percorsi innovativi in materia di istruzione digitale, integrazione delle tecnologie nella didattica e transizione digitale delle scuole, a partire dalle esperienze del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD)“.

E ancora: “Verrà, inoltre, adottato un quadro nazionale di riferimento per la didattica digitale integrata, con contenuti e metodologie digitali ad uso dei docenti, degli studenti e delle famiglie“.

ATTO DI INDIRIZZO