L’anno che verrà

A.S. 2021 – 22 – L’anno che verrà

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Suona la campanella e, con il vociare degli alunni, si aprono le porte all’anno che verrà. Un anno strano questo, con un alunno d’eccezione, lui, il virus, che dopo una lunga vacanza estiva si ripresenta puntuale, tra i banchi di scuola.

Green Pass, strana parola, senza di esso non si può passare, non si può prendere servizio, non si può insegnare. Per alcuni una novità del mattino che, dopo i primi giorni, diventa come un secondo caffè, per altri un incubo di tamponi che diventano un impegno da non dimenticare, un appuntamento con un tampone, che ti entra dentro, invade il tuo corpo e di conseguenza la tua anima.

Mascherina, come banditi, gli alunni, gli insegnanti, i bidelli, varcano la soglia della scuola e nelle aule ritorna a volte il compagno di banco, quello di cui ci eravamo dimenticati l’esistenza, l’amico ritrovato, che condivide con noi questo tempo così bello, in cui la scuola, dopo l’estate, diventa  a volte l’unico luogo d’incontro, un posto dove crescere, conoscere il mondo e, in fondo, anche se stessi.

Un anno in cui un ciclo finisce, con tanti sogni e progetti mai realizzati. Rileggendo il PTOF 2019-22, il secondo dopo la riforma della legge 107/2015, ci si accorge che la scuola è cambiata. Lui, il virus, un alunno non desiderato, ha trasformato ogni cosa.

E mentre ci si prepara all’ultimo aggiornamento dello stesso, il nuovo PTOF 2022 – 25 è alle porte, con i dirigenti alle prese con il nuovo atto d’indirizzo, scritto per una scuola diversa, il cui futuro, mai come ora, è incerto.

Il RAV legge, in silenzio, un contesto nuovo. La pandemia ha portato con sé tante trasformazioni, alcune negative certo, ma altre di assoluto rilievo per la scuola italiana.

Basti pensare ai rinnovati ambienti di apprendimento, con i loro banchi a rotelle, gli arredi nuovi, un uso del digitale diffuso in tutte le classi, con piattaforme che sfruttano i canali digitali e che garantiscono lo svolgimento in modalità sincrona delle lezioni.

Ma anche un rinnovato interesse per le aule virtuali, i Social Learning, gli Object Learning, le App dedicate alla didattica e un potenziamento mai visto della dotazione digitale, sia in termini di dispositivi accessibili agli studenti che di strumentazione didattica.

Nelle scuole più innovative, Dirigenti Scolastici illuminati hanno utilizzato le maggiori risorse a disposizione per proiettarsi verso nuovi modi di fare didattica, dalla realtà aumentata alla realtà virtuale, alla robotica educativa, ai microscopi digitali, con un mondo, il digitale,  non più riservato a pochi innovatori, ma ampiamente diffuso nelle aule.

Il virus, un alunno digitale, rinnova e cambia, trasforma, in meglio forse, chi lo sa, ma una cosa è certa: dopo anni di lezioni frontali, di libri di testo, di compiti a casa, la scuola è cambiata e il Collegio dei Docenti, nell’elaborazione del nuovo PTOF dovrà tenerne conto, così come dovrà tenere conto del disagio degli studenti, privati di quel mondo delle relazioni che caratterizza la nostra umanità.

Rendicontazione Sociale, appuntamento inderogabile, in cui l’accountability prende forma, atto finale di un ciclo di programmazione e attuazione di un PTOF 2019-22 che chiude non solo un ciclo, ma un’era.

Risorse strutturali e dirette, con i PON già finanziati con il Piano Scuola, e con quelli in fase di valutazione o di presentazione delle candidature, reti cablate e wireless che diventano sempre più veloci, sfruttando linee digitali che consentono di superare i limiti del digital divide, ma anche la messa in soffitta delle LIM, così innovative un tempo, ed oggi pronte ad essere sostituite dai più efficienti e pratici monitor interattivi.

L’outdoor education, o meglio educazione all’aperto, che si consolida nella rete nazionale delle scuole all’aperto, accolta dall’atto d’indirizzo del Ministro Bianchi e che fa bella mostra di sé come novità tra le idee del movimento Avanguardie Educative.

Una nuova tendenza, la riscoperta di un nuovo modo di fare didattica che richiama lo scoutismo, e che ha le sue radici in John Dewey, con il suo concetto di esperienza, che in Gianfranco Zavalloni, con la sua pedagogia della Lumaca, ha trovato una nuova dimensione, con una rinata socialità e relazione tra gli alunni, un rapporto con l’ambiente che interagisce con l’uomo, e che ne diventa l’ambiente di apprendimento ideale.

Da un lato la natura, o lo spazio urbano, e sopra entrambi il cielo, con i suoi colori, con quell’azzurro che rasserena l’anima e con le nuvole che aprono le porte all’immaginazione.

Ma anche un utilizzo ottimale delle pertinenze degli edifici, che ora diventano spazi didattici privilegiati per la realizzazione di nuovi ambienti di apprendimento che, nelle regioni del Sud Italia, non solo garantiscono un clima confortevole tutto l’anno, ma risolvono il triste problema delle aule non climatizzate che costringono gli alunni a soggiornare in ambienti dalle temperature impossibili.

Il virus ci restituisce anche delle scuole più pulite, la parola d’ordine “pulizia approfondita”, con nuove risorse umane in organico, che si affiancano a quelle esistenti e sempre insufficienti, in quanto i criteri di assegnazione spesso non tengono conto delle dimensioni dei plessi o della complessità degli stessi.

E per loro  il rinnovo degli strumenti utilizzati, con le macchine lavapavimenti che semplificano il lavoro, le macchine a vapore a ciclo continuo e i nebulizzatori, che oltre a sanificare possono anche profumare, se occorre.

Ambienti di apprendimento nuovi, quindi, che coinvolgono tutti i sensi, che si orientano verso una scuola inclusiva, ma anche un’educazione civica che porta al rispetto degli stessi.

Il PTOF 2022 – 25, un nuovo modo di fare scuola, ma anche di accogliere movimenti come quello delle “Piccole Scuole “o delle “Avanguardie Educative”, innovazione con le misure del PNDS ora reali, con tanta strumentazione didattica, un orientamento allo sviluppo del pensiero computazionale concreto, e anche robotica, che apre scenari nuovi verso le nuove frontiere dell’Intelligenza artificiale.

E se i viaggi d’istruzione e le uscite didattiche un tempo erano una certezza, così come i saggi, con tanti genitori spettatori delle fatiche dei loro bambini, oggi tutto questo è quanto mai incerto, ma i programmi Erasmus plus, di cui è in corso l’accreditamento delle scuole, con risorse dirette che superano i limiti dei fondi strutturali, aprono ad un rinnovato ottimismo contro un virus che si trasforma e cambia, e che non intende andare via.

Organi Collegiali snaturati nella loro potenzialità di creare identità attraverso le relazioni in presenza, mostrano un personale docente completamente cambiato, sempre più solo, così come i loro Dirigenti, leader educativi, chiusi nei loro uffici, costretti a far fronte a mille adempimenti che li allontanano da loro, dagli alunni, i veri protagonisti del mondo della scuola.

Nuovo personale che arriva, quest’anno puntuale all’inizio dell’anno scolastico, con i posti in organico di fatto tutti coperti o quasi, con le operazioni annuali concluse per tempo, una novità e una sorpresa, come ci siano riusciti non si sa, ma l’amministrazione scolastica ha fatto i miracoli.

Rimangono le annose questioni dei pendolari, di uomini e donne costretti a lavorare lontano da casa, ad alzarsi dal letto ad orari impossibili per prendersi cura delle loro famiglie e per raggiungere le sedi di lavoro.  Eppure gli strumenti ci sono,  dallo Smart Working, che ha visto funzionare la scuola anche in piena pandemia, alle reti di scopo, che possono consentire un utilizzo ottimale delle risorse, tenendo conto che se il personale è felice, produce di più, ma non vengono applicati.

Limiti nelle relazioni sindacali, che non riescono a trovare soluzioni, così come sono presi a risolvere i problemi che la pandemia e la mancanza di relazioni ha generato.

L’autonomia per una scuola inclusiva, belle parole, con il Nuovo PEI che va in soffitta ancora prima di essere applicato, con un D.lgs. 66/2017 che non riesce ad essere attuato, in quanto il sistema ICF non è ancora definito.

E gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, oggi, nelle aule, impauriti dai loro compagni con le mascherine, con gli occhi che guardano tristi, senza il calore di un sorriso, che per loro rappresenta tanto, ma tanto di più.

La scuola riparte comunque. In realtà non si è mai fermata. Nuove modalità di valutazione alla scuola primaria lasciano confusi i maestri, che non hanno avuto il tempo di metabolizzare le novità, di rivedere il PTOF nella struttura del curricolo, semplificandolo e adattandolo   alle nuove esigenze della didattica il cui focus ora sono gli obiettivi da raggiungere e da valutare per livelli di competenze, mettendo in soffitta quel sistema in decimi che snaturava il nuovo modo di progettare e che spesso creava, all’interno delle classi, disparità tra gli alunni stessi, con più bravi sempre più lontani da quelli in difficoltà, in un processo lungo che, dalla legge 517/77 al Decreto legislativo 62/ 2017, trova ora un suo pieno compimento nell’ordinanza n. 172/2021, con una valutazione formativa che supera i limiti dell’infelice convivenza del giudizio globale con il giudizio in decimi e pone le basi per un miglioramento degli apprendimenti e una didattica personalizzata a misura di ogni singolo alunno.

Peccato che il ciclo di Deming avviato non abbia coinvolto anche la scuola secondaria di primo grado, in una riforma dei cicli oggi quanto mai necessaria, così come la revisione del Testo Unico rimasto fermo al 1994.

Un anno d’intenso lavoro e riflessioni ci aspetta, con i dirigenti scolastici sempre più soli, alcuni moto provati, stanchi, demotivati in quanto molte azioni programmate non si sono mai avviate o non si sono concluse.

Altri risentono della mancanza delle occasioni per incontrarsi, relazionarsi, confrontarsi, alcuni si sono persi, altri non si sono mai conosciuti rendendo utopica la costruzione delle Reti di Scuole che avrebbero fatto la differenza, sia nell’ottimizzazione dei servizi amministrativi che nelle azioni legate alle innovazioni didattiche.

Rimangono i pochi innovatori che, in piena estate nella cornice di Ischia, hanno partecipato alla Summer School, un evento che lascia sperare, nel ricordo del compianto Giancarlo Cerini. Insieme, per creare i presupposti di una nuova scuola, con la figura dei Dirigenti Tecnici ormai in via di estinzione e di cui il sistema d’istruzione italiana ha bisogno per andare avanti in un ciclo di miglioramento sempre più necessario.

Suona la campanella, il nuovo anno è iniziato e, con esso, un nuovo ciclo triennale di programmazione, per un domani incerto, ma sempre e nonostante tutto con l’amore per gli alunni, a cui, con responsabilità, dobbiamo garantire un domani migliore del nostro, noi che ormai ci avviamo stanchi verso il nuovo anno che verrà.