Perché così violenti?

Perché così violenti?

di Antonio Stanca

Di violenza privata e pubblica si hanno notizie sempre più frequenti, non passa un solo giorno senza che si sappia di crudeltà commesse nelle case, per le strade, tra singoli, tra gruppi, tra stati. Fa rabbrividire la ferocia con la quale vengono perpetrate, condotte tali azioni. Rispetto al passato l’indice di crudeltà è aumentato, ora non si vuole solo colpire ma anche infierire sul nemico sia esso vicino, conosciuto sia lontano, estraneo. Dipende dalla colpa che gli si attribuisce o dalla malvagità di chi colpisce? E’ tanto grave il reato che ha commesso o tanto acceso, infuocato il proposito di chi vuole punirlo? Non è facile stabilire quale delle due parti sia la maggiore responsabile perché a volte si scopre che una colpa vera e propria o una grave colpa non era da attribuire alla vittima dell’azione violenta. In chi commette violenza, quindi, andrebbero cercate le cause dell’orrore che provoca. Ma anche queste sono difficili da capire, spiegare. C’è chi le attribuisce alla smania di protagonismo, di esibizionismo che da tempo ha invaso il mondo moderno ed alla quale non riuscirebbero a sottrarsi nemmeno gli autori di crimini. Altri pensano che quelle cause giacciano nascoste, coperte da uno stato d’insoddisfazione, di mancata affermazione e che la violenza sia cercata per ottenere quanto altrove non è stato possibile. Né va trascurato il rifiuto, l’odio nei riguardi del “nuovo”, del “diverso”, dello “straniero”, che ormai è presente in ogni posto, fa parte di esso, vive di esso. E tante altre ancora potrebbero essere le spiegazioni del fenomeno. Intanto allarma, spaventa il fatto che si verifichi in un tempo, in un mondo diventato così moderno, così nuovo, così progredito da far pensare che non c’è bisogno del male per risolvere un problema, che questa era una maniera antica e che oggi vi sono altre più evolute, più pacifiche, più amichevoli. Doveva essere una conquista della modernità la pace, la comprensione, la tolleranza, la collaborazione. E’ successo, invece, che in un mondo che ha raggiunto una condizione, un grado di progresso, di civiltà superiore ad ogni previsione ci sia posto per la barbarie e che a nessun richiamo, sia religioso sia civile, questa ubbidisca, a nessun freno.

   Il bene più grande sta insieme al male più grave!

   E se fosse proprio qui la spiegazione del problema? E se si fosse diventati più cattivi, più crudeli proprio perché più buoni, più capaci, più sicuri, più ricchi, più potenti, sono diventati gli altri? E se fosse stata questa differenza, ormai insanabile, a trasformarsi in una competizione e poi in uno scontro accanito, senza tregua?