Mancano all’appello migliaia di docenti di sostegno

Inclusione scolastica: mancano all’appello migliaia di docenti di sostegno per studenti con disabilità     
Disabili.com del 07/10/2021

Anche quest’anno, nonostante siamo numerosi i nuovi docenti specializzati, resta molto alta la carenza degli insegnanti di sostegno.
Anche quest’anno, purtroppo, ormai quasi a distanza di un mese dall’inizio della scuola, sono tantissime le classi in cui si attende ancora l’arrivo dell’insegnante di sostegno. Si tratta di migliaia di casi, in tutto il Paese e in ogni ordine e grado.

I docenti presenti, curriculari e di sostegno, non di rado stanno svolgendo ore di servizio in più, per assicurare la regolarità del servizio, soprattutto in presenza di situazioni di gravità che richiedono l’assegnazione di risorse importanti.

L’anno scolastico è iniziato con 278mila alunni con disabilità e solo 112.370 specializzati di ruolo e non. Le altre sono cattedre vengono assegnate in deroga a docenti senza la specializzazione. Al momento i posti aggiuntivi in deroga già assegnati sono 87.209. Si arriva così a 199.579 maestri e professori che dovrebbero già essere a scuola, ma che sono difficili da reperire. Vi sono inoltre docenti in ruolo o specializzati non di ruolo che scelgono una cattedra su una disciplina e questo ogni anno causa molti movimenti, con un turn over continuo. Inoltre in alcune regioni la carenza di docenti specializzati è più significativa proprio perché è inferiore il numero dei posti previsti al momento delle selezioni per accedere ai corsi di specializzazione. Se a questo aggiungiamo le difficoltà che quest’anno si sono avute al momento delle nomine, affidate ad un algoritmo, a causa delle quali in molti casi è stato necessario ripetere le operazioni, si può ben comprendere come, nonostante negli ultimi anni i corsi di specializzazione siano stati attivati con regolarità, siamo comunque ancora ben lontani dal superamento della carenza dei docenti di sostegno. 

In un recentissimo articolo  si affronta anche il tema del numero dei posti assegnati nei diversi atenei nell’accesso ai corsi di specializzazione e si evidenzia come in alcune regioni tale numero sia molto elevato, mentre in altre sia del tutto insufficiente: negli atenei delle otto regioni meridionali e peninsulari l’offerta formativa è pari a circa 13mila posti contro i 3500 dell’intero Centro Nord. La Sicilia – da sola – fa corsi per 5mila persone. In Toscana si arriva a 985 posti, in Emilia 750 e in Lombardia 720. Ernesto Ciriaci, presidente del Movimento insegnanti di sostegno specializzati (MiSoS). In tal modo nelle regioni del nord vi è una carenza importante e costante di docenti di sostegno, mentre in quelle del sud sono molti i professionisti disoccupati. 

Non solo. Non sono rari in casi in cui purtroppo si attende ancora l’arrivo dei docenti curriculari e questo crea ulteriori problemi che rendono molto difficile il processo di inclusione. Nello stesso articolo, Evelina Chiocca, presidente del Coordinamento italiano insegnanti di sostegno (Ciis), spiega: molti genitori ci segnalano che ai nostri colleghi specializzati è stato chiesto di sostituire i docenti curricolari che mancano, perché non sono ancora stati nominati. Questo significa togliere ore di sostegno alla classe e non garantire il diritto all’istruzione dell’alunno con disabilità… Inoltre, grazie all’algoritmo ci sono docenti specializzati che sono stati scavalcati da colleghi non esperti, nonostante la norma dia priorità ai primi. Il metodo di reclutamento dimostra l’inefficienza del sistema. Le nomine vanno fatte a fine giugno e gli incarichi assegnati devono garantire la continuità didattica.

Non dissimile è il parere di Ernesto Ciriaci: Ai tempi della ministra Valeria Fedeli avevo collaborato alla stesura dell’articolo 14 del Decreto legislativo 66/2017… Il dispositivo citava: Al fine di agevolare la continuità educativa e didattica da parte del dirigente scolastico e l’eventuale richiesta della famiglia, ai docenti con contratto a tempo determinato per i posti di sostegno didattico possono essere proposti, non prima dell’avvio delle lezioni, ulteriori contratti a tempo determinato nell’anno scolastico successivo, ferma restando la disponibilità dei posti e le operazioni relative al personale a tempo indeterminato. 

Potrebbe essere un’idea, un punto di partenza. Di certo è una proposta concreta.  Qualcosa bisogna fare. 

di Tina Naccarato