I. McEwan, Bambini nel tempo

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Ian McEwan, Bambini nel tempo, Einaudi

di Mario Coviello

La perdita della figlia, scomparsa in un supermercato, il disfacimento di un matrimonio, travolto da questa tragedia, un’amicizia intensa e tragica. E ancora “il sentimento del tempo” e il suo valore per ciascuno di n, la funzione della letteratura, l’educazione dei figli. Tutto questo e molto altro, con una scrittura semplice e intensa, viene raccontato in prima persona dal protagonista di questo romanzo Stephen Lewis, scrittore di un libro per ragazzi che ha avuto un grande successo in tutto il mondo.

La scomparsa della figlia Kate di quasi quattro anni in un supermercato : “Nel giro di attimi, ogni acquisto intorno a lui si era interrotto. Ceste e carrelli furono dimenticati, la gente accorreva e sussurrava il nome di Kate tanto che, in qualche modo,in un baleno, tutti seppero che lei era lì, che era stata vista per l’ultima volta alla cassa, che indossava una tutina verde e aveva in mano un asinello di pezza…”, sconvolge la vita di Stephen, scrittore per bambini di successo, felicemente sposato con Julie, violinista e insegnante. Il dolore li strazia…“ un silenzio sempre più fitto si insinuò fra loro…non c’era più spazio per la collera, né apertura di dialogo. Si muovevano entrambi come in un pantano , senza la forza necessaria a confrontarsi…Ciascuno prese la propria strada, lui con la sua ricerca affannosa della figlia, lei su quella poltrona, persa nel suo intenso, privatissimo dolore. “

Per più di un anno Stephen cerca la sua piccola mentre l’incapacità della coppia di vivere insieme il dolore della perdita porta il matrimonio e il protagonista del romanzo al disfacimento. Stephen si lascia vivere, beve, guarda la televisione dalla mattina alla sera, gradualmente si isola. E anche quando la moglie va via l’unica cosa che distrae Stephen dal suo vivere il dolore nell’alcool e nell’abulia è la partecipazione settimanale ad una commissione governativa che deve stilare un rapporto sull’educazione del bambino in Inghilterra. Distraendosi durante le riunioni, Stephen rivive la sua infanzia e adolescenza, la vita in famiglia con la madre amorevole e il padre che lavorava nell’esercito.

Torna con la memoria al primo incontro con la persona per prima ha creduto nel suo romanzo “Lemonade”….” Darke…..spiegò gentilmente, come se stesse parlando a un bambino, che la divisione tra narrativa per adulti e per ragazzi era di per sé un’invenzione letteraria. Del tutto falsa: una semplice convenzione. Non poteva essere altrimenti quando tutti i più grandi condividevano una visione infantile del mondo, una ingenuità dell’approccio..che faceva del genio adulto una cosa sola con l’infanzia..”

E’ Darke che lo ha fatto pubblicare dalla sua casa editrice ed è diventato, insieme alla moglie Thelma, il suo amico più caro. E’ lui che Stephen ha sostituito nella commissione governativa quando Darke si è dimesso, abbandonando la carriera politica per rifugiarsi in campagna, scivolando verso un adolescenza tardiva e malata che lo porta a costruire un rifugio sulla cima di un albero.

E finalmente l’ennesima dolorosa vana illusione di ritrovare la figlia in una bambina intravista nel cortile di una scuola, rimanere vivo per miracolo in un spaventoso incidente, il suicidio di Drake che non riesce più a sopportare l’essere bambino e adulto, scuotono Stephen che riprende lentamente a vivere. Comincia a studiare l’arabo, torna a giocare a tennis e impara a non bere più di un bicchiere di scotch al giorno. Fortunosamente riesce a giungere a notte inoltrata dalla moglie che lo ha richiamato a telefono dopo tanto tempo e….

Stephen e noi lettori, dopo aver letto le pagine intense di questo romanzo, abbiamo imparato che “ …. qualunque cosa sia il tempo… la versione che fornisce il buon senso…qualcosa di lineare, regolare, che procede dal passato. al presente, al futuro…è una minuscola frazione di verità. Lo sappiamo per esperienza. Un’ora può sembrarci un minuto o una settimana. Il tempo cambia.” Viverlo leggendo “ Bambini nel tempo” è un modo che vi consiglio.