Piero Bertolini. Proseguirne il cammino nel 90° della sua nascita

Piero Bertolini. Proseguirne il cammino nel 90° della sua nascita

di Gabriele Boselli

1. Un magistero

Ricorre quest’anno il 90° anniversario della nascita di Piero Bertolini, nato a Torino nel 1931, fin dagli anni ’60 maestro degli studi italiani di fenomenologia dell’educazione. Viene in questi giorni riedita la sua opera principale L’esistere pedagogico. Opera la cui rilettura è particolarmente importante oggi, in un tempo in cui il mondo ufficiale dell’educazione -afflitto da psicologismo e da cattiva cultura economica- pare ignorare la necessità di fondazioni filosofiche ed epistemologiche.

Formatosi soprattutto sulla lettura di  Husserl, ma con forti interessi per Kierkegaard e Whitehead, Bertolini ascoltò Banfi e Pareyson e fu allievo di Enzo Paci; si impegnò sempre in prima persona nel mondo effettuale degli eventi formativi, “nel vivente dell’educazione”. Tra i suoi numerosi volumi: il primo suo libro “Fenomenologia e pedagogia” (1958); il fondazionale “L’esistere pedagogico” (1988); “Pedagogia fenomenologica” (2001); “Ad armi pari” (2005).

Il suo lavoro più importante degli ultimi anni era consistito nel guidare una riflessione collettiva su quello che era stato il tema centrale della sua esistenza di studioso: cosa significasse pensare fenomenologicamente le tematiche della pedagogia. Ne era derivato ai primi del 2006, da Erickson, quello che sarebbe stato l’ultimo libro da lui curato: “Per un lessico di pedagogia fenomenologica”: più che una sintesi, come in genere vuol essere un lessico, un vero e proprio manifesto per il lavoro futuro di alcuni cultori di fenomenologia in area pedagogica. Nel 1988 aveva infatti raccolto un gruppo di (allor) giovani universitari -fra cui il geniale Antonio Erbetta- e di studiosi di varia condizione professionale accomunati dall’impronta fenomenologica del pensiero: fu il gruppo di ricerca fenomenologica e autoformazione Encyclopaideia, e furono tanti libri e furono convegni e dopo qualche anno nacque la rivista omonima, semestrale, ora edita a Bologna a cura dell’Alma Mater e giunta al vol.25, n.60.  

2. Cardini di un pensare fondazionale

I seguenti mi sembrano essere i cardini intorno a cui girava la meravigliosa macchina del pensare bertoliniano.

Relazione  E’ il concetto cardinale che, in aderenza al magistero di Enzo Paci, Bertolini pone a matrice di tutto il suo pensiero. S’ intende per relazione il contesto articolato in cui si attua il modo di esistere necessario di ogni esistente, l’evento originario, continuo e imprescindibile (si è sempre in qualche struttura relazionale) che fonda l’esistenza stessa di ogni soggetto: l’essere-qui-ed-ora-ad-altri, il prendere progressiva coscienza del mondo come frutto continuamente rinnovato del vissuto di una realtà forse reale che trascende il soggetto.

Soggetto La soggettualità è da intendersi non come istanza assoluta (soggettivismo) e dunque sostanzialmente chiusa ma esplicantesi nella storicità e materialità del suo avventurarsi nel mondo con l’interezza delle proprie, dinamiche istanze di libertà.
Il soggetto in educazione è chi nel suo andare e nel suo sostare è essenzialmente apertura infinita a…

Oggetto L’oggetto è conoscibile in quanto essenzialmente presente a…, entro un campo attenzionale/intenzionale di un individuo o di una comunità: è la struttura degli apparati della conoscenza a determinare l’oggetto, a porlo come esistente, atto di una fattualità indeterminata. Contrario ad ogni chiuso soggettivismo, Bertolini avversò anche l’oggettivismo, ovvero la pretesa di conoscere l’oggetto in sè e per sè, fuori dalla relazione in cui soggetto e oggetto reciprocamente si costituiscono: anche in educazione non c’è conoscenza dell’oggetto senza soggetto né di quest’ultimo senza il primo. Di qui il volume da lui curato Per una valutazione possibile, denso di critica alle docimologie oggettivistiche quanto ricco di proposte per un valutazione intersoggettiva attraverso metodologie di tipo fenomenologico ed ermeneutico.

Conoscenza  Il conoscere muove sempre da un atto originario della coscienza (intenzionale). Senza che la coscienza, in quanto co-scienza attuale non sia tesa ad altro non c’è acquisizione di conoscenza e comunque il disegno che la conoscenza del mondo assumerà nel soggetto individuale sarà inerente alla coscienza di questi, alle sue linee d’impronta. E sarà costitutiva del mondo concretamente vissuto.

Intenzionalità  E’ forma essenziale della coscienza inerente alla relazione tra il soggetto e l’universo dei suoi oggetti, rispettati nella loro irriducibilità e autonomia e anzi individuati come costitutivamente necessari all’esistenza della stessa soggettività. Ma anche gli oggetti non si darebbero senza la particolare curvatura intenzionale data dall’attività rappresentativa e costitutiva del soggetto. Se un atto non è autenticamente e consapevolmente intenzionale è preda di pulsioni irrazionali, disperdente, oppure consegna l’umanità del soggetto alla vuota mathesis della psicologia serializzante.
Nei suoi studi sui ragazzi difficili, Bertolini individuò nelle torsioni dell’intenzionalità la matrice principale del dolore che questi soffrono e fanno soffrire.

Politica  Bertolini non fece mai vita di partito ma la sua passione per la vita delle istituzioni e della politica fu sempre intensissima.
Nella sua memorabile Introduzione al convegno internazionale Educazione e politica del novembre 2002, Bertolini individuò la stretta correlazione fra queste due strutture di senso dello spirito; lo fece sempre cercando di individuare attraverso la fatica del pensare e del dire e l’impegno nella prassi “il senso stesso dell’esperienza politica come di quella educativa, in quanto autonome ma correlate esperienze costitutive dell’esistere dell’uomo  e quindi del loro valore”.

Progetto Raggiunta un’interpretazione (ma già in ogni interpretazione è presente una qualche tensione progettuale), il soggetto si protende a un futuro che vede possibile portare ad attualità attraverso una esplorazione delle possibilità, un atto di scelta, un’assunzione di rischio, uno spendersi in pro-di. Un vero progetto in pedagogia o in didattica non è un piano di lavoro particolareggiato per raggiungere un obiettivo prestabilito, inclinato dunque verso le derive della programmazione. Si nutre di –ed esprime e sviluppa- l’identità dei soggetti progettanti, pur nei limiti delle strutture in cui questi agiscono. Fa spazio all’intenzionalità.
Il pensiero di Bertolini è stato particolarmente importante per lo sviluppo dell’esperienza e della teoria di postprogrammazione.

Pedagogia come scienza  Avendo lavorato tutta la vita a una pedagogia come scienza autonoma, non ancella di nessun’altra, anche in uno dei suoi ultimi lavori (Ad armi pari, 2005) sostenne la necessità del dialogo con tutte le altre scienze, e non solo quelle denominate “dello spirito”, in un momento in cui tutte sono entro la crisi individuata già da Husserl nel suo ultimo lavoro del 1938, il celebre Crisi delle scienze europee. Crisi che loro deriva dalla chiusura nella freddezza degli apparati e dei protocolli metodologici, da una attenzione esclusiva dell’oggetto etsi subjectus non daretur, dalla loro pretesa neutralità politica, dal loro rifiuto di essere organi del possibile.
Scienza dell’educazione che Bertolini vedeva rigorosa anche se non necessariamente esatta, relazionata paritariamente a tutte le altre, autonoma (non normata secondo modelli allotri e governata invece da procedure elaborate in proprio) empirica (che fa costante riferimento all’esperienza), eidetica (che guarda oltre gli accidenti e la superficie degli eventi, verso le costanti e le essenze originarie, le cose, le idee e le persone nella loro autenticità), attenta non tanto ai fatti e ai dati ma “al modo in cui su questi l’individuo costituisce un suo vissuto personale” e pratica in quanto capace di orientare i processi educativi reali in vantaggio di ogni persona.

Valutare come atto relativistico  Il mondo nella sua verità si offre alla coscienza del soggetto; gli si offre non nella sua immediatezza ma entro secolari tradizioni di atti interpretativi, entro le lenti di interessi storicamente, geograficamente e individualmente determinati. Ogni giudizio (es. quelli della valutazione scolastica) è pertanto atto non di rispecchiamento ma d’interpretazione e ha il dovere di uno sforzo di entropatia (entrare consapevolmente nel testo o mettersi nei panni dell’altro). E’ d’obbligo nell’atto valutativo la consapevolezza della relatività delle proprie risultanze: relative al contesto culturale, alla storia del soggetto valutato e di quello valutante, ai sistemi in cui gli stessi sono inseriti (Bertolini 1999).

Io ho avuto la fortuna di godere per molti anni delle parole di Piero, di averlo compagno per le strade del conoscere; ricordo le sue relazioni, i suoi consensi e i suoi dissensi, le camminate per le città ove si andava, i convegni e i pranzi insieme, l’ultima volta che l’ho visto, l’ultima telefonata pochi giorni prima che morisse. Ammiravo il suo pensiero ma -pur sempre all’interno della inter-rogazione fenomenologica- su alcuni temi pensavo diversamente ed era sempre una bella dialettica.

Piero Bertolini ha additato un cammino, non ha detto di fermarsi ad amministrare la sua pur ricchissima eredità. Riflettere sul suo pensiero, non per fissarlo ma per portarlo oltre, mirando all’Intero con coraggio nelle assai diverse contingenze scientifiche e politiche attuali è ora, comunque, il difficile compito di tutti gli amici antichi e nuovi di Encyclopaideia e in particolare del suo attuale direttore Daniele Bruzzone.


Bibliografia essenziale di Piero Bertolini

  • Fenomenologia e pedagogia, Bologna, Malipiero, 1958
  • Per una pedagogia del ragazzo difficile, Bologna, Malipiero, 1965, riedito nel 1993 presso La Nuova Italia con la collaborazione di Letizia Caronia 
  • L’esistere pedagogico. Ragioni e limiti di una pedagogia come scienza fenomenologicamente fondata, Scandicci, La Nuova Italia, 1988
  • (a cura di P. Bertolini e M.Dallari) Pedagogia al limite, Scandicci, La Nuova Italia, 1988
  • P. Bertolini Il presente pedagogico, Torino, Thélème editore, 1999
  • (a cura di) La valutazione possibile, Scandicci, La Nuova Italia, 1999
  • Pedagogia Fenomenologica. Genesi, sviluppo, orizzonti Milano-Firenze, La Nuova Italia  2001
  • Educazione e politica, Milano, Cortina, 2003
  • Ad armi pari. La pedagogia a confronto con le altre scienze sociali, Torino, UTET, 2005
  • (a cura di) Per un lessico di pedagogia fenomenologica Trento, Erickson, ,2006