Morte di un generale

Morte di un generale

di Maurizio Tiriticco

14 FEBBRAIO 1941 —- Agli inizi del 1941 la guerra nel Nordafrica, sul fronte libico-egiziano, per le truppe italiane non andava affatto bene! Erano messe a dura prova dall’8ª armata britannica. Pertanto, all’interno della cosiddetta Operazione Sonnenblume, ovvero Girasole, al fine di supportare le truppe italiane, Hitler decise di inviare l’unità della Werhmacth denominata Afrikakorps sotto la guida del feldmaresciallo Erwin Rommel. Il 14 FEBBRAIO le prime divisioni giunsero a Tripoli. E poi… grazie all’aiuto tedesco, ci fu una grande rimonta delle truppe dell’Asse!!! Il nemico cominciò a indietreggiare!!! E per questa brillante operazione, Rommel venne soprannominato la “Volpe del Deserto”. Ma… ma… qualche anno dopo per la Volpe e per tutto l’esercito tedesco le cose cominciano a cambiare su tutti i fronti, e sempre di male in peggio!

Fu così che, nell’estate del 1944, generali ed alti funzionari politici tedeschi, ovviamente preoccupati, stante l’andamento della guerra, e convinti che ormai per la Germania non ci fosse più nulla da fare, presero una estrema decisione, convinti che tutto si sarebbe potuto risolvere “facendo fuori” il loro non più amato Führer.Ovviamente una votazione democratica in un Paese,governato da anni da una terribile dittatura, sarebbe stataassolutamente impensabile.

Fu così che, in quel clima di terrore e di vittoria sempre più incerta, venne ordita una congiura. Ed il 20 LUGLIO 1944 venne compiuto un attentato dinamitardo, e proprio nella sede dove Hitler, il Führer, esercitava le sue funzioni di grande stratega. E’ bene ricordare che un anno prima, esattamente il 25 LUGLIO 1943, era stato “fatto fuori” Benito Mussolini! Ma con metodi più civili: come è noto, fu “impacchettato” dai carabinieri dal Re Vittorio Emanuele III e fatto scomparire in un luogo segreto. Con grande esultanza degli Italiani, che della guerra che si stava perdendo non ne potevano proprio più.

Ma purtroppo l’attentato ad Hitler – la cosiddetta Operazione Valchiria – fu un fallimento ed il Führer si salvò.Era stata messa una bomba nella cartella di cuoio del colonnello Von Stauffenberg e posta sotto il tavolo vicino a Hitler. Alle 12.42 la bomba esplose. Tre ufficiali restarono feriti, ma Hitler rimase praticamente illeso. I congiurati furono arrestati e la sera stessa passati per le armi. Ma la vendetta di Hitler non conobbe limiti! Ben 200 esecuzioni e 5000 arresti!

Ma tra gli attentatori c’era il generale Rommel, amatissimo dal popolo tedesco. Che forse non avrebbe capito! E allora? Che fare? Grande idea! Rommel fu invitato… semplicemente… a suicidarsi!!! Quante belle invenzioni nei regimi dittatoriali! Ed al popolo sarebbe stato detto che era morto, punto e basta! Ed avrebbe avuto anche tutti gli onori, militari e civili! E così fu!! Due suoi colleghi, i generali Wilhelm Burgdorf ed Ernst Maisel, gli fecero questa proposta: se si fosse suicidato, sarebbe morto per “cause naturali” e sarebbe stato sepolto con tutti gli onori militari.Altrimenti avrebbe seguito il destino di molti altri congiurati: la degradazione, l’espulsione dall’esercito con disonore e, molto probabilmente, la morte per impiccagione. Inoltre la sua famiglia avrebbe subito le conseguenze del suo gesto, come stava già succedendo ai congiunti delle persone compromesse nell’attentato. Infatti era seguita un’orgia di vendette che condusse a ben 200 esecuzioni e a 5.000 arresti, purtroppo anche di persone innocenti.

Durante il colloquio con i due generali, Rommel, pentitissimo??? Mah!!!, dichiarò la propria fedeltà a Hitler e alla causa nazista, negando il proprio coinvolgimento nel complotto e sostenendo di voler continuare a servire la patria. Ma Hitler la sua decisione l’aveva già presa: morte al traditore! L’ex Volpe del Deserto, ridotto ormai ad agnello sacrificale, optò allora per un dignitoso suicidio, forse ancheper evitare le rappresaglie che sarebbero seguite nei confronti della sua famiglia e dei suoi collaboratori. Rommel illustrò la sua scelta alla moglie ed al figlio, ai quali intimò di mantenere l’assoluto segreto sulla vicenda, altrimenti anche loro avrebbero rischiato la morte. Perché con il Führer c’era poco da scherzare! Con grande dignità, come un eroe omerico, Rommel indossò la sua uniforme di comandante dell’ Afrika Korps, prese con sé il proprio bastone da maresciallo e salì a testa alta sull’automobile di Burgdorf, guidata dal sergente capo Heinrich Doose. L’auto partì e si fermò poco lontano dall’abitato. Doose si allontanò dalla vettura, lasciando Rommel assieme a Burgdorf. Cinque minuti dopo anche Burgdorf uscì dalla vettura e fece cenno ai due uomini di tornare verso la macchina. Era il 14 ottobre 1944 ed Erwin Rommel aveva posto termine alla propria vita, quasi certamente tramite assunzione di una capsula di cianuro di potassio.