Contratto scuola: poche risorse, qualche sindacato potrebbe disertare il tavolo della trattativa

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da La Tecnica della Scuola

Le prime notizie sul fronte della legge di bilancio stanno già provocando le proteste delle organizzazioni sindacali.

Elvira Serafini, segretaria generale dello Snals, dichiara: “C’è ancora incertezza sugli stessi aumenti, peraltro modesti (circa il 4%, cioè meno di 100 euro lordi, se si sottrae l’indennità di vacanza contrattuale), previsti dal Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale sottoscritto il 10 marzo scorso”.
La stessa segretaria, però, ha già pronta una proposta: “Le risorse del PNRR vanno impiegate per assicurare stabilmente, attraverso un intervento strutturale sul PIL, retribuzioni dignitose, adeguandole alla media europea e valorizzando tutto il personale, riconoscendo innanzitutto gli impegni che finora non sono stati tradotti nei contratti collettivi”.
“Senza adeguate assicurazioni sull’incremento delle risorse – conclude Serafini – lo SNALS-Confsal ritiene che non ci siano le condizioni per avviare alcuna trattativa per il rinnovo contrattuale”.

Icotea

Meno “bellicoso”, ma niente affatto rassegnato appare invece il coordinatore nazionale della Gilda Rino Di Meglio: “Nel PNRR non sono previste risorse da destinare all’aumento stipendiale che, invece, dovranno necessariamente essere stanziate dalla legge di Bilancio in vista del rinnovo contrattuale. Aumento delle retribuzioni e snellimento della burocrazia rappresentano le prossime battaglie che la Gilda intende affrontare”.

Per la verità il richiamo ai fondi del PNRR è del tutto legittimo ma va anche detto che le regole europee non consentono in alcun modo di utilizzarli per interventi strutturali finalizzati ad incrementare le retribuzioni dei dipendenti pubblici.
Probabilmente in questi mesi si sono create, anche nella scuola, eccessive aspettative nei confronti delle risorse del PNRR che sono certamente significative e importanti (si parla di 17 miliardi di euro) ma che dovranno essere utilizzate per spese di investimento (edilizia, diffusione del digitale, apertura di nuove scuole e di asili, ecc…) e non per la spesa corrente legata agli stipendi del personale.