G. Durrell, L’isola degli animali

Gerald Durrell, L’isola degli animali, Neri Pozza

di Mario Coviello

Se ho la possibilità di entrare in una libreria non riesco a resistere e la settimana scorsa a Potenza mi ha affascinato la copertina del romanzo “ L’isola degli animali” di Gerald Durrell. Ho preso in mano il libro, agile nel suo formato, e ho cominciato a leggere le note di introduzione che parlano del giovane Gerry, un ragazzo di dieci anni e della sua passione per gli animali e della sua isola Corfù. Qui cresce, immediatamente prima della seconda guerra mondiale, con la sua famiglia inglese fino alle midolla. Approfitto dello sconto e con solo 10 euro lo compro e appena posso inizio a leggerlo.

Solo nel primo capitolo del libro siamo a Londra alle prese con sedute spiritiche perché Margo, la sorella di Gerry, vuole dimagrire e far scomparire l’acne dalla sua faccia rubiconda. Il resto del libro, 281 pagine di piacevolissima lettura, ci porta nell’isola greca di Corfù, tra i suoi ulivi, vigneti, spiagge dorate e soprattutto animali, tanti animali, piccoli e grandi, simpatici, attraenti, impegnativi. Sì perché Gerry, suscitando l’ira furibonda dei fratelli più grandi Leslie,patito per le armi da caccia, e Larry, fratello maggiore e futuro scrittore, portando in casa barbagianni,rospi, ricci,vermi, insetti, pesci…e li alleva con passione, fatica, dedizione.

Gerry è un ragazzino che, coperto di polvere e sudore, trascinandosi appresso una piccola squadra di cani ed una gran quantità di barattoli, si aggira per le stradine sterrate, sotto il sole, scivolando sotto l’ombra acquosa degli ulivi, osserva e racconta con stupore tutte le meraviglie che la natura gli srotola davanti, stagione dopo stagione.

In queste settimane nelle quali siamo chiamati ad occuparci della salvezza del nostro pianeta che si avvia verso la catastrofe se gli stati non si accorderanno per fermare l’inquinamento e tutti dobbiamo fare la nostra parte, leggere e far leggere ai più piccoli e ai ragazzi “ L’isola degli animali” può aiutarci a comprendere meglio il fascino e la bellezza della natura e degli animali che la popolano. A partire da Roger, il cane fedele compagno d’avventure di Gerry, per non parlare di Sally, l’asinella ardentemente desiderata, regalo meraviglioso per il suo compleanno, e del gufo Ulisse che tutte le sere torna a casa per cena. E poi calabroni, cavallucci marini,stelle di mare, conchiglie e sassi il cui canto si può ascoltare quando siamo immersi nell’acqua calda del mare di Corfù in un primo pomeriggio assolato.

L’istruzione di Gerry sull’isola è curata da precettori non sempre all’altezza, ma il ragazzo ha la fortuna di conoscere il dottor Stephanides, un medico e scienziato che lo prende a cuore e lo guida ad un apprendimento più sistematico della zoologia.

Durrell ci consente di entrare in punta di piedi nelle usanze corfiote, assistendo ad un matrimonio e a un parto. Sorridiamo con i tanti, piccoli equivoci che l’impaziente “fame di natura” di Gerry finiscono per suscitare, creando spesso attriti specialmente con il pungente Larry, fratello maggiore nonchè letterato, con la bizzarra tendenza ad invitare alla villa gli ospiti più improbabili : capitani di lungo corso, amanti del vino e della musica, davanti allo sguardo paziente seppur esasperato della mamma.

“Lo spirito con cui accostarsi a Durrell non è quello di una lettura che colpisca, o che sorprenda, o che smuova cose. E’ piuttosto l’atteggiamento di un viaggiatore lento, uno che voglia semplicemente essere trasportato, indugiare, osservare, annusare, assaporare. Un libro pieno zeppo di profumi, sapori, suoni, capace di strappare al presente il lettore che voglia lasciarsi andare, immergendolo in un mondo quieto, sonnolento, fatto di stagioni che si susseguono ciclicamente scandite dai ritmi di fioritura della natura. Un mondo di api che ronzano, di pioggia che scroscia rumorosa, di gufi che solcano l’aria imbronciati, trasportati da ali silenziose, di orribili e fameliche creature acquatiche osservate con stupore attraverso un vetro, di acquitrini affollati di vita e silenziosi uliveti addormentati nella calura pomeridiana.”