Asili nido: Italia sotto la media europea per numero di iscritti. Il report Istat

da Tuttoscuola

In Italia, ancora una volta, la frequenza al nido è sotto la media europea. Sulla base dell’indagine campionaria europea sui redditi e le condizioni di vita delle famiglie dell’Istat, in Italia i bambini sotto i 3 anni che frequentano una qualsiasi struttura educativa sono il 26,3% nel 2019, valore inferiore di ben 9 punti rispetto alla media europea (35,3%). I dati sono contenuti nel report «Nidi e servizi integrativi per la prima infanzia». In altri paesi del Mediterraneo si registrano nello stesso anno tassi di frequenza ben superiori (Spagna 57,4%, Francia 50,8%). I costi del servizio, soprattutto per l’accesso ai nidi privati, e la scarsa diffusione dei servizi sarebbero i i fattori che influiscono maggiormente sulle scelte delle famiglie.

Come è facile intuire, la condizione lavorativa della madre ha un peso determinante per l’accesso ai nidi: le famiglie in cui la mamma lavora usufruiscono per il 32,4% del nido, contro il 15,1% delle famiglie in cui a lavorare è invece solo il papà.

Una discriminante della scelta del nido sarebbe poi il titolo di studio dei genitori. Prendendo in considerazione il titolo di studio più alto in famiglia, il possesso di laurea o titolo più alto è associato al 33,4% di frequenza del nido, che scende al 18,9% per i genitori con al massimo il diploma superiore.

Permangono ampi divari territoriali: sia il Nord-est che il Centro Italia consolidano la copertura sopra il target europeo (rispettivamente 34,5% e 35,3%); il Nord-ovest è sotto ma non lontano dall’obiettivo (31,4%) mentre il Sud (14,5 %) e le Isole (15,7%), pur in miglioramento, risultano ancora distanti dal target.A livello regionale i livelli di copertura più alti si registrano in Valle D’Aosta (43,9%), seguita da diverse regioni del Centro-nord, tutte sopra il target europeo. Dal 2019 anche il Lazio e il Friuli-Venezia Giulia superano il 33% (rispettivamente 34,3% e 33,7%). Sul versante opposto Campania e Calabria sono ancora sotto l’11%. Nel Sud e nelle Isole si registra l’incremento più significativo di posti nei servizi educativi, rispettivamente +4,9% e +9,1%, contro +1,5% nazionale. I posti aumentano principalmente nel settore privato (da 9.806 a 12.031) e nelle sezioni primavera (da 2.161 a 4.606).