Carte e giochi da tavolo in CAA, quando il gioco si fa inclusivo
Redattore Sociale del 06/11/2021
BOLOGNA. Un corso per educatori ludici dedicato a educatori, animatori, operatori sociali e a tutti coloro che lavorano – o sono interessati a lavorare – con persone con disabilitĆ , dunque anche insegnanti, allenatori, familiari. Obiettivo, scoprire il gioco da tavolo, le sue potenzialitĆ relazionali e inclusive. Spunto di partenza: giocare fa bene, a tutti. E il gioco, come ci insegnano i bambini, ha anche un aspetto educativo. “L’idea ĆØ quella di affiancare al tempo libero il concetto di educazione e inclusione. E per rendere inclusivo il tempo libero, spesso, ci vuole un aiuto. PerchĆ©, per esempio, il gioco libero in oratorio va benissimo ma, magari, con un piccolo aiuto ci possono essere passaggi in avanti. Pensiamoci un attimo: la persona con disabilitĆ intellettiva non ha spazi liberi e pubblici dove giocare. E allora, perchĆ© non rendere inclusivi quelli che giĆ ci sono?”. A introdurre l’argomento ĆØ Luca Errani, operatore presso L’Arche comunitĆ l’Arcobaleno, impresa sociale di Bologna rivolta a persone adulte con disabilitĆ . Errani ĆØ un amante della bicicletta, esattamente come sua figlia Chiara, compagna di pedalate con una disabilitĆ intellettiva: “Per il gioco inclusivo vale lo stesso discorso che feci, sempre sulle pagine di Redattore Sociale, per il cicloturismo inclusivo. Il fatto che non ci siano molte proposte di attivitĆ non significa che non ci sia la domanda. Significa che ĆØ un argomento magari poco noto del quale si deve parlare e, collaborando, approfondirlo e risolverlo”.
Il corso, inserito nel progetto “ArĆ©n ButĆ©n – comunitĆ in gioco” (in onore della tradizionale conta in dialetto bolognese usata nei giochi storici ArĆ©n, ButĆ©n, SalĆØ, LimĆ„…), si articolerĆ su 4 appuntamenti ospitati da Gli Amici di ArchĆØ APS a Quarto Inferiore, provincia di Bologna: (11, 18, 25 novembre e 2 dicembre). Ogni incontro, della durata di 2 ore, sarĆ diviso in due parti. Al centro di tutte le lezioni, la CAA, la comunicazione aumentativa alternativa: si va dalla definizione di gioco strutturato ai software per costruire materiale in CAA; dalle peculiaritĆ del gioco da tavolo nella prospettiva educativa al rapporto tra CAA e gioco. “Il gioco ĆØ un filo rosso che unisce diverse persone di diverse etĆ di diverse radici culturali. Vogliamo uscire dalle regole che rischiano di diventare contenitori prestampati. Dopo ogni incontro ĆØ previsto un momento di confronto, una pizza condivisa, una bella giocata in compagnia. Sappiamo bene che, per parlare di giochi, ĆØ necessario giocare”. Durante il ciclo di incontri si lavorerĆ anche alla realizzazione di un gioco di carte inclusivo: “Non esiste un gioco adatto a tutti, ma si puĆ² pensare a giochi che accolgano piĆ¹ persone possibile”.
Come spiega Errani, ci sono giĆ molti modi di giocare in maniera inclusiva, si tratta “solo” di venirne a conoscenza. “Con un minimo di intervento educativo, tante dinamiche che possono sembrare difficili, in realtĆ , sono accessibili. Conoscerle significa iniziare a muoversi in un nuovo modo di pensare. Significa affiancare ai percorsi terapeutici percorsi di vita normali, con caratteristiche educative e inclusive. Secondo me il lavoro dell’educatore ĆØ anche questo: trasformare gli ostacoli – non posso partecipare a un gioco da tavolo perchĆ© ho una disabilitĆ intellettiva – in possibilitĆ – posso rendere inclusivo questo gioco da tavolo. PerchĆ© sƬ, c’ĆØ il bastone per camminare meglio, c’ĆØ la sedia a ruote per spostarsi, ma c’ĆØ anche l’educatore che mi aiuta a superare gli ostacoli della vita”.
Contestualmente, L’Arche ha lanciato una campagna di raccolta fondi per la realizzazione di una biblioteca composta da libri accessibili con un forte accento ai bisogni comunicativi complessi. “Vorremmo riempire gli scaffali con libri in CAA – spiegano – indicati non solo per lo sviluppo delle competenze comunicative di bambini e ragazzi con disabilitĆ e bisogni comunicativi complessi, ma anche per persone straniere al primo approccio con la lingua locale e in generale per soggetti con fragilitĆ di comunicazione (anche temporanee) di tutte le etĆ , per un’esperienza di lettura condivisa e partecipata in grado di apportare un contributo significativo in ogni contesto di vita quotidiana, tra cui la famiglia, la scuola, i servizi educativi e sanitari e la comunitĆ di appartenenza”. Attraverso la raccolta fondi l’obiettivo ĆØ acquistare in triplice copia tutti i libri giĆ pubblicati in italiano utilizzando la CAA (per un totale di circa 200 copie): libri tattili, albi illustrati e audiolibri. Tra le ricompense, anche due giochi in CAA: “Volta la carta” e “Il signore delle torri”, giochi di carte che usano i simboli ARASAAC (Centro aragonese di comunicazione aumentativa alternativa): “Ć anche questo un modo per far entrare diverse modalitĆ comunicative nel quotidiano di tutti creando, attraverso il gioco, condivisione e inclusione. PerchĆ© abbiamo usato i simboli e non i disegni? PerchĆ©, come dicevo, il gioco ĆØ fatto per giocare, ma tutti quanti abbiamo imparato delle cose dai giochi da tavolo – Pictionary, Trivial Pursuit, Scarabeo -. Usando la CAA, creiamo un contesto che parla anche quella che, per molte persone, ĆØ una lingua a tutti gli effetti. L’invito ĆØ rivolto a chi solitamente usa l’alfabeto per esprimersi: cimentiamoci con la CAA, che ĆØ un linguaggio a tutti gli effetti”.
di Ambra Notari