Il programma di Monti sulla scuola? Rendere orgogliosi dirigenti e docenti

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da Tecnica della Scuola

Il programma di Monti sulla scuola? Rendere orgogliosi dirigenti e docenti
di A.G.
Così il premier uscente ha risposto su Twitter ad un dirigente scolastico che voleva conoscere le sue proposte per migliorare il comparto dell’istruzione. L’arte della semplificazione dei problemi della scuola non risparmia quindi nemmeno l’attuale capo di Governo. Su cui pesa il precedente da Fabio Fazio…
L’eccessiva semplificazione dei progetti che i politici italiani mostrano sui temi di riforma e miglioramento della scuola non risparmia il premier uscente Mario Monti.

Partecipando il 5 gennaio su Twitter, ad un botta-e-risposta con i ‘follower’ sui temi della campagna elettorale, Monti si è imbattuto nel quesito di un dirigente scolastico, Salvatore Giuliano. Che gli ha chiesto di far conoscere le sue proposte per migliorare la scuola italiana. Ecco la risposta del presidente del Consiglio dimissionario: “dovremo lavorare sulla scuola affinché un giorno dirigenti scolastici e docenti siano orgogliosi di esserlo“. E poi? Basta. Evidentemente il programma approntato ad oggi da Monti non ha ancora toccato il tema scuola.
Ma c’è almeno un recente precedente su cui vale la pena riflettere. La non certo esaltante competenza del professor Monti per le tematiche della scuola non sembra infatti una novità: qualche settimana fa, ospite di Fabio Fazio, sa RaiTre, il premier aveva condannato il “grande spirito conservatore” del personale scolastico a seguito della “grande indisponibilità a fare due ore in più a settimana che avrebbe significato più didattica e cultura”. E anche l’agenda Monti non sembra scevra di contraddizioni, sopratutto quando si entra le merito dell’operatività del piano.
Anche in quel caso, con centinaia di migliaia di docenti in subbuglio e scesi in tante piazze italiane per contrastare l’incremento di sei ore (non di due!), l’uscita di Monti non è sembrata proprio delle più felici. Continuare di questo passo sarebbe peraltro pericoloso. Se non altro perché le elezioni sono vicine. Ed il voto di un milione di docenti può diventare l’ago della bilancia.