Iscrizioni online: per il buon esito, rivedere la modalità

Iscrizioni online: per il buon esito, rivedere la modalità

 

1.            Dando esecuzione alla legge n. 135/2012, con la CM 96 del 17.12.2012 il Ministero ha reso obbligatorio alle famiglie il ricorso ad internet per presentare l’iscrizione alle prime classi delle scuole statali. Verso le non statali invece l’obbligo non esiste.  La stessa Circolare obbliga le scuole a mettersi a disposizione delle famiglie che non avessero internet o non riuscissero a districarsi con le difficoltà. 

               Riteniamo che chi ha approvato quella legge e chi ha scritto questa circolare non abbia attentamente valutato la reale situazione delle famiglie e delle scuole. Con la modalità obbligata ha inoltre ridotto un aspetto di vita come l’iscrizione alle prime classi ad un puro atto burocratico, come iscriversi all’anagrafe o al registro dei tributi. L’atto di iscrizione, invece,  non è solo un atto amministrativo, poiché  con esso si attua il primo vero contatto della famiglia con la scuola prescelta, un contatto che in moltissime scuole diventava occasione di incontro personale.

 

2.            Infatti le famiglie:

– vengono costrette ad una modalità che per la maggior parte non potrà essere utilizzata: secondo i dati ISTAT le famiglie italiane che usano la rete sono il 43,4%;

– che hanno già “poche” preoccupazioni di questi tempi, se ne troveranno un’altra, per risolvere la quale dovranno cercare consulenze, permessi di lavoro o giornate di ferie. Almeno fin’ora compilavano un prestampato e lo consegnavano alla scuola già frequentata;

– verranno di fatto messe su due piani diversi, essendo differenziato il regime di obbligo tra scuole statali o non statali, con evidenti facilitazioni per le seconde.

 

3.           Le scuole:

– saranno sottoposte ad ulteriori complicanze, in tempi per loro già non proprio facili per incombenze, personale e risorse;

– dovranno distaccare appositamente personale di segreteria per garantire uno sportello di consulenza che potrà durare due mesi;

– nelle superiori potranno correre il rischio di ricevere informazioni e dati che potrebbero rivelarsi errati e non facilmente verificabili, specie nelle situazioni familiari più difficili.

– si troveranno problemi di procedura e correttezza, poiché dal punto di vista formale senza la firma (anche digitale) nessun atto (specie uno di simile importanza) può essere certo e valido;

–  non otterranno alcun vantaggio reale nella nuova procedura. Le tanto decantate “semplificazione burocratica” e “risparmio della spesa” si trasformeranno invece in ore aggiuntive per il personale delle segreterie ed in maggiore stampa cartacea di moduli, necessaria per le loro successive verifiche e sottoscrizione;

– dovranno infine sperare che l’impatto di oltre un milione di accessi sul sistema informatico del MIUR del 21 gennaio non mandi in tilt famiglie che cercano e scuole che debbono ricevere.

 

4.       DiSAL ha ricevuto in queste settimane da molti dirigenti scolastici diverse osservazioni critiche sulle disposizioni ministeriali. Per questo come Associazione professionale vogliamo dar voce a queste ragionevoli osservazioni, preoccupati del buon esito di un importante atto di vita delle scuole e delle famiglie.

           Per le valutazioni espresse e le richieste che presentiamo abbiamo sentito l’Associazione Genitori (AGe) e l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche (AGeSC), alle quali siamo grati per le preziose osservazioni che riportano le esigenze delle famiglie.

           Di conseguenza:

a- nonostante le difficoltà rimanenti, vogliamo esprimere positività per l’operazione “Scuola in chiaro”.  Le novità utili sono sicuramente da incentivare, ma solo se opportunamemente preparate con formazione e risorse;

b- chiediamo di mantenere per ora la forma mista per l’iscrizione (cartacea e online a scelta), eliminando la discriminazione tra scuole e rinviando l’obbligo online a tempi e situazioni dove non si scarichi tutto al solito impegno di scuole e famiglie, sempre a costo zero per lo Stato;

c-  riteniamo si debba investire nella valorizzazione di spazi di dialogo scuola/genitori, come accade in esperienze in corso in alcune scuole, che mettono a disposizione le loro aule informatiche alle famiglie;

d-  chiediamo che si concerti con altri ministeri lo sviluppo di reti tecnologiche in tutto il Paese, sostenendo la spesa delle scuole e delle famiglie per l’informatizzazione.

 

5.          La scuola, come tutta la società, non ha bisogno di annunci epocali e salvifici legati alle tecnologie informatiche, anche per non assistere poi a retromarce, come è accaduto con l’obbligo dei testi scolastici online. 

             La scuola è luogo di relazioni, di scambio di informazioni, di accoglienza ed anche l’iscrizione del proprio figlio può diventare, per chi la cerca, occasione di un incontro per ‘ben cominciare’.

             La realtà ‘reale’ è più bella che quella ‘virtuale’. Anche a scuola.