Gestione casi Covid nelle scuole, i presidi: ‘Troppi problemi e ritorni alla DaD’

da Tuttoscuola

I presidi bocciano le nuove procedure per la gestione dei casi covid nelle scuole che “dovrebbero” evitare il più possibile il ricorso alla DaD.  In particolare Antonello Giannelli,  presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi) ha dichiarato in proposito che “nonostante i nostri auspici di una collaborazione più efficace ed efficiente tra istituzioni scolastiche e dipartimenti di prevenzione dobbiamo purtroppo rilevare la sussistenza di forti criticità”. E i dirigenti scolastici rimangono “da soli”, con i loro referenti Covid, a prendersi la responsabilità di decidere il da farsi in presenza di casi di positività, in attesa di risposte da parte di Asl sempre più oberate di lavoro dato dall’aumento dei contagi.

Insomma, l’adozione delle nuove procedure starebbe dando non pochi problemi alle scuole. “In alcune realtà – racconta infatti Giannelli – rileviamo che quel caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente rischia di tradursi in un ‘quasi sempre’. In diversi territori, infatti, i dipartimenti di prevenzione non riescono a garantire la tempistica del testing o, addirittura, non applicano le nuove procedure di tracciamento”. E le classi, in attesa di risposte, tornano in DaD senza riuscire a dare tempestive indicazioni alle famiglie degli alunni coinvolti che, a loro volta, senza un foglio della Asl che confermi l’isolamento dei ragazzi, non possono prendersi i permessi necessari per rimanere a casa con loro.

“La nota ministeriale del 6 novembre scorso, n. 1218 – scrive l’Anp sul suo portale – , ricorda che ‘le azioni di sanità pubblica ricadono nell’ambito delle competenze dei Dipartimenti di Prevenzione (DdP) che risultano incaricati della disposizione delle misure sanitarie da intraprendere, inclusi l’isolamento dei casi, la quarantena dei contatti e le tempistiche per il rientro a scuola degli alunni/studenti/operatori scolastici’. Detta nota aggiunge che ‘fino all’intervento dell’autorità sanitaria, nell’immediatezza della conoscenza del caso positivo, l’Istituto scolastico attiva la seguente procedura già definita e standardizzata, che non comporta alcuna valutazione discrezionale di carattere sanitario’.  In forza di tale procedura i dirigenti delle scuole, ancora una volta, non stanno venendo meno a gravose responsabilità – determinate unicamente dall’eccezionalità del contesto emergenziale – pur di garantire il servizio scolastico e la tutela della sicurezza collettiva. Un passaggio della nota tecnica sta facendo riemergere una problematica che speravamo superata dalle nuove procedure di tracciamento: ‘nel caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire tempestivamente o comunque secondo la organizzazione di regione/P.A. o ASL, il dirigente scolastico venuto a conoscenza di un caso confermato nella propria scuola è da considerarsi quindi autorizzato, in via eccezionale ed urgente, a sospendere temporaneamente le attività didattiche nella classe/sezione/gruppo e trasmette le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal Dipartimento di prevenzione in accordo al presente documento per l’avvio delle misure previste dal presente protocollo, sia ai bambini/alunni/genitori/tutori che agli insegnanti che sono stati a contatto con un caso COVID-19 confermato (nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi o all’esecuzione del test diagnostico se asintomatico), in attesa della formalizzazione e di eventuali misure specifiche (incluso l’isolamento dei casi e la quarantena per i contatti ad alto rischio) da parte del DdP’”.

“Le segnalazioni di casi positivi – continua l’Anp – arrivano alle scuole anche di domenica e di certo il grande senso di responsabilità dei dirigenti non consente loro di ignorarle in attesa della ripresa lavorativa del lunedì. Essi, pertanto, provvedono a quanto previsto dalla nota ministeriale del 6 novembre nella consapevolezza che questo è necessario per combattere la diffusione del contagio.  Il tutto nell’assordante silenzio dei dipartimenti.  Non vorremmo che alcuni di essi pensassero che le scuole siano la loro segreteria, deputata allo svolgimento di attività che non possono compiere per via della chiusura settimanale”.

“Ci attendiamo, che anche i dipartimenti di prevenzione garantiscano il loro servizio senza soluzione di continuità, attrezzandosi al meglio per gestire la quarta ondata e facendo tesoro delle esperienze negative del passato. Tutelare il bene e la salute di studenti e lavoratori della scuola è loro primaria responsabilità: l’emergenza non può conoscere pause. Pretendiamo, dunque, che lo scenario sin qui rappresentato dai nostri colleghi si modifichi in positivo attraverso una effettiva collaborazione tra istituzioni scolastiche e dipartimenti di prevenzione.  Nel frattempo, la tanto demonizzata DAD sta riacquistando le posizioni perdute, nonostante le tassative disposizioni di legge sulle attività in presenza e le finalità dichiarate dalla nota tecnica”, conclude l’Associazione nazionale presidi.