I sindacati della scuola proclamano lo stato di agitazione: pronti allo sciopero

da Il Sole 24 Ore

Per i rappresentanti dei lavoratori rinnovo del contratto, organici, precari, personale Ata: sono i settori sui quali è più urgente intervenire

di Redazione Scuola

I sindacati della scuola sono sul piede di guerra. Flc Cgil, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams hanno presentato infatti nota ufficiale al ministero del Lavoro, al ministero dell’Istruzione e alla Commissione Garanzia, di proclamazione dello stato di agitazione e alla richiesta di esperimento di tentativo di conciliazione. Si interrompono dunque le relazioni sindacali con il ministero dell’Istruzione e si apre la strada «a forme ampie di mobilitazione, non viene esclusa alcuna forma di protesta compreso lo sciopero», fanno sapere i sindacalisti.

La protesta

«Non è esclusa alcuna forma di protesta compreso lo sciopero – sottolineano i segretari generali – che viene considerato uno strumento e non un obiettivo perché non c’è alcuna intenzione di accentuare le spaccature presenti nel Paese, né di minare la necessaria coesione sociale in un momento difficile e in una trattativa complessa ma serve la disponibilità e la volontà politica di giungere a soluzioni condivise, sia economiche che giuridiche, che riguardino l’insieme del personale della scuola che ora appaiono veramente troppo lontane e disattese dalla legge di Bilancio. Risorse per il rinnovo del contratto, quelle da inserire nella legge di Bilancio e interventi normativi destinati al personale, per l’eliminazione di vincoli e strettoie burocratiche, sono i nodi da scogliere».

Rinnovo contrattuale

Il rinnovo del contratto è uno dei punti centrali. «Il Ccnl 2016-2018 – si legge nella nota inviata – già scaduto al 31/12/2018, è stato formalmente disdettato ma le risorse stanziate per il rinnovo nella legge di Bilancio 2022 sono assolutamente insufficienti per concludere la trattativa e contengono vincoli inaccettabili che ostacolerebbero qualunque conclusione positiva del negoziato contrattuale. Occorrono inoltre risorse aggiuntive per ridurre il divario esistente tra le retribuzioni del settore, a parità di titoli di studio, alla media di quelle del comparto pubblico».
«Il superamento delle incursioni legislative in tema di contratto è questione da risolvere – non si può scrivere il contratto in legge di Bilancio, affermano Sinopoli, Turi, Serafini e Di Meglio – va affermata la centralità delle prerogative contrattuali rispetto alla legge come strumento di potenziamento della funzione unificante che il sistema di Istruzione e Ricerca svolge per l’intero Paese». Flc Cgil, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda «giudicano inaccettabile l’intervento unilaterale su materie di competenza della contrattazione quali la mobilità, la formazione, la valorizzazione professionale e in generale su tutti gli aspetti attinenti al rapporto di lavoro».

I nodi

Organici, precari, personale Ata sono i settori sui quali è più urgente un intervento e per i quali si rivendicano incrementi di organico e superamento dei blocchi della mobilità. «Che fine ha fatto l’applicazione del Patto per la Scuola firmato a maggio scorso? Va data applicazione a quell’accordo», sottolineano i quattro segretari. Un richiamo forte viene fatto alla centralità della didattica e alla comunità educante, alla sburocratizzazione del lavoro e alla semplificazione amministrativa. Netto no ad ogni forma di autonomia differenziata e ad ogni iniziativa di devoluzione delle competenze in materia di istruzione. Nelle more della procedura di conciliazione il personale tutto, docenti e Ata, si asterrà da ogni attività aggiuntiva, non prevista nel relativo mansionario, In particolare i Dsga (direttori dei servizi generali e amministrativi) facenti funzioni rimetteranno il loro contratto nelle mani del dirigente scolastico che lo ha sottoscritto. Contestualmente sono sospese, transitoriamente, le relazioni sindacali con il ministero dell’Istruzione.