L’Operazione Urano

L’Operazione Urano

di Maurizio Tiriticco

L’Operazione Urano è la ricorrenza di oggi, 19 novembre. Siamo nel 1942, nel pieno della SECONDA GUERRA MONDIALE. Fronte russo —- E proprio in quel giorno ebbe inizio la cosiddetta Operazione Urano (in russo ОперацияУран–Operacija Uran). Era il nome in codiceassegnato dai generali sovietici alla grande offensiva di accerchiamento sferrata dall’Armata Rossa per intrappolare le forze della Wehrmacht impegnate nella regione di Stalingrado, una città a sud dell’Unione Sovietica. Il nome della città, situata nella Russia europea lungo le rive del fiume Volga, in effetti era Caricyn fin dal lontano 1598. Ma, in seguito alla rivoluzione russa del 1917 ed alla instaurazione del regime sovietico, il 10 aprile del 1925 la città venne ridenominata Stalingrado. Ciò al fine di onorare Josif Vissarionovič Džugašvili, meglio noto con lo pseudonimo di Stalin, che significa «uomo d’acciaio». Stalin non poteva non concorrere con Lenin! Infatti, il 26 gennaio 1924 la città più a nord dell’Unione, San Pietroburgo, era stata ridenominata Leningrado. Stalin, suo successore, non poteva e non doveva essere da meno. Anzi, doveva essere il numero uno! E, come tutti sappiamo, per esserlo in modo assoluto, con i famosi processi farsa, che durarono ben due anni, dal 1936 al 1938, liquidò tutta la vecchia guardia della rivoluzione del 1917! Restò così lui solo al comando, senza concorrenti e senza rivali! In seguito la “città di Lenin”, dopo la seconda guerra mondiale, dopo la morte di Stalin – era il 5 marzo del 1953 – e nel corso della lenta agonia della stessa Unione Sovietica e la progressiva rinascita della Russia come Stato, conclusasi il il 25 dicembre 1991 – il 6 settembre del 1991 riprese il suo nome originario, Pietroburgo.

Ma è forse opportuno ritornare alla terribile battaglia di Stalingrado. La città non doveva cedere! Stalin non avrebbe mai tollerato che la città a lui intitolata cadesse in mani nemiche. L’Armata Rossa, con notevoli sforzi e con una gigantesca manovra a tenaglia, sferrò l’attacco, appunto, il 19 NOVEMBRE del 1942. E le due formazioni combattenti si congiunsero a sud di Kalač quattro giorni dopo. Questa riuscita e rapida offensiva ebbe una funzione decisiva nel complesso delle operazioni militari che assunsero proprio il nome di “Battaglia di Stalingrado”. Operazioni che nella guerra contro la Germania nazista sul fronte orientale segnarono anche una svolta strategica irreversibile a favore dell’Unione Sovietica.

La battaglia, iniziata con l’avanzata delle truppe dell’Asse italo-tedesca fino al Don e al Volga, fu più che cruenta! Si combatté per mesi. Il fronte di fatto non esisteva più, perché si combatteva nella città stessa, casa per casa! Stalin ed Hitler sapevano che le sorti di quella immane battaglia avrebbero segnato le sorti della stessa guerra! Pertanto Hitler impose al Feldmaresciallo Von Paulus, comandante della Sesta Armata, di resistere fino alla vittoria o alla morte. I tedeschi rimasero accerchiati e, dopo una lunga e tenace resistenza, combattendo casa per casa, senza adeguati rifornimenti e in pieno inverno, vennero definitivamente annientati. Von Paulus fu costretto ad arrendersi con tutto il suo stato maggiore il 31 gennaio 1943 e venne fatto prigioniero dai sovietici. La caduta di Stalingrado segnò l’inizio della fine della Germania nazista. Ma dovettero trascorrere ancora due lunghi anni! Di guerra, di distruzioni, di morti! E tutto finì con la conquista da parte dei soldati sovietici, che ormai avevano invaso la Germania e raggiunto la stessa capitale, Berlino, con l’occupazione del Palazzo del Reichstag – c’è un filmato bellissimo reperibile sul web – ed il suicidio di Hitler nel bunker della Cancelleria. Era l’8 maggio del 1945!